giovedì 13 settembre 2012

Zaratti scrive al ministro Clini: verifiche su Acqualatina


Zaratti scrive al ministro Clini: verifiche su Acqualatina

13/09/2012, di .
«Egregio Ministro, secondo i poteri di vigilanza sull’uso delle risorse idriche di competenza del ministero dell’ambiente, le chiedo di disporre una verifica sulla gestione del servizio idrico nell’Ato 4 Lazio meridionale e sull’operato dell’autorità d’ambito». Questa è la richiesta che Filiberto Zaratti, Consigliere di Sinistra ecologia libertà con Vendola alla Regione Lazio, ha rivolto al ministro Clini attraverso un dossier di 300 pagine sul caso Acqualatina.
«La recente stagione estiva – dice Zaratti – ha fatto riemergere una emergenza idrica nel sud pontino,
dove ancora si registra un’altissima percentuale di dispersione idrica. Intere città come Formia, Gaeta e
Minturno sono state letteralmente messe in ginocchio dal razionamento quotidiano di acqua proprio nel
momento di maggior affluenza turistica».
«Il mancato ammodernamento delle reti colabrodo e il ridotto contrasto delle perdite idriche, che in
questa provincia superano il 60%, è anche il frutto di un continuo rinvio degli investimenti di Acqualatina
sul piano d’ambito – aggiunge Zaratti – Parte di questi interventi il gestore, secondo il disciplinare allegato
alla convenzione di gestione, avrebbe dovuto realizzarli nei primi sei anni».
«Ma questo – prosegue Zaratti – è soltanto uno dei 27 punti di illegittimità riscontrati da un’indagine
amministrativa della Regione Lazio nel 2008. Successivamente all’aggiudicazione della gara, infatti, la
conferenza dei sindaci dell’Ato ha deliberato modifiche sostanziali alla convenzione tipo approvata dalla
Regione, che ha consentito di trasferire gli oneri della gestione e del rischio di impresa da Acqualatina
all’autorità d’ambito. Così oggi la società si trova nelle condizioni di non essere tenuta ad assicurare i
livelli di sicurezza previsti dal piano, pur continuando a riscuotere la tariffa piena degli utenti. Ne è nata
una conflittualità e un contenzioso giudiziario tra gestore e comunità locali con diversi Comuni che si
sono rifiutati di approvare la convenzione, fatto giustificato da un pronunciamento del Consiglio di Stato.
Per gli utenti gli effetti sono: continui aumenti delle tariffe, a fronte di emergenze idriche e sanitarie come
quelle dell’inquinamento da arsenico».
«Infine la conferenza dei sindaci non ha ancora deliberato il recepimento degli effetti del risultato
referendario – conclude Zaratti – non operando alcuna revisione straordinaria della tariffa che escludesse
il 7% previsto per la remunerazione del capitale investito. Tutti fatti che inducono a verificare se le
modifiche apportate alla convenzione di gestione e agli altri atti parasociali, successivi all’aggiudicazione
della gara, non possano comportare l’invalidità degli accordi con il gestore e se il deficit degli
investimenti di Acqualatina per realizzare il programma di interventi previsti dal piano non determinino
condizioni di inadempienza contrattuale e conseguenti condizioni per la rescissione del contratto in
danno».

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