Le nuove previsioni Ue: stime al rialzo in Eurozona. In Italia crescita ferma, ma scende il deficit
IN QUESTO ARTICOLO
Argomenti: Conti pubblici | Mercato del lavoro | Prezzi e tariffe | Bruxelles | Stati Membri | Società per Azioni |Valdis Dombrovskis | Unione Europea | Pierre Moscovici
BRUXELLES - La Commissione europea ha espresso stamani maggiore ottimismo sull’andamento dell’economia nella zona euro, rivedendo al rialzo le sue stime per il 2015 e il 2016. In una analisi della situazione congiunturale, Bruxelles prende atto del calo del prezzo del petrolio e dell’indebolimento dell’euro, ma avverte che «l’incertezza sulle prospettive economiche è aumentata». Sul fronte italiano, Bruxelles nota un aumento della produttività e un costo del lavoro stabile nel 2015 e 2016.
Ecco di seguito le principali cifre pubblicate oggi dalla Commissione. Il prodotto interno lordo della zona euro è previsto in rialzo dell’1,3% nel 2015 e dell’1,9% nel 2016. In novembre, le stime stimavano l’espansione dell’economia all’1,1 e all’1,7%. «Tutti i paesi membri dovrebbero registrare una crescita quest’anno», si legge nelle previsioni comunitarie pubblicate a cadenza regolare. L’inflazione è prevista negativa nel 2015 (-0,1%), con un netto rialzo all’1,3% nel 2016.
«Il calo del prezzo del petrolio e l’indebolimento dell’euro stanno aiutando l’economia europea», spiega in un comunicato Pierre Moscovici, il commissario agli Affari economici, notando tuttavia l’incerta situazione geopolitica internazionale, tale da pesare sulle prospettive economiche. Aggiunge il vice presidente della Commissione responsabile dell’euro, Valdis Dombrovskis: «Dobbiamo accelerare sul fronte delle riforme per rafforzare la ripresa e assicurarci che il potere d’acquisto dei cittadini aumenti».
Per quanto riguarda l’Italia, le previsioni confermano le informazioni della vigilia. Il prodotto interno lordo dovrebbe aumentare dello 0,6% nel 2015 (stabile rispetto alla previsione di novembre, e dopo una contrazione dell’economia nel 2012, 2013 e 2014). La crescita dovrebbe accelerare all’1,3% nel 2016 (la stima autunnale era dell’1,1%). L’export crescerà più dell’import, provocando un aumento del saldo attivo dei conti correnti al 2,6% del Pil nel 2015-2016: «Un possibile rinvio della ripresa della domanda esterna è il principale rischio negativo per la previsione di crescita».
Viceversa, sempre secondo la Commissione europea, «l’adozione di riforme strutturali e il piano europeo degli investimenti rappresentano rischi in positivo verso la fine del periodo previsionale». Sul versante del mercato del lavoro, l’esecutivo comunitario nota che grazie a una diminuzione delle imposte sul lavoro, il costo unitario nominale del lavoro dovrebbe rimanere «generalmente stabile» nel 2015 e nel 2016. L’inflazione sarà negativa nel 2015, a -0,3%, in rialzo all’1,5% l’anno successivo.
Infine, i conti pubblici. Il deficit italiano è previsto al 3,0% del Pil nel 2014, al 2,6% del Pil nel 2015 e al 2,0% del Pil nel 2016. Il calo quest’anno è dovuto a una serie di risparmi, a un previsto aumento del gettito fiscale e a una diminuzione della spesa per interessi (la stima di novembre era per il 2015 del 2,7%). Il debito salirà ulteriormente nel 2015, al 133% del Pil, prima di scendere – se tutto va bene – nel 2016, al 131,9% del Pil. Nel suo breve capitolo dedicato all’Italia, la Commissione non si dilunga sull’andamento delle finanze pubbliche. Questo perché un giudizio sulla Finanziaria 2015 è previsto solo a fine mese.
In quella occasione, Bruxelles dovrà cifrare la riduzione del disavanzo richiesta all’Italia per quest’anno. Secondo le nuove linee-guida con cui interpretare il Patto di Stabilità e di Crescita, l’aggiustamento dipenderà principalmente dall’output gap, vale a dire il divario tra crescita reale e crescita potenziale. Secondo le stime pubblicate oggi, la Commissione prevede un output gap del 3,5% del Pil, anziché il 3,4% stimato in novembre. Secondo le nuove regole di bilancio, a un paese che ha un output gap negativo tra il 3 e il 4% del Pil può essere richiesto un aggiustamento di appena lo 0,25% del Pil. In questo senso, secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, la Commissione europea si appresta a chiedere al Governo italiano per quest’anno una riduzione limitata del suo disavanzo. In un momento di grande incertezza sul futuro della Grecia, ma anche della Francia, l’Italia gode di un atteggiamento benevolo da parte di Bruxelles.
