CRISI
ECONOMICA E VOGLIA DI CIBO SANO: RECORD DI ORTI IN CITTÀ
di
Coldiretti
Mai
così tante aree verdi sono state destinate ad orti pubblici nelle città dove si
è raggiunto il record di 1,1 milioni di metri quadri di terreno di proprietà
comunale divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione ad uso
domestico, all’impianto di orti e al giardinaggio ricreativo. È quanto emerge da
una analisi della Coldiretti sulla base del rapporto ISTAT sul Verde Urbano
presentata in occasione di “Cibi d’Italia” di Campagna Amica al Castello
Sforzesco di Milano dove si sono svolte vere lezioni pratiche per diventare
“hobby farmer” con figure dedicate che opereranno progressivamente in tutta
Italia dove si registra un vero boom con circa 21 milioni di italiani che
stabilmente o occasionalmente coltivano l’orto o curano il giardino.
Le
coltivazioni degli orti urbani non hanno scopo di lucro, sono assegnati in
comodato ai cittadini richiedenti e forniscono prodotti destinati al consumo
familiare e, oltre a rappresentare un aiuto per le famiglie in difficoltà,
concorrono a preservare spesso aree verdi interstiziali tra le aree edificate
per lo più incolte e destinate all’abbandono e al degrado.
Secondo
il censimento effettuato dall’ISTAT quasi la metà (38%) delle amministrazioni
comunali dei capoluoghi di provincia – sottolinea la Coldiretti – ha previsto
orti urbani tra le modalità di gestione delle aree del verde, con forti
polarizzazioni regionali: il 72% delle città del Nord-ovest, poco meno del 60% e
del 41% rispettivamente nel Nord-est e nel Centro (con concentrazioni
geografiche in Emilia Romagna e Toscana, ma ben rappresentati anche in Veneto,
Friuli Venezia Giulia e nel Lazio). Nel Mezzogiorno, infine, risultano presenti
solo a Napoli, Andria, Barletta e Palermo.
La
crisi economica – rileva la Coldiretti – fa dunque ricordare i tempi di guerra
quando nelle città italiane, europee e degli Stati Uniti si diffondevano gli
orti per garantire approvvigionamenti alimentari. Sono famosi i “victory
gardens” degli Stati Uniti e del Regno Unito dove nel 1945 venivano coltivati
1.5 milioni di allotments sopperendo al 10% della richiesta di cibo.
Ma
sono celebri anche gli orti di guerra italiani nati al centro delle grandi città
per far sì che, nell'osservanza dell'imperativo del Duce, “non (ci fosse) un
lembo di terreno incolto”. Sono negli annali della storia le immagini del foro
Romano e di piazza Venezia trasformati in campi di grano e la mietitura svolta
in piazza Castello, centro e cuore di Torino in ogni epoca.
Ora
i tempi sono cambiati ed ai motivi economici si sommano quelli di volersi
garantire cibo sano da offrire a se stessi e agli altri od anche la voglia di
voler trascorrere più tempo a contatto con la natura. Una tendenza che –
continua la Coldiretti – si accompagna anche da un diverso uso anche del verde
privato con i giardini e i balconi delle abitazioni che sempre più spesso
lasciano spazio ad orti per la produzione “fai da te” di lattughe, pomodori,
piante aromatiche, peperoncini, zucchine, melanzane, ma anche di piselli,
fagioli fave e ceci da raccogliere all’occorrenza.
Con
la crisi fare l’orto è diventato – sostiene la Coldiretti – una tendenza assai
diffusa che ha raccolto molti appassionati che possono oggi scegliere tra le
tante innovazioni presenti sul mercato anche a seconda dello spazio disponibile.
Dall’orto portatile a quello verticale, dall’orto “riciclabile” a quello in
terrazzo, da quello rialzato a quello didattico, ma anche l’orto urbano e le
tecniche di “guerrilla gardening” che possono essere adottate da quanti non
hanno spazi disponibili per piantare ortaggi e frutta nei terreni disponibili
nei centri delle città.
Gli
“hobby farmers” – spiega la Coldiretti – sono una fascia di popolazione composta
da giovani e anziani, da esperti e nuovi appassionati, che coltivano piccoli
appezzamenti famigliari, strisce di terra lungo ferrovie, parchi e campi di
calcio, balconi e terrazzi arredati con vasi di diverse dimensioni o piccole
aree con acqua e sgabuzzino per gli attrezzi messe a disposizioni dai comuni in
cambio di affitti simbolici.
