INCENERITORE
DI ALBANO, LA REGIONE LAZIO DÀ IL VIA LIBERA
di
Andrea Spinelli
La
Regione Lazio ha dato il via al nuovo crono-programma del Coema S.p.A.
(l’azienda aggiudicatasi, c’è
chi dice senza bando, l’appalto dell’opera) per la costruzione
dell’inceneritore dei Castelli Romani, ad Albano in località Roncigliano dando
di fatto il via ai lavori.
Nella
determina
del 28 gennaio scorso si prevede che l’impianto venga consegnato entro 22
novembre 2015, data di scadenza dell’Aia (Autorizzazione integrata
ambientale).
L’inceneritore,
sul quale da anni pendono battaglie civiche, sociali, politiche e giudiziarie, è
un vecchio cruccio della Regione Lazio, che ha anche creato una società
pubblica, Lazio Ambiente S.p.A., per l’acquisizione del consorzio Gaia e,
quindi, dell’inceneritore.
Un’opera
che anche l’Asl
RmH giudica “incompatibile con il mantenimento di una situazione igienica
adeguata per il territorio”.
In
verità non è ancora chiaro se esistono o meno i fondi pubblici per l’opera
(circa 500 milioni di euro); si starebbe dunque valutando la possibilità che il
privato si assuma il rischio d’impresa, decisamente consistente visti anche gli
obiettivi europei sullo smaltimento rifiuti (nel cui perseguimento l’Italia
risulta essere parecchio indietro). È inoltre curioso assistere all’avvio di un
inceneritore proprio laddove esiste già una discarica, Roncigliano, su cui
pendono importanti
indagini su ipotetici reati ambientali.
“Fino
a una certa data impianti di questo tipo avevano la possibilità di essere
finanziati con i proventi della bolletta energetica e l’impianto di Malagrotta
che è il gemello di quello di Albano è stato finanziato con questa procedura.
Coema che lo ha realizzato di tasca sua non ha messo nulla, ha semplicemente
attivato i finanziamenti del noto CIP6. Nel caso dell’impianto di Albano il
Consiglio di Stato ha avvallato le pur non corrette procedure amministrative
stante lo stato emergenziale, ma ha inibito i finanziamenti Cip 6 perché
stanziati fuori tempo massimo. Il consorzio Coema deve attivare quindi proprie
finanze, ma con possibili rientri economici non definiti”, ha spiegato il
sindaco di Albano Alberto Nicola Marini, che ha ricordato di essere contrario
all’impianto, così come speranzosamente contrario era stato il ministro Corrado
Clini.
Nel
frattempo, lungo la linea dell’emergenza romana, Manlio Cerroni ed AMA, gestori
di due degli impianti su cui il NOE ha ravvisato una sottoutilizzazione, hanno
rispedito al mittente le accuse: AMA spiegando che gli impianti lavorano a pieno
regime, Cerroni invece sostenendo che lavorano al massimo dal mese di dicembre.
O i Carabinieri del NOE hanno dichiarato il falso o AMA e Cerroni, delle due
l’una.
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