Ecco di seguito le principali cifre pubblicate oggi dalla Commissione. Il prodotto interno lordo della zona euro è previsto in rialzo dell’1,3% nel 2015 e dell’1,9% nel 2016. In novembre, le stime stimavano l’espansione dell’economia all’1,1 e all’1,7%. «Tutti i paesi membri dovrebbero registrare una crescita quest’anno», si legge nelle previsioni comunitarie pubblicate a cadenza regolare. L’inflazione è prevista negativa nel 2015 (-0,1%), con un netto rialzo all’1,3% nel 2016.
«Il calo del prezzo del petrolio e l’indebolimento dell’euro stanno aiutando l’economia europea», spiega in un comunicato Pierre Moscovici, il commissario agli Affari economici, notando tuttavia l’incerta situazione geopolitica internazionale, tale da pesare sulle prospettive economiche. Aggiunge il vice presidente della Commissione responsabile dell’euro, Valdis Dombrovskis: «Dobbiamo accelerare sul fronte delle riforme per rafforzare la ripresa e assicurarci che il potere d’acquisto dei cittadini aumenti».
Per quanto riguarda l’Italia, le previsioni confermano le informazioni della vigilia. Il prodotto interno lordo dovrebbe aumentare dello 0,6% nel 2015 (stabile rispetto alla previsione di novembre, e dopo una contrazione dell’economia nel 2012, 2013 e 2014). La crescita dovrebbe accelerare all’1,3% nel 2016 (la stima autunnale era dell’1,1%). L’export crescerà più dell’import, provocando un aumento del saldo attivo dei conti correnti al 2,6% del Pil nel 2015-2016: «Un possibile rinvio della ripresa della domanda esterna è il principale rischio negativo per la previsione di crescita».
Viceversa, sempre secondo la Commissione europea, «l’adozione di riforme strutturali e il piano europeo degli investimenti rappresentano rischi in positivo verso la fine del periodo previsionale». Sul versante del mercato del lavoro, l’esecutivo comunitario nota che grazie a una diminuzione delle imposte sul lavoro, il costo unitario nominale del lavoro dovrebbe rimanere «generalmente stabile» nel 2015 e nel 2016. L’inflazione sarà negativa nel 2015, a -0,3%, in rialzo all’1,5% l’anno successivo.
Infine, i conti pubblici. Il deficit italiano è previsto al 3,0% del Pil nel 2014, al 2,6% del Pil nel 2015 e al 2,0% del Pil nel 2016. Il calo quest’anno è dovuto a una serie di risparmi, a un previsto aumento del gettito fiscale e a una diminuzione della spesa per interessi (la stima di novembre era per il 2015 del 2,7%). Il debito salirà ulteriormente nel 2015, al 133% del Pil, prima di scendere – se tutto va bene – nel 2016, al 131,9% del Pil. Nel suo breve capitolo dedicato all’Italia, la Commissione non si dilunga sull’andamento delle finanze pubbliche. Questo perché un giudizio sulla Finanziaria 2015 è previsto solo a fine mese.
In quella occasione, Bruxelles dovrà cifrare la riduzione del disavanzo richiesta all’Italia per quest’anno. Secondo le nuove linee-guida con cui interpretare il Patto di Stabilità e di Crescita, l’aggiustamento dipenderà principalmente dall’output gap, vale a dire il divario tra crescita reale e crescita potenziale. Secondo le stime pubblicate oggi, la Commissione prevede un output gap del 3,5% del Pil, anziché il 3,4% stimato in novembre. Secondo le nuove regole di bilancio, a un paese che ha un output gap negativo tra il 3 e il 4% del Pil può essere richiesto un aggiustamento di appena lo 0,25% del Pil. In questo senso, secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, la Commissione europea si appresta a chiedere al Governo italiano per quest’anno una riduzione limitata del suo disavanzo. In un momento di grande incertezza sul futuro della Grecia, ma anche della Francia, l’Italia gode di un atteggiamento benevolo da parte di Bruxelles.
Nessun commento:
Posta un commento