SENZA
CORRUZIONE RIPARTE IL FUTURO: LA CAMPAGNA ONLINE
È
stata lanciata l'8 gennaio e in sole due ore ha raccolto più di 1.200
pre-adesioni. È la campagna “Riparte il futuro”
contro la corruzione e il 16 gennaio è stata presentata ufficialmente alla
Camera dei Deputati. Una risposta incredibile, segno che il tema è molto sentito
perché più vivo e presente che mai nel tessuto istituzionale del nostro
Paese.
Solo
per dare qualche numero, per il Trasparency International, l’associazione che
dal 1998 stila la classifica dell’indice di Percezione della Corruzione (CPI) di
174 Paesi del mondo, siamo al 72° posto. Terzultimi in Europa, seguiti solo da
Bulgaria e Grecia. Ma la corruzione non ha a che fare solo con la disonestà del
pubblico ufficiale che riceve soldi e favori non dovuti. Si tratta di un
fenomeno più complesso che trascina con sé disoccupazione, crisi economica,
inefficienza dei servizi pubblici ed ineguaglianze sociali.
Nel
2011 la campagna “Corrotti” condotta dalle associazioni Libera e Avviso Pubblico
ha raccolto un milione e mezzo di cartoline, poi consegnate al Quirinale, in cui
si chiedeva l’impegno di governo e Parlamento ad adeguare il nostro codice
civile alle leggi internazionali anticorruzione. “Un pezzo della storia
d’Italia”, era stato il commento del presidente Giorgio Napolitano al momento
della consegna.
Rappresentando
idealmente il prosieguo di quell’iniziativa che ha portato alla promulgazione
dell’attuale legge anti corruzione, “Riparte il futuro” si presenta con una
metodologia nuova e del tutto innovativa, il primo ed unico esperimento del
genere in Italia.
Spiega
Eugenio Orsi, tra i responsabili della campagna: “Con la prima petizione abbiamo
ottenuto un risultato importante, la promulgazione dell’attuale legge anti
corruzione, che però non basta. La legge durante il suo iter è stata più volte
emendata e così com’è non è, a nostro avviso, sufficiente a contrastare il
fenomeno, e vogliamo che il nuovo Parlamento intervenga nuovamente. Per questo
abbiamo deciso di continuare questa lotta con mezzi nuovi, ancora più efficaci,
per informare e coinvolgere il popolo italiano e soprattutto verificare che gli
impegni presi dai politici vengano rispettati nei fatti”.
Ma
in che modo i candidati possono dimostrare il loro impegno contro la corruzione?
“Ai candidati chiederemo di sottoscrivere un modulo scaricabile dal nostro sito
e composto da cinque impegni. Quattro riguardano la trasparenza: chiederemo loro
di rendere pubblico il proprio curriculum vitae con tutti gli incarichi
ricoperti, la propria situazione giudiziaria, reddituale e patrimoniale ed
eventuali conflitti di interesse.
Lo
scopo è quello di aiutare l’elettorato a scegliere in maniera più consapevole i
propri rappresentanti in Parlamento, come succede nel resto d’Europa. Il quinto
impegno invece sarà una promessa di responsabilità: inserire la riforma della
norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) tra i punti urgenti
della propria campagna elettorale ed attuarla nel ruolo di parlamentare nei
primi cento giorni di governo. I nomi dei candidati aderenti verranno poi
pubblicati sul sito suddivisi per circoscrizioni, in modo da facilitarne la
consultazione”.
Grazie
alla sottoscrizione di questi impegni si potrà dunque sapere quali candidati
saranno disposti a lottare in Parlamento contro la corruzione, e, forse, ad
accorciare le distanze tra la politica e la cittadinanza, quest’ultima troppo
spesso sfiduciata dai fenomeni corruttivi che logorano la vita istituzionale e
sociale di questo paese.
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