giovedì 10 gennaio 2013

Consumi, Confcommercio: il 2012 è stato l'anno peggiore dal dopoguerra. Istat: crolla il potere d'acquisto


Consumi, Confcommercio: il 2012 è stato l'anno peggiore dal dopoguerra. Istat: crolla il potere d'acquisto

Il 2012 sarà ricordato come l'anno più difficile per i consumi del secondo dopoguerra. Lo sottolinea la Confcommercio: il suo indicatore de consumi registra per novembre una diminuzione del 2,9% in termini tendenziali ed una flessione dello 0,1% rispetto al mese precedente. Nel frattempo l'Istat ha reso noto che nei primi mesi del 2012 è crollato il potere di acquisto delle famiglie (-4,1%). Dopo il rilascio dei dati dell'Istituto nazionale di statistica il Codacons denuncia: per le famiglie una tassa da 1500 euro. 
Diminuzione del 2,9% rispetto al 2011 - I dati dell'indicatore dei consumi relativi ai primi 11 mesi, segnano un -2,9% rispetto all'analogo periodo del 2011, e "mostrano con una certa evidenza - rileva Confcommercio - come il 2012 si avvii ad essere ricordato come l'anno più difficile per i consumi del secondo dopoguerra. La riduzione è, infatti, la più elevata registrata dall'inizio delle serie storiche".
La crisi imperversa - Per Confcommercio "Il permanere di dinamiche congiunturali negative, anche nei mesi finali dell'anno, continua a segnalare, unitamente agli altri indicatori congiunturali, come la crisi sia ancora ben presente all'interno del sistema economico. Difficilmente la nostra economia, ed i consumi in particolare, potranno cominciare a mostrare, nel breve periodo, segnali di un significativo miglioramento".
Servizi e beni - La dinamica tendenziale dell'indicatore dei consumi di novembre riflette una diminuzione del 3,6% della domanda relativa ai servizi e del 2,7% della spesa per i beni. In un contesto che ha registrato per la quasi totalità dei beni e servizi una pesante riduzione delle quantità acquistate dalle famiglie, rispetto all'analogo mese del 2011, l'unico segmento che continua a mostrare, nel confronto tendenziale, una dinamica positiva nel è quello relativo ai beni e servizi per le comunicazioni. I beni e servizi per la cura della persona mostrano una domanda stabile, dinamica dovuta alla spese per la salute, servizi e prodotti.
Istat: crolla il potere di acquisto nel 2012 - Crolla il potere di acquisto delle famiglie: nei primi 9 mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, il potere di acquisto ha registrato una flessione del 4,1%. Lo comunica l'Istat aggiungendo che nel terzo trimestre 2012 si è ridotto del 4,4% rispetto al terzo trimestre 2011.
Cala il reddito disponibile, giù la spesa - Un quadro negativo sui consumi è emerso anche nel rapporto Istat. Il reddito disponibile delle famiglie nel terzo trimestre del 2012 è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente ma è diminuito dell'1,9% nel confronto con il corrispondente periodo del 2011. L'Istat ha poi spiegato che di conseguenza la spesa delle famiglie per consumi finali è diminuita dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e del 2,2% rispetto al corrispondente periodo del 2011.
In lieve aumento la propensione al risparmio - L'Istat ha comunicato che nel terzo trimestre del 2012 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, misurata al netto della stagionalità, è stata pari all'8,9%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2011.
Pressione fisco sale al 41,3% - Il valore della pressione fiscale nei primi nove mesi del 2012 è pari al 41,3% (era il 39,8% nello stesso periodo dell'anno precedente), mentre nel solo terzo trimestre 2012 la pressione fiscale è stata pari al 42,6% (era il 40,6% nel corrispondente trimestre del 2011). Lo ha reso noto l'Istat confermando quindi che le tasse in Italia hanno ormai raggiunto livelli non più sostenibili dalle famiglie. L'Istat ha precisato che la pressione fiscale è calcolata come rapporto tra la somma di imposte dirette, imposte indirette, imposte in c/capitale, contributi sociali e il Prodotto interno lordo (Pil) e non, come erroneamente riportato da alcune testate, come rapporto tra entrate totali delle amministrazioni pubbliche e Pil. 
Codacons: crollo potere di acquisto è una tassa da 1500 euro - "Pesantissimi" per il Codacons i dati forniti oggi dall'Istat sulla perdita del potere d'acquisto delle famiglie: nei primi 9 mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, il potere di acquisto ha registrato infatti una flessione del 4,1%. "Tale perdita di capacità di spesa, se sarà confermata su base annua, - calcola l'associazione - equivale ad una tassa invisibile a carico delle famiglie, che ha pesato nel 2012 per 1.433 euro su una famiglia di 3 persone, e addirittura per 1578 euro su un nucleo composto da 4 persone. Si tratta di una vera e propria 'mazzata', peggiore di quella del 2009, anno nero della crisi economica - spiega il Presidente Carlo Rienzi - Di fronte a dati così negativi e all'impoverimento degli italiani, il 2013 farà registrare un ulteriore calo dei consumi e una nuova ondata di povertà che trascinerà migliaia di famiglie nel baratro".
Cia: metà delle famiglie taglia budget per tavola - Il tonfo del potere d'acquisto degli italiani si ripercuote anche a tavola: 11 milioni di famiglie, praticamente una su due, riduce il budget di spesa per l'alimentazione, mentre tre sue cinque modificano le abitudini di acquisto, rincorrendo offerte e rivolgendosi ai discount. Lo sottolinea la Cia - Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati su reddito e risparmio delle famiglie diffusi oggi dall'Istat. I tagli non riguardano solo il superfluo e modificano sostanzialmente il menù quotidiano delle persone: secondo un'indagine della confederazione, il 35% delle famiglie ha ridotto dosi e quantità acquistate, il 41,1% degli intervistati quelle di frutta e verdura, il 37% del pane e della pasta, il 38,5% di carne rossa e pesce. "Gli italiani sono allo stremo. Per questo – avverte – bisogna assolutamente prendere provvedimenti per aiutare le famiglie, altrimenti l'Italia non uscirà mai dal tunnel della crisi".

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