Cori razzisti a Busto Arsizio
Il Milan abbandona il campo
Nell'amichevole contro la Pro Patria
I rossoneri hanno lasciato il terreno di gioco dopo 26 minuti di gioco
per gli insulti rivolti a Boateng, Niang, Emanuelson e Muntari. Allegri:
"Bisogna smetterla con questi gesti incivili. Torneremo qui per le
famiglie e i bambini"
Busto Arsizio, 3 gennaio 2012 - Non poteva aprirsi peggio il 2013 del calcio italiano. L'ennesima triste
pagina del pallone è stata scritta questo pomeriggio a Busto Arsizio
dove il Milan aveva programmato un test amichevole contro la Pro Patria.
Il match è durato però appena 26 minuti prima di essere interrotto a causa degli insulti razzisti di una parte dei tifosi locali rivolti a Boateng, Niang e Muntari. I rossoneri hanno così deciso di lasciare il terreno di gioco e il match è stato dunque sospeso.
Parte dei supporter presenti sugli spalti si è dissociato da tali manifestazioni razziste, ma i rossoneri hanno deciso di non rientrare in campo. A spiegare quanto accaduto ci ha pensato il capitano rossonero, Massimo Ambrosini: "Andava dato un segnale. Non si può tollerare una cosa del genere, non si poteva continuare la partita con questo clima anche perché bisogna far capire certe cose. Ci dispiace per la stragrande maggioranza di persone che non ha nulla a che vedere con quanto successo, proprio per questo abbiamo preso l’impegno di tornare prima possibile".
Amaro anche il commento di Allegri: "Siamo dispiaciuti e amareggiati, ma il Milan ha fatto la scelta giusta per rispetto dei nostri calciatori e di tutti gli uomini che hanno un colore diverso della pelle. Bisogna smetterla con questi gesti, l'Italia deve diventare un paese più civile. Ci dispiace soprattutto per le famiglie e i bambini che erano venuti a vederci. A loro abbiamo promesso che torneremo a giocare qui".
IL PATRON DELLA PRO PATRIA: "AMAREGGIATO, MA LA SOCIETA' NON PUO' FARE NULLA" - Pietro Vavassori, patron della Pro Patria, allarga le braccia per quanto successo durante l'amichevole contro il Milan: "Non sono nostri ultrà, non possiamo intervenire sugli spalti, questo è un compito delle forze dell’ordine. Questi signori vanno isolati - ha detto ai microfoni di Sky - ma non sono persone che vediamo allo stadio. Sono amareggiato, non ho parole. Purtroppo le società sono impotenti, non possono fare nulla". Vavassori ha raccontato di aver "sperato fino all’ultimo che i tentativi della dirigenza del Milan andassero a buon fine, ma ha prevalso la solidarietà ai giocatori".
LA NOTA DELLA SOCIETA' ROSSONERA - E' stata una giornata "rovinata da quelli che giustamente il patron bustocco definisce 'quattro fessi'. Busto Arsizio è una cittadina operosa e civile. Su questo non ci piove e non si transige. Il Milan ci tornerà: volentieri e a testa alta. Ma i buu razzisti piccoli piccoli di oggi non potevano rimanere impuniti. A condannarli la vergogna che si deve saper provare quando, a causa di pochi, si sottrae a molti un sereno pomeriggio di sport". Questa la nota del Milan apparsa sul proprio sito internet per commentari i fatti di Busto Arsizio. ''A un certo punto - si legge ancora - tutto il Milan ha detto basta. Chi ha lo stesso colore del cuore di Boateng, Muntari e Niang non ne ha potuto più e a ha deciso che era ora di dare una lezione a quei quattro sprovveduti. Erano in piedi con la loro ignoranza, ma era come se fossero rasoterra. 'Facciamone tesoro di questa esperienza', ha detto giustamente Mister Allegri. 'Torneremo', ha promesso a tutta Busto capitan Ambrosini. E così sia, ma il calcio italiano isoli definitivamente le presenze piccole piccole che infestano i nostri stadi", conclude la nota.
Il match è durato però appena 26 minuti prima di essere interrotto a causa degli insulti razzisti di una parte dei tifosi locali rivolti a Boateng, Niang e Muntari. I rossoneri hanno così deciso di lasciare il terreno di gioco e il match è stato dunque sospeso.
Parte dei supporter presenti sugli spalti si è dissociato da tali manifestazioni razziste, ma i rossoneri hanno deciso di non rientrare in campo. A spiegare quanto accaduto ci ha pensato il capitano rossonero, Massimo Ambrosini: "Andava dato un segnale. Non si può tollerare una cosa del genere, non si poteva continuare la partita con questo clima anche perché bisogna far capire certe cose. Ci dispiace per la stragrande maggioranza di persone che non ha nulla a che vedere con quanto successo, proprio per questo abbiamo preso l’impegno di tornare prima possibile".
Amaro anche il commento di Allegri: "Siamo dispiaciuti e amareggiati, ma il Milan ha fatto la scelta giusta per rispetto dei nostri calciatori e di tutti gli uomini che hanno un colore diverso della pelle. Bisogna smetterla con questi gesti, l'Italia deve diventare un paese più civile. Ci dispiace soprattutto per le famiglie e i bambini che erano venuti a vederci. A loro abbiamo promesso che torneremo a giocare qui".
IL PATRON DELLA PRO PATRIA: "AMAREGGIATO, MA LA SOCIETA' NON PUO' FARE NULLA" - Pietro Vavassori, patron della Pro Patria, allarga le braccia per quanto successo durante l'amichevole contro il Milan: "Non sono nostri ultrà, non possiamo intervenire sugli spalti, questo è un compito delle forze dell’ordine. Questi signori vanno isolati - ha detto ai microfoni di Sky - ma non sono persone che vediamo allo stadio. Sono amareggiato, non ho parole. Purtroppo le società sono impotenti, non possono fare nulla". Vavassori ha raccontato di aver "sperato fino all’ultimo che i tentativi della dirigenza del Milan andassero a buon fine, ma ha prevalso la solidarietà ai giocatori".
LA NOTA DELLA SOCIETA' ROSSONERA - E' stata una giornata "rovinata da quelli che giustamente il patron bustocco definisce 'quattro fessi'. Busto Arsizio è una cittadina operosa e civile. Su questo non ci piove e non si transige. Il Milan ci tornerà: volentieri e a testa alta. Ma i buu razzisti piccoli piccoli di oggi non potevano rimanere impuniti. A condannarli la vergogna che si deve saper provare quando, a causa di pochi, si sottrae a molti un sereno pomeriggio di sport". Questa la nota del Milan apparsa sul proprio sito internet per commentari i fatti di Busto Arsizio. ''A un certo punto - si legge ancora - tutto il Milan ha detto basta. Chi ha lo stesso colore del cuore di Boateng, Muntari e Niang non ne ha potuto più e a ha deciso che era ora di dare una lezione a quei quattro sprovveduti. Erano in piedi con la loro ignoranza, ma era come se fossero rasoterra. 'Facciamone tesoro di questa esperienza', ha detto giustamente Mister Allegri. 'Torneremo', ha promesso a tutta Busto capitan Ambrosini. E così sia, ma il calcio italiano isoli definitivamente le presenze piccole piccole che infestano i nostri stadi", conclude la nota.
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