RIFIUTI
SPECIALI A GAETA, PRIMI INTERROGATORI
Prendono
il via questa settimana gli interrogatori sulla vicenda dei rifiuti ferrosi
sequestrati più di un mese fa dentro al porto di Gaeta e ora oggetto di
un’inchiesta per traffico internazionale di rifiuti speciali. Il gruppo
interforze delegato dal sostituto Eleonora Tortora sentirà per primi i titolari
delle aziende che hanno conferito i rifiuti tra la fine di novembre e il 18
dicembre, giorno del sequestro disposto dalla Procura per accertare se si
trattava effettivamente solo di un deposito di ferro o c’erano anche altre
sostanze in quantità tale da alterarne la tipologia. Stabilire la provenienza il
più possibile esatta del materiale stoccato potrebbe essere un tassello
fondamentale dell’indagine in corso. Le ditte coinvolte sono sei e i titolari
sono indagati per traffico internazionale di rifiuti speciali, ma saranno
sentiti anche gli autisti dei camion. Secondo l’ARPA Lazio il deposito di ferro
contiene una percentuale di olio (che secondo le direttive comunitarie non
potrebbe superare il 2%) e per questo vanno fatte ulteriori analisi sui
contenitori a pressione ritrovati sul posto. Le analisi dell’Agenzia Regionale
sono state consegnate in Procura la scorsa settimana.
I
rifiuti dovevano essere caricati su una nave e portati in fonderia in Turchia ma
al deposito attuale, di 2.800 tonnellate, mancano ancora circa mille tonnellate
per completare il carico della nave che era stata prenotata dalla società
acquirente, la Eri Metal Scrap con sede legale a Malta. Ulteriori accertamenti
in questi giorni hanno riguardato i conducenti dei camion che hanno scaricato i
rifiuti a Gaeta; a carico di alcuni di loro ci sono imputazioni importanti e per
questo l’Ufficio Dogana sta svolgendo ulteriori verifiche incrociate su tutte le
bolle di accompagnamento consegnate al momento dello stoccaggio del materiale
poi sottoposto al sequestro.
TUTTI
GLI INDIZI SULL’ARRIVO DI SOSTANZE TOSSICHE, DA BORGO MONTELLO A
MINTURNO
Quanti
rifiuti speciali «scappano» qua e là in provincia di Latina? Il calcolo preciso
non è semplice.
Un
giorno trovi fanghi dispersi lungo l’Ufente nel territorio di Pontinia; un altro
un torrente (Ficoccia) di Aprilia diventa verde e un altro ancora
improvvisamente si verifica una moria di pesci nei canali di Latina.
Sono
tutte conseguenze di scarichi illegali e rifiuti speciali lasciati andare senza
timore di controlli impellenti?
Non
si può dire perché non ci sono prove, ma indizi che sul territorio arrivino
rifiuti speciali e pure da fuori provincia ce ne sono a iosa. Il più eclatante
ha riguardato Minturno: in una notte (del 2007) improvvisamente l’area
temporanea di raccolta si è riempita di rifiuti, in una quantità e «qualità»
tali che non potevano essere il frutto del solo conferimento dei cittadini di
Minturno.
E
infatti da quel «ritrovamento» è partita l’inchiesta che ha accertato la truffa
in danno del Comune di Minturno il cui processo è tuttora in corso davanti al
Tribunale di Gaeta e vede imputati dipendenti dell’ente e politici.
Un
traffico di rifiuti speciali verso alcune aree meridionali della provincia di
Latina è stato più volte ipotizzato e fortissimi dubbi ci sono anche su ciò che
è stato conferito nei primi anni di esercizio della discarica di Borgo Montello
che ha già prodotto l’inquinamento accertato delle falde acquifere soggiacenti
(anche qui il processo sulle responsabilità dei gestori è in corso).
Negli
invasi di Montello è finito quasi di tutto come si evince dagli atti dell’ultima
Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti del Lazio che dedica
alla discarica di Latina un intero capitolo che svela alcune scomode verità su
come veniva attuato il conferimento dei rifiuti in quello che all’epoca dei
fatti era un sito del Comune di Latina poi passato a imprese private che, in
seguito a diverse modifiche societarie, sono le stesse che forse accoglieranno i
rifiuti di Roma per smaltirli in appositi impianti che autorizza in gran fretta
il Ministero dell’Ambiente.
DALLA
TERRA DEI FUOCHI A QUI
Il
sito La terra dei fuochi.it che da tempo si occupa dei roghi tossici di rifiuti
in Campania offre una versione diversa e assai preoccupante della possibile
provenienza del deposito di Gaeta, senza prove concrete ma con molta, molta
esperienza in materia. Volentieri riportiamo l’articolo pubblicato sul sito.
In
Campania e non solo, ad opera di organizzazioni criminali ogni anno vengono
bruciate in modo barbaro tonnellate di materiali col fine di raccogliere e
riciclare illegalmente ferro e metalli che ne derivano. Nei roghi tossici e
illegali che ci avvelenano, finiscono non solo cose da smaltire, ma soprattutto
utili da riciclare come parti e resti di autovetture, elettrodomestici e rifiuti
speciali d'ogni sorta. Il sequestro di materiale ferroso avvenuto in questi
giorni nel porto di Gaeta, molto probabilmente è riferibile a simili attività,
poiché se non si è certi della provenienza è facile che tali materiali siano
imputabili ad attività di recupero illecitamente condotte in spregio alla salute
e all'ambiente, molte delle quali hanno la loro “base operativa” proprio qui da
noi nella “Terra dei Fuochi”. Noi di La Terra dei Fuochi sono anni che lo
abbiamo denunciato a ogni autorità competente. Le denunce precedenti alle nostre
parlavano di situazioni legate a specifiche aree del territorio e/o a situazioni
non sempre collegate tra loro. La nostra è stata la prima denuncia che ha
inquadrato il fenomeno dei roghi tossici per la sua vera natura, ovvero
definendolo come un vero e proprio “sistema criminale” usato e diffuso sul
territorio regionale, dedito non solo allo smaltimento, ma soprattutto al
riciclo illegale di questa tipologia di rifiuti. Pertanto, quand'anche qualcuno
potesse immaginare che quella sulla banchina del porto è solo ferraglia
arrugginita e quindi innocua, in realtà si sbaglia. La provenienza dubbia (da
accertare) più eventuali segni di combustione sarebbero già indizi sufficienti
dell'attività illecita e inquinante commessa a monte al fine di recuperare i
metalli che ne derivano per avviarli così al riciclo in altre regioni o nazioni
come materie prime secondarie.? Dove finiscono migliaia di tonnellate di metalli
che ogni anno vengono ricavate illegalmente anche attraverso numerosi roghi
tossici nella terra dei fuochi (??)? In tanti anni come è stato possibile per
diverse Procure ignorare e sottovalutare un simile mercato illegale dai proventi
milionari (??)? Chi è che ha interesse a coprire e depenalizzare questo tipo di
reati, di fatto favorendo un vero e proprio commercio internazionale di
materiali e rifiuti (??)
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