Sì al biogas fatto bene! Mercoledì 15 maggio convegno a Latinaby supermarco |
Sì
al biogas fatto bene! Mercoledì 15 maggio convegno a Latina
di
Legambiente Latina
Il
susseguirsi in questi giorni di numerosi interventi a mezzo stampa che
diffondono messaggi allarmanti in merito all'impiego della tecnologia del biogas
in diverse aree del territorio della Provincia di Latina ci fa ritenere utile
offrire il nostro contributo al dibattito in corso.
Premettendo
che quando i cittadini si prendono cura direttamente dei loro interessi, della
loro salute e dell'ambiente ciò non può che essere apprezzato, notiamo che in
alcuni casi, con il coinvolgimento anche di esponenti della politica locale, sul
tema del biogas si stia compiendo un’opera di mistificazione non molto
ragionata.
Condividiamo,
quindi, l'atteggiamento di attenzione espresso dei cittadini ma ci sentiamo di
esprimere alcune importanti posizioni in merito all'argomento in questione.
Ci
sono diversi motivi che ci inducono ad essere sostenitori del biogas.
Innanzitutto il biogas (e le biomasse in generale) è una fonte rinnovabile che
assieme al mix di altre fonti rinnovabili può consentire di superare il sistema
energetico incentrato sulle fonti fossili. In particolare il biogas può dare il
suo contributo affinché l'Italia raggiunga gli obiettivi fissati in sede europea
in merito alla riduzione delle emissioni di CO2, essendo in grado di produrre
sia elettricità che energia termica, nonché, attraverso la sua “raffinazione” in
biometano, essere impiegato nel settore dei trasporti. Ciò rappresenta
un'interessante frontiera in grado di ridurre l'attuale consumo di gas naturale
fossile, importato per lo più dall'estero e la complessiva dipendenza energetica
italiana.
Questa
tecnologia inoltre rappresenta una buona opportunità per l'agricoltura in
termini di integrazione del reddito e di valorizzazione di sottoprodotti che
altrimenti dovrebbero essere gestiti come rifiuti speciali, risolvendo problemi
di natura ambientale come nel caso dello spandimento di liquami e in quello
delle acque di vegetazione che provocano una notevole pressione eutrofizzante
sui suoli e i corsi d'acqua. La produzione di biogas che avviene attraverso il
processo di fermentazione anaerobica controllata, può essere avviata utilizzando
diverse matrici organiche e ciò rende la tecnologia altamente adattabile alle
caratteristiche produttive del comparto agricolo di ogni territorio. La
Provincia di Latina per la sua spiccata attitudine agronomica può offrire a
questo tipo di produzione energetica molte varietà di materiale organico di
scarto. Pensiamo ai liquami del comparto zootecnico, alle già citate acque di
vegetazione ed alla sansa della produzione di olio o ai residui delle produzioni
vinicole oltre a tante altre produzioni. Ciò a dire che il biogas può e deve
essere messo al servizio di questi settori produttivi. D'altra parte, se pur non
del tutto preferibile, l'impiego di colture energetiche dedicate al biogas non
ci scandalizza se questa produzione significa recuperare all'agricoltura terreni
incolti o l'impiego di processi virtuosi di avvicendamento di seconde colture
non destinate al consumo alimentare. Gli studi condotti dal polo pontino della
Facoltà di Ingegneria Ambientale dell'Università La Sapienza ci indicano che il
potenziale di biomassa da destinare a questo tipo di impianti ricavabile dalle
attività agro-forestali del territorio è in grado di sostenere la produzione di
impianti per una potenza complessiva di 11 MW.
