FORMAGGI
FUSI: 5 BUONI MOTIVI PER LIMITARE I CONSUMI DI SOTTILETTE E FORMAGGINI
di
Marta Albè
I
formaggi fusi, come "sottilette" e formaggini, tanto reclamizzati nel corso
degli ultimi decenni come prodotti particolarmente adatti al consumo da parte
dei bambini, rappresentano davvero degli alimenti sicuri? Chi sceglie di portare
sulla propria tavola dei formaggi dovrebbe essere sempre al corrente della
provenienza degli ingredienti utilizzati per la produzione degli stessi e dei
processi di lavorazione dei diversi prodotti, in modo da potersi orientare più
facilmente nell'acquisto degli alimenti.
Riguardo
formaggini e sottilette vi sono non pochi dubbi concernenti ingredienti
contenuti nei prodotti finiti e metodi di produzione. I consumatori dovrebbero
ottenere maggiore chiarezza in proposito da parte delle aziende produttrici; ne
hanno il diritto. Proviamo dunque ad approfondire l'argomento e ricordiamo di
controllare attentamente le etichette riportanti gli ingredienti prima degli
acquisti.
1)
"Falsi cibi" e pubblicità ingannevole
Il
termine "Sottilette" non rappresenta altro che un marchio commerciale ideato da
parte di Kraft ed utilizzato per indicare un "formaggio fuso a fette" in qualità
di prodotto confezionato da porre in vendita attraverso la grande distribuzione.
Kraft, nel 1987, era stata accusata di pubblicità
ingannevole, negli Stati Uniti, in merito al contenuto di calcio e di "vero"
latte presente nel prodotto in questione, in vendita Oltreoceano con il nome di
"Singles". È possibile consultare in proposito il documento
"FTC charges Kraft inc. misrepresented calcium content of its individual cheese
slices".
2)
Rischi per la salute
I
rischi per la salute legati al consumo di sottilette sono stati posti in luce di
recente da parte di un articolo comparso sulla rivista rumena Evz, ripreso in Italia dal settimanale online Quale Formaggio. La fonte estera ha sottolineato come per i
formaggi fusi (ad esempio, le sottilette o i formaggini) sia spesso presente una
composizione di scarsa qualità, che può comportare la presenza di elementi in
grado di portare ad impedire la fissazione del calcio nelle ossa. Alcuni
conservanti impiegati nella produzione dei formaggi fusi sarebbero legati al
rischio di cancro. L'eccesso di sale presente in alcuni prodotti potrebbe essere
esso stesso legato all'insorgere di alcuni tipi di tumore ed al rischio di
incorrere in patologie cardiovascolari.
3)
Additivi
Secondo
uno studio condotto di recente da parte della rumena ANPCPSS
(Associazione nazionale per la protezione dei consumatori e la promozione di
programmi e strategie) i formaggi fusi possono contenere fino a 13 additivi
diversi. È dunque raccomandabile controllare con attenzione le etichette per
verificare la presenza o l'assenza di alcuni additivi utilizzati come
stabilizzanti (E450), antiossidanti (E361) e conservanti (E250). Il conservante
E250, in particolare, come riportato da parte della rivista Evz, può compromettere il sistema immunitario dei bambini,
distruggendo la flora batterica ed esponendoli ad un alto rischio di infezioni.
L'assunzione di nitriti attraverso il consumo di formaggi fusi che li contengano
può portare alla formazione nell'organismo di sostanze promotrici dei
tumori.
4)
Metodi di lavorazione
I
formaggi fusi possono essere ottenuti mediante il riciclo di scarti
provenienti da altri formaggi, che possono subire prolungati processi di
trasformazione mediante l'utilizzo di sali di fusione, dando origine ad un
prodotto contenente composti come fosfato, citrato e sodio, in quantità più o
meno elevate a seconda dei prodotti. Noi consumatori non siamo a conoscenza
della provenienza delle tipologie di scarti eventualmente impiegati da parte
delle aziende produttrici per ottenere formaggi fusi come formaggini e
sottilette, mentre appaiono di norma ben chiare le tabelle riportanti i valori nutrizionali presenti sulle
confezioni degli alimenti. Riguardo gli ingredienti di partenza destinati alla
fusione per la realizzazione di formaggini e sottilette sarebbe dunque
necessaria una maggiore chiarezza.
5)
Eccesso di sale
La
concentrazione di sale può raggiungere i 3 grammi ogni 100 grammi di prodotto
per quanto riguarda i formaggi fusi e dovrebbe essere presa in considerazione
soprattutto da parte dei soggetti ipertesi ed in caso di somministrazione di
formaggi fusi ai bambini. Secondo le più recenti linee guida dell'OMS, gli adulti non dovrebbero consumare più
di 5 grammi di sale al giorno. Le linee guida, secondo quanto comunicato da parte dell'OMS, devono essere rispettate anche
nel caso dei bambini, sulla base di peso, altezza ed energia consumata, in
quanto un bambino con la pressione alta sarà molto probabilmente un adulto con
il medesimo problema.
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