lunedì 6 maggio 2013

Gli aforismi più celebri di Giulio Andreotti


"Il potere logora
chi non ce l'ha"
Gli aforismi più celebri
di Giulio Andreotti

"A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina". "A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente tutto". "I miei amici che facevano sport sono morti da tempo"
Giulio Andreotti (Newpress)
Giulio Andreotti (Newpress)
Roma, 6 maggio 2013 - Indro Montanelli scrisse un giorno che "quando De Gasperi va in chiesa parla con Dio, Andreotti con il sagrestano". Questa la sanno tutti. Meno nota la replica del 'divo Giulio': “Ironia per ironia, gli risposi che il sagrestano era un elettore”. Parlare di Giulio Andreotti equivale, tra l’altro, a parlare di quei suoi aforismi rimasti nel lessico della politica italiana e, in qualche caso, traslocati pari pari nel linguaggio comune. Difficile infatti che in una famiglia media italiana, o in un ufficio, nessuno abbia mai detto che "a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina".
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Difficile non imbattersi regolarmente in quello che sicuramente è il 'mantra' dell’andreottismo, la frase guida, lo slogan degli slogan: "Il potere logora chi non ce l’ha". E pazienza se attenti studiosi hanno attribuito il motto a Talleyrand. Altro storico esempio di pragmatismo andreottia o l’altrettanto celebre "meglio tirare a campare che tirare le cuoia", opposto a chi criticava la sua strategia tendente a rinviare i problemi pur di conservare la poltrona.
E però, magari di questi tempi molti sottoscriverebbero quell'"amo talmente tanto la Germania che ne preferivo due", a bruciante commento della storica riunificazione. Di ben altro tenore, e a freddo, solo nel 2010, quella valutazione su Giorgio Ambrosoli: "Certo è una persona che in termini romaneschi se l’andava cercando".
Ora è  arrivato quell’appuntamento rispetto al quale celiava dicendo "non sono pronto, spero di morire il più tardi possibile". Ma quella citazione conteneva anche un seguito più serio, uno di quegli epitaffi che, se troppo zuccherosi, gli suscitavano scherno: "Ma se dovessi morire tra un minuto so che nell’aldilà non sarei chiamato a rispondere né di Pecorelli, né della mafia. Di altre cose sì. Ma su questo ho le carte in regola". (AGI) Bal 061813 MAG 13 NNNN

Le frasi più famose di Giulio Andreotti:
"Il potere logora chi non ce l'ha".
"A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente tutto."
"A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina."
"Preferisco andare ai battesimi piuttosto che ai funerali."
"Non basta avere ragione: bisogna avere anche qualcuno che te la dia."
"Se fossi nato in un campo profughi del Libano, forse sarei diventato anch'io un terrorista."
"Ho visto nascere la Prima Repubblica, e forse anche la Seconda. Mi auguro di vedere la Terza."
"I miei amici che facevano sport sono morti da tempo."
"L’umiltà è una virtù stupenda. Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi"
"Amo talmente tanto la Germania che ne preferivo due"
"La cattiveria dei buoni è pericolosissima"
"Quando scrivo un libro non mi estraneo dal mio impegno politico anche se cerco di immedesimarmi a fondo nelle situazioni studiate e descritte, attualizzandole e prendendole in un certo senso a prestito"
"La stabilità è l'obiettivo naturale per ogni espressione di potere politico ed è una finalità indispensabile per una nazione che ha conosciuto cinquanta anni fa le conseguenze nefaste di un periodo di estrema debolezza governativa, crisaiola e poco concludente."
"In Italia vi è un'onda di corsi e ricorsi che fa passare l'opinione pubblica media, e talvolta anche quella di cospicue personalità politiche, da una autarchia avvilente e incostruttiva a una vera e propria soggiacenza alle altrui esperienze e fenomenologie."
[Sullo sciopero della fame attuato dalla senatrice Franca Rame contro l'allargamento della base militare di Vicenza] "Assicuro la gentile collega che può contare sulla mia solidarietà: tra un pasto e l'altro non prenderò cibo."
"Austerità: costume di parsimonia nel comportamento e nell'utilizzo dei beni; tanto più meritevole se non imposta e strettamente necessaria."
"Chiederei di essere esentato dal parlare di contemporanei, molti dei quali seguo - nei limiti di tempo che mi sono consentiti - e apprezzo. Ma non vorrei assumere le funzioni di un giudice."
"Chiudo un occhio sui peccati di gola purché non si consumino con troppi generi d'importazione danneggiando la bilancia commerciale. Almeno per l'attuale periodo perfezionerei un famoso detto popolare: "Moglie, cibi e buoi...", comprendendo in questi ultimi soprattutto quelli destinati a bistecche."
"Clericalismo: la confusione abituale tra quel che è di Cesare e quel che è di Dio."
"Credo fermamente ai ricorsi storici ed in qualche modo alla immutabilità della subcoscienza collettiva delle città e delle popolazioni."
"Da studente, la lettura dei classici, che di solito si subisce come una tortura, a me piacque molto. È nata forse lì una mia simpatia per Cicerone, che mi portò fino a presiedere un istituto di studi sul grande Arpinate."
"Tra gli autori di ieri, a Fogazzaro va la mia convinta simpatia. Ma resta per me insuperata l'attrattiva verso la stupenda costruzione logica delle pagine di Biagio Pascal."
"Aveva spiccatissimo il senso della famiglia. Era infatti bigamo ed oltre."
"Ci sono pazzi che credono di essere Napoleone e pazzi che credono di poter risanare le ferrovie dello Stato."
"In politica i tempi del sole e della pioggia sono rapidamente cangianti."
"Meglio tirare a campare che tirare le cuoia."
"Non bisogna mai lasciare tracce."
"Vi è un genere pericoloso di numismatici: i collezionisti di moneta corrente."
"Essendo noi uomini medi, le vie di mezzo sono, per noi, le più congeniali."
"I Verdi sono come i cocomeri: verdi fuori ma rossi dentro."

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