GLI
INTRECCI TOSSICI. CHI HA COMPRATO I TERRENI ATTORNO ALLA DISCARICA DI BORGO
MONTELLO
di
Graziella Di Mambro
È
una landa nauseante di 50 ettari che non ha più nulla di quello che è stata, un
borgo agricolo trasformato nella quarta discarica più grande d’Italia ed è
destinata a crescere ancora. È Borgo Montello. E quel che diventerà domani non
deriverà dal decreto del ministro dell’Ambiente italiano, ma dalla lungimiranza,
dal potere di persuasione e dai soldi di alcuni gruppi economici riconoscibili,
con dei beneficiari a sorpresa, personaggi vicini, vicinissimi al clan dei
casalesi. Indirettamente questo dettaglio lo ha svelato l’ARPA Lazio, che quando
è andata a fare i rilievi presso i pozzi piezometrici per stabilire il livello
dell’eventuale inquinamento della falda acquifera ha indicato i punti di
prelievo con «Coppola-Schiavone» e «Coppola2». I pozzi si trovavano al limitare
della discarica e i terreni sono riferibili a Michele Coppola e Antonio
Schiavone, entrambi di San Cipriano d’Aversa, il secondo inciampato in
un’inchiesta da cui poi è uscito. In concreto sono due coraggiosi imprenditori
che hanno acquistato un blocco di terreni a Montello alla fine degli anni 80
(quando la discarica era del Comune di Latina e i camion entravano allegramente
con qualunque cosa a bordo, come è emerso in una recente audizione in
Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti nel Lazio). Quei
terreni erano tutti confinanti con gli invasi e a occhio e croce non potevano
interessare ad altri che ai gestori, uno in particolare, la Indeco che ad un
certo punto, dal 2008, comincia rastrellare ettari di terreno e acquista tramite
Green Holding e Alice Acque (interamente controllata dallo stesso gruppo). Una
ricostruzione dettagliata di questi passaggi di proprietà, fatta da Marco
Omizzolo e Roberto Lessio di Legambiente, è stata presentata ieri mattina nel
corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato anche il responsabile
provinciale di Libera, Fabrizio Marras, e Valentina Romoli di Legambiente
Lazio.
Ancora
tra il 2005 e il 2008, nel corso dei prelievi fatti dall’ARPA Lazio per
verificare l’inquinamento dentro e fuori la discarica, i pozzi situati lungo via
del Pero, ossia lungo il perimetro degli invasi, risultano indicati su aree
«Coppola-Schiavone». Le aree diventeranno di proprietà di Green Holding della
famiglia Grossi e della derivata Alice Acquedotti di lì a poco, nel 2009, quasi
in contemporanea con l’autorizzazione di due nuove vasche delle discariche, una
ciascuna a Indeco ed EcoAmbiente. Ma nei dintorni della discarica sono nati in
questi anni anche piccoli edifici (cose da nulla), tutti su una piccola
particella incastonata tra le proprietà ex Coppola Schiavone. E di chi sono? Di
una s.r.l. romana, la Eco Latina Impianti, che fa capo al gruppo di Manlio
Cerroni. Cioè: negli ultimi 15 anni due grossi gruppi economici, Cerroni e
Grossi, hanno investito sui terreni attorno alla discarica che a detta di tutti
i partiti politici doveva chiudere o diventare più piccola; oltre a loro hanno
acquistato e poi rivenduto anche due signori di San Cipriano d’Aversa. E se,
oggi, c’è qualcuno cui il decreto Clini non crea disagio sono queste persone
fisiche e giuridiche, che, d’altro canto, hanno sempre avuto fiducia in una
qualche redditività dei terreni «agricoli» di Montello. Ci hanno creduto solo
loro. Tutti gli altri agricoltori vorrebbero scappare o almeno essere risarciti.
Adesso sappiamo che ci crede anche il Ministero. Ed è tutto casuale.
LEGAMBIENTE
E LIBERA: REALIZZATA UNA SANTA ALLEANZA SU QUEL SITO
Dopo
aver messo sottosopra mezzo Catasto e il data base della Camera di Commercio
quelli di Legambiente lo hanno detto, scritto: «In quel sito si è realizzata una
santa alleanza in nome dell’immondizia e delle bollette applicate agli utenti
per smaltirla. E restano delle domande inevase: cosa se ne fa Cerroni di quegli
edifici che risultano in fase di abbandono, mentre ai confini pullulano
iniziative per lo smaltimento dei rifiuti». Se, come appare quasi scontato,
verrà accelerata la procedura di approvazione degli impianti di trattamento
meccanico biologico, anche Indeco avrà la sua corsia preferenziale e nel giro di
un anno sarà pronta per lo smaltimento dei rifiuti di Roma, come vuole il
decreto. E se, come ha sottolineato ieri in consiglio provinciale il presidente
Armando Cusani, i rifiuti di risulta del pre trattamento devono andare in una
discarica il più possibile vicina, è chiaro che le aree più utili e
immediatamente disponibili sono quelle degli stessi proprietari degli invasi
attuali che dunque potranno chiedere e facilmente ottenere un ampliamento.
Diventato anche necessario ora che arrivano i rifiuti di Roma. Ma cosa sarebbe
successo se non fosse arrivato il decreto del ministro dell’Ambiente a rovinare
la ineccepibile politica ambientale della Provincia di Latina? Nulla. O meglio,
sarebbe passato il piano provinciale a ciclo chiuso, un sistema che prevede lo
smaltimento fino all’ultimo chilo di tutti i rifiuti prodotti su questo
territorio. In che modo? Possibilmente con la costruzione di un grosso impianto
industriale, un termovalorizzatore, che per anni è stato al centro dei programmi
della Provincia in materia di rifiuti. Il punto, non marginale, di questa
alternativa è che l’impianto di termovalorizzazione sarebbe stato costruito
praticamente sulla stessa area che comprende le proprietà e le aziende indicate
come «Coppola-Schiavone» e «Coppola 2». Nello stesso periodo in cui avvenivano i
passaggi di proprietà e l’acquisizione di Indeco, tramite le due partecipate
milanesi Green Holding e Alice acque, l’amministrazione provinciale di Latina ha
indetto il bando europeo per la realizzazione del termovalorizzatore, bando poi
saltato. Si potrebbe definire un «affare sfumato» per i proprietari di quelle
aree, che comunque adesso hanno l’opportunità di recuperare grazie al decreto
Clini. In qualunque modo si sarebbe messa la storia dello smaltimento e del
ciclo rifiuti, quei terreni di Montello valevano un tesoro. E sono proprio quei
terreni a sminuire il valore politico, civile e amministrativo delle
dichiarazioni che si stanno registrando in queste ore.
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