La Repubblica risarcisce il re e la "beffa" nel caso Eternit , "imputazione sbagliata"
Non e' stata una bella giornata per la magistratura
italiana. La Repubblica dovrà risarcire Vittorio Emanuele, principe di
Savoia per ingiusta detenzione. Quarantamila euro, niente ovviamente rispetto al
danno provocato al discendente di casa Savoia. Era stato il pm Woodcock, lo
stesso che sta facendo il processo a Berlusconi a Napoli per la "compravendita"
di senatori, a portarlo prima in carcere e poi a processo. Sempre assolto. Altro
pasticcio, e' quello del poliziotto prosciolto. Vincenzo Puliafito, era stato
inquisito sempre da Woodcock, per avere ricevuto una "mazzetta" da Vittorio
Emanuele. Assolto, ma sputtanato ed in più' mazziato per vere speso oltre 140
mila euro in spese legali. Ora c'e' pero' un parere del Consiglio di Stato,
chiesto dal ministero dell'Interno, a sancire che la richiesta di rimborso di
Puliafiato merita accoglimento. Chissa' perche' in magistratura se si sbaglia
non paga. Tutti a dire che le sentenze sono sentenze e che non si possono
discutere. Ma quando sono contrarie, perché nessuno interviene? Anzi molti
magistrati continuano tranquillamente a svolgere indagine delicate. Arriva poi
la "beffa del caso Eternit, "imputazione sbagliata", secondo la Cassazione e no
ai risarcimenti. Il processo torinese per le morti di amianto era prescritto
prima ancora del rinvio a giudizio dell'imprenditore svizzero, Stephan
Schmidheiny, 67 anni. Il capo d'imputazione non solo era sbagliato, scrive la
Cassazione, ma anche "contrario al buon senso". Avrebbe dovuto essere processato
"per lesioni e non per disastro". Lezione giurica della Cassazione: "Il
Tribunale ha confuso la permanenza del rea o con la permanenza degli effetti del
reato, la Corte d'Appello ha inopinatamente aggiunto all'evento costitutivo del
disastro eventi rispetto ad esso estranei ed ulteriori, quali quelli delle
malattie e delle morti, costitutive semmai di differenti o delitti di lesioni e
di omicidio".
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