BIODIVERSITÀ:
IN ITALIA A RISCHIO DI ESTINZIONE 355 SPECIE
Le
due Liste Rosse nazionali delle specie a rischio estinzione, due volumi
realizzati dal Ministero dell'Ambiente e da Federparchi nell'ambito
dell'International Union for Conservation of Nature (IUCN), verranno presentate
a Roma il 22 maggio in occasione della Giornata mondiale della biodiversità e
della Settimana europea dei parchi. Un appuntamento che s'inserisce nella più
ampia cornice del rapporto di collaborazione ministero – Federparchi che si è
data una serie di obiettivi comuni per la valorizzazione delle aree protette e
della biodiversità.
Intanto,
il Ministero anticipa alcuni dati: «Sono 161 le specie di animali vertebrati e
194 le varietà vegetali a rischio di estinzione in Italia». Le Liste Rosse
presentano la valutazione del rischio di estinzione e sono stati valutati pesci
d'acqua dolce, anfibi, rettili, uccelli nidificanti, mammiferi, pesci
cartilaginei (squali e razze) e flora. «La valutazione del rischio di estinzione
- spiega il Ministero - è basata su categorie, criteri e linee guida aggiornate
periodicamente. Le valutazioni vengono effettuate tramite workshop tematici con
gruppi di esperti delle diverse specie e aree del territorio nazionale, e
revisionate criticamente sia nei contenuti sia nell'applicazione del protocollo
secondo le linee guida».
Secondo
Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi-Europarc Italia, «è stato svolto un
lavoro straordinario. Le caratteristiche geografiche, climatiche e storiche
dell'Italia hanno consentito nel tempo l'insediamento e la permanenza di una
variegata e ricca biodiversità, inclusa una gran varietà di specie endemiche e
ambienti e paesaggi esclusivi. Questa ricchezza è riconosciuta a livello
mondiale. Ecco perché abbiamo la responsabilità di monitorare e salvaguardare
questo capitale naturale dalle tante minacce che si profilano. Le pubblicazioni
con le Liste Rosse ci dicono quali e quante specie animali e vegetali rischiano
di scomparire e soprattutto quali sono le cause che possono determinare i
fattori di rischio».
Un
lavoro che ha preso in esame e valutato il rischio di estinzione delle specie di
vertebrati in Italia, tutti i terrestri e un gruppo di vertebrati marini. «Poi -
spiega il Ministero - è stata creata una base di riferimento utile in futuro a
valutare la tendenza dello stato di conservazione della biodiversità in Italia.
Sono state incluse nella valutazione tutte le specie di pesci d'acqua dolce,
anfibi, rettili, uccelli nidificanti, mammiferi e pesci cartilaginei, native o
possibilmente native in Italia, nonché quelle naturalizzate in Italia in tempi
preistorici. Le specie di uccelli presenti ma non nidificanti in Italia
(svernanti, migratori) non sono state valutate. Per le specie terrestri e di
acqua dolce è stata valutata l'intera popolazione nel suo areale italiano
(Italia peninsulare, isole maggiori e, dove rilevante, isole minori). Per le
specie marine è stata considerata un'area di interesse più ampia delle acque
territoriali».
Delle
576 specie terrestri e 96 marine di vertebrati valutate in questa ricerca, 6
sono estinte nella regione in tempi recenti. Le specie minacciate di estinzione
sono 138 terrestri e 23 marine, il 28% delle specie valutate. Il 50% circa delle
specie di vertebrati italiani non è a rischio di estinzione imminente.
«Complessivamente
le popolazioni dei vertebrati italiani sono in declino - si legge nella nota -
più marcato in ambiente marino che terrestre. Le conoscenze sul rischio di
estinzione e le tendenze demografiche sono più carenti in ambiente marino. In
ambiente terrestre le principali minacce ai vertebrati italiani sono la perdita
di habitat e l'inquinamento. Il numero di specie minacciate dal prelievo e dalla
persecuzione diretta è piuttosto ridotto. La principale minaccia rilevata in
ambiente marino è la mortalità accidentale, ma questo dipende dal fatto che le
specie qui valutate (squali, razze e chimere) hanno scarso interesse
commerciale».
L'Italia,
che si trova al centro del bacino del Mediterraneo, è una delle aree più
importanti di biodiversità nel mondo e possiede una flora molto ricca in specie,
molte delle quali endemiche. In alcune porzioni della penisola la percentuale di
varietà tipiche raggiunge valori compresi tra il 13% ed il 20%. La biodiversità
vegetale mediterranea è però fortemente minacciata da cambiamenti ambientali
provocati dalle attuali dinamiche socio-economiche e di utilizzo del suolo.
L'Italia, in questo contesto non fa eccezione e molte delle sue specie
necessitano di misure di conservazione per evitare un impoverimento di
biodiversità con ripercussioni su scala mondiale. Le principali minacce alla
biodiversità vegetale in Italia sono rappresentate dall'urbanizzazione selvaggia
(abusivismo edilizio), dallo sviluppo di infrastrutture, dall'allevamento
intensivo e dal turismo. Problemi si manifestano anche nelle aree protette a
causa dello sviluppo non oculato di infrastrutture e della mancanza di adeguati
controlli.
Il
rapporto di 64 pagine che verrà presentato il 22 maggio è il risultato di un
progetto iniziato nel 2012, finanziato dal Ministero dell'Ambiente e realizzato
dalla Società Botanica Italiana, che ha coordinato oltre 200 botanici di tutto
il Paese. La Lista Rossa parziale della flora d'Italia include tutte le 197
"policy species" italiane, specie inserite negli allegati della Direttiva
92/43/CEE "Habitat" e della Convenzione di Berna, entrambe ratificate dal
governo italiano e di fatto costituenti leggi nazionali. Un secondo contingente
di specie, che include vascolari, licheni, briofite e funghi, tra le più
minacciate d'Italia, o endemiche, è stato anch'esso valutato attraverso i
criteri IUCN, definendo così le categorie di minaccia in cui ricadono.
Nessun commento:
Posta un commento