Dai Suv gratis alle ferie in Sardegna
I consiglieri alla grande abbuffata
Oggi Fiorito sarà ascoltato dai pm. Ieri sotto torchio aiutanti
Conti saccheggiati: nel mirino false
fatturazioni e servizi giornalistici a pagamento. Sono 109 i documenti
al'esame dei pm e della Finanza. I bonifici italiani e su estero di
Fiorito sono 753mila euro
L'ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito (Ansa)
Roma, 18 settembre 2012 - DAL SUV, un Bmw X5,
comprato con i soldi del partito per una sommetta di circa 88mila euro,
centesimo più centesimo meno, alla Smart, tanto per restare nel campo
dei motori, superaccessoriata che è arrivata a costare oltre 16mila
euro. Ma troppo piccola per Er Batman che avrebbe detto: «Non riesco a
entrarci». Senza dimenticare le vacanze extralusso. Meta, neanche a
dirlo, la Sardegna. Un resort in Costa Smeralda per «ritemprarsi dalle
fatiche della campagna elettorale per le Regionali». C’è di tutto,
insomma, nell’inchiesta che punta a indagare sugli episodi penalmente
rilevanti relativi all’arricchimento personale di Franco Fiorito ed
eventualmente di altri consiglieri regionali. E anche il mega party a
Cinecittà «pieno di gonnelline» non è passato inosservato. Ma è il
saccheggio dei conti regionali quello che preme agli inquirenti. Per
questo, nel vertice di ieri al quale hanno partecipato il procuratore
aggiunto Alberto Capena il sostituto Alberto Pioletti e gli uomini del
nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza è stato deciso che
per il momento la pioggia di spese per l’attività politica — magari
meritevole di accertamenti amministrativi da parte della Corte dei Conti
— resterà sullo sfondo.
Gli inquirenti, usando i 109 documenti contabili dei quali hanno notizia, vogliono inchiodare Fiorito ai 439mila euro di bonifici italiane e ai 314mila su estero. E far luce sul milione e 236mila euro di bonifici senza specifica. Una montagna di soldi che potrebbe celare altre dazioni irregolari.
E un elemento chiave saranno le false fatturazioni, apparentemente decine, con le quali si sarebbero saccheggiati i conti del Pdl alla Pisana e sulle quali si è accesa una guerra di dossier. Franco Fiorito ad esempio ha accusato il compagno di partito e nuovo capogruppo Franco Battistoni di aver ottenuto il rimborso di 4 fatture dell’Associazione politico culturale Ruggero Marino Lazzaroni per 50mila euro. Ma Battistoni avrebbe fornito l’estratto conto dell’associazione e una dichiarazione giurata del presidente della ‘Marino Lazzaroni’ dal quale emerge che la fattura, regolarmente emessa, sarebbe una sola.
TUTTA da verificare dal punto di vista della possibilità di contestare reati penali è invece il filone sulle interviste compiacenti a pagamento, aperto in due procure: Roma e Viterbo. Nel mirino finanziamenti a siti web e piccole testate della Tuscia. Per capire il meccanismo che regolava la gestione dei fondi del partito. Per questo ieri i pm hanno sentito per tre ore Bruno Galassi, già capo della segreteria di Fiorito. E dopo Galassi è stata la volta di un altro addetto alla segreteria di Fiorito, Pierluigi Boschi che è rimasto in carica fino al gennaio di quest’anno.
Oggi dovrebbe essere invece la volta di Fiorito, che dice di voler fornire tutti i chiarimenti necessari.
Gli inquirenti, usando i 109 documenti contabili dei quali hanno notizia, vogliono inchiodare Fiorito ai 439mila euro di bonifici italiane e ai 314mila su estero. E far luce sul milione e 236mila euro di bonifici senza specifica. Una montagna di soldi che potrebbe celare altre dazioni irregolari.
E un elemento chiave saranno le false fatturazioni, apparentemente decine, con le quali si sarebbero saccheggiati i conti del Pdl alla Pisana e sulle quali si è accesa una guerra di dossier. Franco Fiorito ad esempio ha accusato il compagno di partito e nuovo capogruppo Franco Battistoni di aver ottenuto il rimborso di 4 fatture dell’Associazione politico culturale Ruggero Marino Lazzaroni per 50mila euro. Ma Battistoni avrebbe fornito l’estratto conto dell’associazione e una dichiarazione giurata del presidente della ‘Marino Lazzaroni’ dal quale emerge che la fattura, regolarmente emessa, sarebbe una sola.
TUTTA da verificare dal punto di vista della possibilità di contestare reati penali è invece il filone sulle interviste compiacenti a pagamento, aperto in due procure: Roma e Viterbo. Nel mirino finanziamenti a siti web e piccole testate della Tuscia. Per capire il meccanismo che regolava la gestione dei fondi del partito. Per questo ieri i pm hanno sentito per tre ore Bruno Galassi, già capo della segreteria di Fiorito. E dopo Galassi è stata la volta di un altro addetto alla segreteria di Fiorito, Pierluigi Boschi che è rimasto in carica fino al gennaio di quest’anno.
Oggi dovrebbe essere invece la volta di Fiorito, che dice di voler fornire tutti i chiarimenti necessari.
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