Nel
caso di orto su un balcone di medie dimensioni si può ipotizzare un costo che
oscilla fra i 40 e i 50 euro per 2 contenitori da 80 centimetri di lunghezza,
con la giusta quantità di terra e 6 piantine orticole più diverse essenze
aromatiche, dove la maggior parte del costo è rappresentato proprio dai vasi che
certamente non si buttano via a fine stagione, ma possono essere riutilizzati
per più anni. Le singole piantine orticole possono costare fra i 25 e i 30
centesimi per confezioni multiple. Il segreto del piccolo orto sul balcone –
spiega la Coldiretti – sta nell’ottimizzare gli spazi all’interno degli stessi
vasi, alternando piante più alte come pomodorini, peperoni e melanzane, con alla
base composizioni di prezzemolo, basilico ed erbette. L’ideale è attrezzare un
lato del balcone con le orticole e l’altro con le aromatiche (come timo, salvia
e menta).
Se
invece si ha a disposizione un piccolo appezzamento di terreno, in appena 10
metri quadrati si possono coltivare: 4 piante di pomodori, 4 piante di
melanzane, 2 piante di zucchine, 8 piante di insalata e 4 piante di peperoni per
una produzione media di oltre 25 chili di verdura. Oltre a quello sul balcone o
al tradizionale a terra, a causa degli spazi sempre più ristretti nelle città –
conclude la Coldiretti – stanno nascendo anche nuove tipologie di orti: da
quelli a parete che si appendono all’esterno e nei quali trovano spazio
fragoline, peperoncini, insalatine ed erbe aromatiche o quelli “pocket”
costituiti da mini vasi in materiale riciclabile che possono essere sistemati
senza problemi anche a bordo finestra sui davanzali più stretti.
Le
diverse tipologie di orto
L'orto
a porter ovvero l’orto da passeggio è forse quello più bizzarro ed è scelto da
coloro i quali vogliono essere veramente alla moda. Si tratta – spiega la
Coldiretti – di piccoli vasi o bicchieri meglio se in bioplastica con
pianticelle da portare in giro e una volta a casa adagiare su un substrato più
“comodo”.
L’orto
verticale invece è da preferire quando lo spazio scarseggia. Una delle tante
soluzioni può essere quella di creare dei pannelli di legno in varie dimensioni
con un substrato fertile e tante tasche, che possono essere anche di stoffa,
dentro alle quali piantare e coltivare verdure o fiori con radici poco
profonde.
L’orto
riciclato è l’ideale per coloro che non vogliono sprecare plastica o vetro.
Basta inventare un piccolo vaso utilizzando vecchie bottiglie in plastica
tagliate, tetrapak, scatole di alluminio, contenitori in polistirolo, ecc., per
piantare simpatiche piantine da orto da far crescere rispettando l’ambiente.
L’orto
in terrazzo è sicuramente il più diffuso in Italia. Anche in poco spazio in
terrazzo un bel vaso può ospitare piante officinali, spezie e qualche piccolo
ortaggio stando ben attenti all’esposizione solare e alla quantità di acqua da
somministrare alle piante.
L’orto
rialzato viene scelto – riferisce la Coldiretti – da chi non dispone di un
giardino o un lembo di terra, ma ha ampio spazio in cemento da poter sfruttare
oppure non è nelle condizioni di potersi chinare per lavorare la terra. Allora
si utilizzando dei vasconi, meglio se in legno di cedro in cui poter piantare
ortaggi, frutta e fiori.
Attraverso
l’orto didattico, diffuso nelle scuole e nelle aziende agrituristiche di
Campagna Amica-Terranostra aperte ai bambini, si apprendono la stagionalità, la
cultura della campagna e i suoi valori storici, economici e sociali. I ragazzi
capiscono l’importanza delle tradizioni contadine, lo stretto legame con la
natura e l’importanza del rispetto dell’ambiente. In una società sempre più a
rischio di cementificazione è molto importante dedicare attenzione alle
“pratiche verdi” anche tra banchi e lavagne ed è bellissimo vedere i giardini
delle scuole sottratti all’incuria, fiorire e diventare luogo di gioco e
apprendimento per bambini e ragazzi.
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