REFERENDUM
ABROGATIVO 2011, IL COMITATO CITTADINO ACQUA PUBBLICA APRILIA SCRIVE A
MATTARELLA
“Egregio
presidente, nel suo discorso d’insediamento ha più volte richiamato i principi
ispiratori della Carta Costituzionale e di quanto Essa sia a fondamento della
democrazia reale ed al servizio dei diritti dei cittadini.
In
occasione dei nostri 10 anni di attività a servizio della nostra Comunità e
della verità, Ci rivolgiamo a Lei, anche in qualità di ex componente della Corte
Costituzionale, per richiamare la Sua attenzione sul rispetto sostanziale e non
formale degli esiti referendari del 12 e 13 giugno 2011 in tema di gestione
pubblica dell’acqua bene comune. Noi come tanti altri siamo andati a votare per
confermare o abrogare leggi dello Stato”. Così esordisce il Comitato Cittadino
Acqua Pubblica Aprilia in una lettera indirizzata al presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella.
“Eravamo
tanti, di differenti orientamenti politici, ma ci siamo andati per esercitare un
atto di democrazia diretta. Il voto referendario infatti è l’unica e l’ultima
possibilità che resta ai cittadini per indicare al legislatore quali leggi si
vogliono o non si vogliono.
In
sé l’abrogazione di una legge, oltre ad essere un atto tecnico-giuridico, è
anche un atto di alto valore politico, poiché indica al mondo della
rappresentanza politica l’indirizzo che deve essere seguito rispetto alla
materia della legge che si intende abrogare.
Nello
specifico, se si abroga parte della legge che prevede l’adeguata remunerazione
del capitale investito nella gestione del servizio idrico, vuol dire che i
cittadini non vogliono leggi in quella direzione. Se si abroga una legge che
obbliga alla privatizzazione della gestione del servizio idrico vuol dire che i
cittadini non vogliono leggi in quella direzione. Pertanto la volontà politica
espressa dai cittadini indica che non solo non bisogna continuare sulla strada
perseguita dal legislatore, ma che bisogna tornare indietro rispetto alle scelte
già fatte.
La
stessa Corte Costituzionale è dovuta intervenire più volte per evitare
l’aggiramento del voto referendario e non ultimo, con la sentenza n. 199 del 17
luglio 2012, che porta anche la Sua firma, per evitare che il legislatore
introducesse sotto mentite spoglie quanto abrogato dal referendum popolare del
2011.
Con
il DL n. 70/2011, il d.P.C.M del 20 luglio 2012 ed il nuovo metodo tariffario
formulato dall’Autorità energia elettrica, gas e sistema idrico è stata
reintrodotta l’abrogata remunerazione del capitale investito (profitto
sull’acqua) sotto mentite spoglie. Le norme dello “Sbocca Italia” e la prossima
riforma della pubblica amministrazione, aggirando ancora una volta la volontà
popolare, limitano ampiamente la possibilità per gli enti locali di gestire il
servizio idrico attraverso enti strumentali. Ci rivolgiamo a Lei – conclude il
Comitato – fedele custode della norma costituzionale, poiché già nel passato ci
siamo visti costretti a restituire la tessera elettorale per denunciare
l’elusione e l’aggiramento del voto referendario.
Ci
congediamo formulandoLe migliori e sinceri auguri per la Sua recente nomina e
per gli innumerevoli e gravosi compiti che l’attendono”.
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