Dato
da non tralasciare è il fatto che lo “scarto” della digestione anaerobica,
chiamato digestato, è un prodotto ad alta valenza agronomica da poter impiegare
per la fertilizzazione dei terreni. Il digestato, infatti, è un vero e proprio
“fertilizzante rinnovabile” che sostituisce efficacemente i concimi chimici di
sintesi ed il cui impiego è consigliabile anche dal punto di vista ambientale
perché le sue caratteristiche chimiche lo rendono preferibile all'impiego dei
liquami consentendo, così, di ottemperare alle indicazione fornite dalla
Direttiva Nitrati. Senza contare che avendo subito un processo di
stabilizzazione della materia organica, non ha, diversamente da come si va
dicendo in giro, gli effetti odorigeni del letame. Crediamo che i cittadini che
abitano in aree limitrofe a zone agricole sappiano di cosa stiamo parlando. Non
è un caso che diversi esperti del settore agricolo e ricercatori di diverse
università stanno approfondendo le modalità di impiego del digestato. L'altro
beneficio dal punto di vista ambientale è che, avendo già subito un processo di
fermentazione, il sottoprodotto del biogas non emette gas serra, cosa invece che
si verifica nelle tradizionali concimaie.
La
forte integrazione del biogas agricolo con le attività produttive del distretto
agro-industriale consente inoltre di approvvigionare gli impianti sfruttando
filiere corte o cortissime, se non integrarsi pienamente, nel caso di impianti
molto piccoli (al di sotto dei 100 kW) con le aziende stesse riducendo l'impatto
dovuto al trasporto della matrice organica in termini di emissioni di CO2.
Si
è parlato spesso di speculazione in merito allo sviluppo di questa tecnologia, e
del resto se ne parla anche per tutte le altre fonti rinnovabili dal
fotovoltaico all'eolico. In effetti fino a quando ci sono stati incentivi da
parte dello Stato che hanno trasformato l'impiego delle energie rinnovabili a
livello aziendale o familiare in dei prodotti di natura squisitamente
finanziaria, si sono determinati approcci di natura speculativa, anche nel
settore del biogas. Oggi, con la rimodulazione degli incentivi voluta dal DM 6
luglio 2012 vengono premiati i piccoli impianti e le buone pratiche di
integrazione con il territorio, questi pericoli si sono fortemente
attenuati.
L'altro
aspetto che sentiamo di affrontare è quello che giustamente suscita maggior
timore nei cittadini: i pericoli per la salute umana provocati dalla
proliferazione di agenti patogeni.
A
tal proposito, pur non escludendolo tout court, diversi studi ridimensionano
fortemente questo rischio che d'altra parte per il biogas risulta minore
rispetto al rischio di proliferazione di agenti patogeni nell'industria
alimentare o nell'impiego che sui terreni attualmente già si fa di liquami e
deiezioni animali. Soprattutto alcuni studi attestano che il corretto impiego
della digestione anaerobica, che è alla base della produzione di biogas, elimina
o riduce anziché far proliferare il numero di famiglie batteriche presenti nella
materia organica e che, con successivi processi di pastorizzazione, vengono
eliminati i principali agenti patogeni quali E.Coli, Salmonella ed Enterococchi.
Anche nel caso della proliferazione di agenti sporigeni che possono provocare
gravi malattie come il botulismo si è evidenziata una relazione inversa tra
produzione di biogas e loro proliferazione. A ciò aggiungiamo che la massima
autorità europea di igiene e prevenzione, l’EFSA, ha evidenziato un calo tra il
2009 ed il 2010 di intossicazioni da clostridi (da 144 a 88) di cui solo 7
provocati da Costridium Botulinum. La Germania che ha sul suo territorio un
numero di 7.000 impianti di questo tipo ne ha registrato soltanto uno.
Espresse
queste considerazioni di carattere generale ed alcune più specifiche su aspetti
singoli del tema biogas, riteniamo che sia comunque importante analizzare i
singoli progetti proposti sul territorio sulla base di indicazioni, linee guida
e buone prassi che sono al centro del documento diffuso recentemente da
Legambiente e che sarà discusso assieme ad importanti esperti del settore,
ricercatori universitari ed esponenti di spicco dell'associazione nel convegno
dal titolo “Il biogas per il territorio: criteri per una produzione sostenibile”
che si terra mercoledì 15 maggio a partire dalle ore 9:30 presso l'Istituto
agrario I.I.S. “San Benedetto” in località Borgo Piave a Latina.
