ARSENICO
NELL’ACQUA: I COMUNI INTERESSATI E LE REGOLE DA RISPETTARE
di
G. C.
La
storia dell’arsenico nell’acqua è ormai vecchia: si sapeva da tempo, infatti,
che diversi acquedotti del Lazio non erano in regola con i limiti di sostanze
velenose contenute nella risorsa idrica che scorre nei rubinetti, ma fino al 31
dicembre le deroghe concesse per risanare la situazione avevano permesso ai
Comuni di non emettere alcuna ordinanza. La cessazione delle deroghe ha ora
avuto effetto immediato e le Amministrazioni locali hanno dovuto emettere
ordinanza di non potabilità.
Ad
esser maggiormente colpiti dalle ordinanze di non potabilità per l’elevato
contenuto di arsenico nell’acqua è la provincia di Viterbo. In particolare
l’acqua non è potabile a: Civita Castellana, Bagnoregio, Blera, Bolsena, Canino,
Capodimonte, Capranica, Caprarola, Carbognano, Civitella D'Agliano, Fabrica di
Roma, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Lubriano, Marta, Montalto di Castro,
Monte Romano, Piansano, Ronciglione, Villa San Giovanni in Tuscia, Vetralla,
Tuscania, Tessennano, Tarquinia e Viterbo.
Ordinanze
di non potabilità dell’acqua anche in
provincia di Roma. Non possono bere l’acqua del rubinetto i cittadini di Velletri, Lanuvio,
Civitavecchia Nord (dove le famiglie hanno ricevuto una card per ritirare
gratuitamente 600 litri d'acqua ciascuna), Ardea, Canale Monterano, Mazzano
Romano, Anguillara Sabazia, Ponton dell'Elce e Colle Biadaro.
Le
ordinanze di non potabilità dell’acqua richiedono il rispetto di alcune
regole da parte dei cittadini: non basta, infatti, non bere l’acqua che scorre
dai rubinetti. Nelle zone fuori legge, oltre al divieto di bere, infatti, è in
vigore il divieto d’uso per cottura, reidratazione e ricostituzione di alimenti,
il divieto d’uso per preparazione di alimenti e bevande, il divieto d’uso per
pratiche di igiene personale che comportino ingestione anche limitata di acqua,
come il lavaggio denti. È consentito l'uso dell’acqua del rubinetto per igiene
personale, tranne nei casi di presenza di specifiche patologie cutanee. Tra gli
usi consentiti rientrano invece le operazioni di igiene domestica (lavaggio
indumenti, stoviglie e ambienti), lo scarico del wc e l'utilizzo negli impianti
di riscaldamento.
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