Mosca, ucciso in un agguato leader opposizione ed ex vicepremier Nemtsov
Il fondatore del partito liberale Parnas, ex vice primo ministro di Eltsin, freddato a colpi di pistola in pieno centro a Mosca. Nei giorni scorsi l'intervista in cui esprimeva timori per la propria vita, legati al suo attivismo contro il Cremlino. Il primo marzo avrebbe dovuto guidare la marcia di Primavera contro la guerra in Ucraina
Ilia Yashin è tra i primi ad accorrere. La polizia ha già isolato il grande ponte di pietra Zamoskvoretsk, nel cuore di Mosca. E’ quasi mezzanotte di venerdì 27 febbraio. Da quest’anno, è il giorno in cui si festeggiano i servizi segreti: strana coincidenza. A metà del ponte, s’intravede la sagoma di un corpo riverso sul marciapiede, il maglione sollevato sin quasi al collo, a scoprire il torace dove sono evidenti i fori dei proiettili; un paio di agenti della Scientifica arrivati dal commissariato centrale della Petrovka esaminano la scena dell’agguato, culminato con un’esecuzione che Putin stesso definirà più tardi “un brutale assassinio”. Roba da killer professionisti: rapidi e precisi. Hanno abbattuto l’obiettivo, senza effetti collaterali. Cioè non hanno fatto altre vittime, nemmeno chi era con lui.
L’uomo senza vita è Boris Nemtsov, fondatore del partito liberaleParnas, un tenace liberale fiero oppositore di Putin, figlio ribelle della nomenklatura sovietica al tempo della perestrojka, ex vicepremier (con delega all’Economia) e ministro dell’Energia dal 1997 al 1998 nel governo di Viktor Chermiadyne, quando il presidente della Russia era Boris Eltsin.
L’uomo senza vita è Boris Nemtsov, fondatore del partito liberaleParnas, un tenace liberale fiero oppositore di Putin, figlio ribelle della nomenklatura sovietica al tempo della perestrojka, ex vicepremier (con delega all’Economia) e ministro dell’Energia dal 1997 al 1998 nel governo di Viktor Chermiadyne, quando il presidente della Russia era Boris Eltsin.
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