Il
programma dell'iniziativa prevede in apertura il saluto del dirigente
dell'Istituto Agrario “San Benedetto” Ing. Nicola Di Battista e dell'assessore
all'Ambiente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli.
A
seguire il dibattito entrerà nel vivo degli interventi di carattere più tecnico.
Ad aprire questo ciclo di relazioni sarà Beppe Croce responsabile nazionale del
settore agricoltura di Legambiente il quale oltre ad un inquadramento generale
sulla tematica, illustrerà nello specifico la posizione dell'Associazione in
merito ai criteri di impiego del biogas. Seguirà l'intervento dell'Ing.
Alessandro Corsini, docente della facoltà di ingegneria ambientale
dell'Università “La Sapienza” Polo di Latina che relazionerà sul lavoro di
ricerca svolto nell'ambito degli studi condotti per la stesura del Piano
energetico provinciale con particolare focus sul potenziale di biomassa che il
territorio pontino può offrire alla produzione di biogas.
Sarà
quindi la volta di Donato Rotundo responsabile ambiente di Confagricoltura il
quale ci aiuterà a mettere al centro della nostra discussione il tema del ruolo
del comparto agricolo nella prospettiva di sviluppo delle energie rinnovabili e
quale opportunità ciò comporti per il settore in termini di superamento
dell'attuale fase di crisi economica. A far da corollario a questa analisi sarà
l'intervento di Marco Berardo Di Stefano della Rete delle Fattorie sociali, il
quale declinerà la questione dell'opportunità rappresentata dal biogas in
termini di crescita occupazionale e di impatto socio-economico.
Il
programma prevede, inoltre, la partecipazione di Sandro Scollatto responsabile
della campagna Recall di AzzeroCO2 che attraverso l'illustrazione della campagna
stessa aiuterà a chiarire la natura delle matrici organiche impiegate nella
produzione del biogas agricolo.
La
Dott.ssa Nicoletta Valle Dirigente del settore ambiente della Provincia di
Latina, a sua volta, darà un quadro dell'iter amministrativo cui sono soggette
le richieste di autorizzazione degli impianti a biogas in Provincia di
Latina.
Seguiranno
alcuni interventi tecnici di rilievo su aspetti legati alla sicurezza degli
impianti in merito al rischio di proliferazione di agenti patogeni connessi alla
digestione anaerobica ed all'impiego del digestato. Su questi stessi temi
interverranno il prof. Murizio Petrucioli docente di microbiologia
dell'Università della Tuscia e l'Ing. Andrea Schievano facente parte del gruppo
di ricerca Ricicla dell'Università degli Studi di Milano
In
rappresentanza del mondo aziendale interverrà all'incontro Salvatore La Valle
A.D. della società Agri Power Plus premiata nel corso di “Bio-Energy Italy” per
le buone pratiche adottate nell'impianto a biogas sito tra Borgo Santa Maria e
Borgo Bainsizza a Latina.
Il
giro degli interventi ufficiali verrà chiuso da Piero Gattoni presidente del
Consorzio Italiano Biogas e dalla Dott.ssa Sofia Mannelli dell'Associazione
Chimica Verde, esperta degli aspetti giuridico-economici del settore
agro-energetico la quale, attraverso anche il racconto di esperienze di
partecipazione dei cittadini alle scelte sui territori, metterà al centro della
riflessione l'aspetto della valorizzazione del paesaggio agricolo e della sua
conservazione in relazione alla diffusione del biogas agricolo.
Seguirà
un breve dibattito che speriamo sia occasione per porre ulteriori questioni ed
osservazioni e a cui ci attendiamo una costruttiva partecipazione.
Concluderà
il convegno l'intervento di Stefano Ciafani vicepresidente nazionale di
Legambiente ONLUS.
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