Giunta Lazio, Polverini: "Dimissioni? Vediamo in aula ". Si dimette il capogruppo Pdl Battistoni
Prime dimissioni alla Regione Lazio dopo il caso del consigliere Pdl Franco Fiorito, indagato per peculato nell'ambito dell'inchiesa sull'impiego di fondi regionali del Pdl. A lasciare è stato oggi il capogruppo del Popolo della libertà al consiglio regionale, Francesco Battistoni. A quanto si apprende, Battistoni ha rassegnato le sue dimissioni ai vertici del Pdl. Dopo aver comunicato al segretario di via dell'Umiltà l'intenzione di dimettersi da capogruppo del Pdl in consiglio regionale del Lazio (durante un incontro in via dell'Umiltà) Battistoni è stato ricevuto in via del Plebiscito, dove si è appena concluso un vertice tra il Cavaliere e lo stato maggiore del partito per parlare proprio del caso Fiorito. Francesco Battistoni ha incontrato prima Angelino Alfano e poi Silvio Berlusconi.
Alfano: “gesto di responsabilità" - ''Il consigliere regionale Francesco Battistoni si è dimesso da capogruppo non già perche fosse indagato o sfiduciato politicamente - ha detto il segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano - ma per un suo gesto di grande responsabilità nei confronti delle istituzioni e del Pdl che non possiamo che apprezzare''. "Il PdL in pochi giorni ha cacciato Fiorito dal partito, sostenuto il coraggioso piano di riforme della presidente Polverini, rinnovato i vertici del gruppo consiliare e convocato i capigruppo di tutte le regioni, per condividere una linea comune che evidenzi la correttezza dei nostri gruppi regionali e rafforzi gli elementi di trasparenza nei confronti dell'opinione pubblica sulla gestione dei fondi pubblici. Ci aspettiamo adesso che anche gli altri partiti si comportino come il Pdl, il 'cosi fan tutti' non giustifica nessuno".
I sindaci Pdl: “C’è forte malessere” - Una ha incontrato il segretario nazionale, Angelino Alfano, manifestando, spiega una nota dei primi cittadini, "forte malessere rispetto la gestione a livello locale del partito, spesso guidato da figure calate dall'alto e nominate non certo attraverso criteri meritocratici''. Hanno ribadito poi con forza l'intenzione di portare avanti ''una battaglia di rinnovamento interna al Pdl che metta al centro la questione morale e il legame diretto con i cittadini basato su credibilità e competenza. Battaglia la cui urgenza risulta quanto mai evidente a fronte degli accadimenti di questi giorni. Il segretario Alfano si è mostrato comprensibile e aperto all'ascolto'', si legge.La delegazione dei sindaci terrà, mercoledì prossimo, presso la sede del partito in via dell'Umiltà una conferenza per illustrare alla stampa ''un documento programmatico incentrato sulla necessità di rinnovare la classe dirigente attraverso l'introduzione di meccanismi elettivi per tutti i livelli decisionali del partito che risultano ancora frutto di cooptazione e/o nomina gerarchica.
La Polverini e le dimissioni - Rinvia invece qualsiasi presa di posizione la governatrice del Lazio Renata Polverini che smentisce le voci sulle sue dimissioni 'frenate' da Berlusconi: "Qualcuno parla al posto mio, domani c'è un consiglio, voi sapete che ho scelto la sede istituzionale che è il luogo dove mi hanno eletto tutte le persone", afferma. Domani è prevista infatti la riunione del consiglio regionale del Lazio sui tagli ai costi della politica chiesti dalla stessa Polverini, che proprio sull'ok alla sforbiciata aveva condizionato il suo impegno ad andare avanti. "Non è mia abitudine chiedere la testa", di nessuno, ha detto Polverini aggiungendo che il Pdl è un partito che "sostiene la maggioranza" e "ci ha messo nei guai attraverso persone che si sono rivelate poco per bene".
Berlusconi convoca vertice - Ma il terremoto politico del Lazio scuote tutto il Pdl. ''Mai più quello che è accaduto nel Lazio'', ha tuonato il segretario Angelino Alfano che in mattinata ha convocato per martedì 25, i capigruppo e i vicecapigruppo di tutti i Consigli regionali d'Italia per fare il punto della situazione. Non resta con le mani in mano neppure Silvio Berlusconi che ha convocato un vertice delle stato maggiore del Pdl, a palazzo Grazioli per affrontare soprattutto il caso Fiorito, ma anche il futuro del partito e la riforma elettorale.
Crosetto: "Toccato il fondo? Ci sarà altro" - Intanto, al di là di considerazioni di dignità - rileva - questa vicenda porta a riflettere meglio sulle preferenze perché capisco che ci sono zone del paese nei quali rischiano di premiare solo i malfattori. Secondo, e so che questo mi porterà l'odio di molti, c'é anche un problema di tradizioni e degenerazione collegati a a prassi e comportamenti che in Roma trovano uno degli esempi peggiori, come dimostrano i fatti accaduti sia a consiglieri comunali che regionali. Non riguarda solo il Pdl, riguarda tutto l'arco costituzionale. Ma io milito nel Pdl. E pretendo che questi metodi, questa concezione della politica, siano estirpati. O me, e tanti altri con me, o loro e le loro logiche perverse. Ma non penso solo a Fiorito o al Consiglio del Lazio. Questa - ribadisce Crosetto - è l'occasione di prendere posizione su molti, in tutta Italia e in ogni ruolo. Perché questa mentalità degenerata sta un po' ovunque. Da quando sono stato eletto alla Camera ho visto diminuire il mio patrimonio anno per anno, e posso dimostrarlo. Vorrei sapere chi invece l'ha aumentato e come".
La Finanza in Consiglio - I militari della guardia di finanza sono tornati in Regione per ascoltare alcune persone. Alle fiamme gialle i magistrati hanno affidato il compito di accertare le modalità in base alle quali vengono assegnati i fondi ai partiti rappresentanti insieme al Consiglio regionale. Alla Pisana la Guadia di finanza sta facendo le verifiche anche attraverso l'audizione di funzionari della presidenza del Consiglio regionale e a quanto appreso sarà oggetto del rapporto che immediatamene trasmetteranno al magistrato che sta verificando in generale la bontà delle dichiarazioni fatte ieri nel corso del suo lungo interrogatorio da Franco Fiorito, indagato per peculato.
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