GLI
ARCHITETTI AL GOVERNO: “LEGGE URBANISTICA"
Condoni
facili, ecomostri, pastoie burocratiche e appalti pubblici accessibili ai soliti
noti. Sono questi, secondo il Consiglio Nazionale degli architetti,
pianificatori, paesaggisti e conservatori (CNAPPC), i mali che hanno devastato i
nostri territori, con conseguenze pesantissime (basti pensare ai danni provocati
da alluvioni e inondazioni in aree dove si è costruito tanto e male).
Tre
punti chiave
Il
CNAPP la scorsa settimana ha chiesto al nuovo governo di realizzare tre cose. La
prima è un progetto di legge sulla rigenerazione urbana, che fissi le regole per
il riuso del patrimonio edilizio già esistente, valorizzandolo, migliorandone
l'efficienza energetica e limitando lo sfruttamento del suolo per nuove
costruzioni.
A
corollario di questa proposta gli architetti chiedono l'approvazione di una
legge urbanistica nazionale «che ponga fine alla bulimia burocratica che fino a
oggi ha soffocato qualsiasi politica urbana attraverso un apparato normativo
colpevole di una pessima qualità delle costruzioni, del massacro del paesaggio,
dell’inadeguatezza agli effetti prodotti dai terremoti, delle pessime condizioni
del patrimonio monumentale e altresì del sistema delle tangenti».
In
secondo luogo il CNAPPC chiede una legge sull'architettura che renda obbligatori
i concorsi per gli appalti pubblici. «Oggi il 99,7% delle commesse vengono
affidate ai soliti studi e professionisti in base alle loro dimensioni e
prestigio, soffocando il merito e privando a giovani competenti l'accesso al
lavoro.
E
infine: stabilizzare per sempre gli sgravi fiscali del 55% per chi investe in
efficienza energetica, e del 50% per chi migliora le infrastrutture degli
edifici. O, in mancanza di meglio stabilizzare almeno al 36% gli sgravi di
quest'ultimo tipo.
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