RIFIUTI
COL TRUCCO. MAXI INCHIESTA DI PROCURA E GUARDIA DI FINANZA: 14 INDAGATI NEL SUD
PONTINO
di
Giovanni Stravato
Maxi
inchiesta sugli appalti irregolari per i rifiuti solidi urbani nel sud della
provincia: indagati l’amministratore della ditta CIC, poi Ego Eco, Vittorio
Ciummo; gli ex sindaci dei Comuni di Fondi, San Felice Circeo, Ponza e
Ventotene, rispettivamente Luigi Parisella, Giuseppe Schiboni, Rosario Pompeo
Porzio e Vito Biondo; nove tra funzionari e dirigenti pubblici. In tutto 14
persone denunciate alla Procura della Repubblica di Latina dai finanzieri del
Gruppo di Formia per frode in pubbliche forniture, falso e truffa ai danni dello
Stato. Nel mirino degli inquirenti del maggiore Luca Brioschi il servizio di
raccolta dei rifiuti solidi urbani nei quattro Comuni. Per le violazioni
ipotizzate la Guardia di Finanza ha calcolato e segnalato alla procura regionale
della Corte dei conti un danno erariale per oltre 7 milioni di euro. Le
indagini, coordinate dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano in
collaborazione con la procura regionale della Corte dei Conti, consentono di
ipotizzare che la CIC riusciva ad aggiudicarsi sistematicamente, con la
compiacenza di funzionari e pubblici amministratori, importanti gare d’appalto
per la raccolta e smaltimento dei rifiuti producendo autocertificazioni che
attestavano – falsamente è poi risultato – la regolarità contributiva della
ditta che invece era debitrice di oltre 6 milioni di euro verso gli enti
previdenziali e di altri 7 all’erario. Inoltre, una volta vinta la gara,
attraverso la presentazione di altra documentazione «infedele», questa volta
attestante la regolare esecuzione del servizio, la ditta riusciva ad ottenere,
con il placet dei responsabili degli enti, la liquidazione delle proprie
spettanze.
I
controlli sulla documentazione amministrativa e contabile dei quattro Comuni
hanno riguardato gli appalti fino al 2007. Gli indagati sono ritenuti
responsabili, in concorso tra loro, anche di avere causato un danno all'erario
attraverso l’ingiusto profitto percepito dall’impresa vincitrice degli appalti.
L’inchiesta della Guardia di Finanza di Formia è partita dal cosiddetto caso
Minturno, scoppiato nel 2010 con arresti e sequestri: ipotizzando che il metodo
CIC potesse essere stato applicato in altri Comuni pontini, anche per appalti
precedenti, Procura e Guardia di Finanza hanno messo mano alla documentazione di
Fondi, San Felice, Ponza e Ventotene dove l’impresa con sede a Roma e Cassino
pure operava. Ne è scaturita l’indagine che ha portato alla denuncia, insieme a
Ciummo, degli ex sindaci e dei dipendenti comunali. Mesi di controlli nei
quattro Comuni e sulla documentazione agli atti che hanno portato gli inquirenti
ad ipotizzare responsabilità sia di natura penale che contabile.
E
SI RIVEDE LA CIC
di
Graziella Di Mambro
La
CIC (Clin Industrie Città) S.p.A. è un nome tra i più ricorrenti nel settore
della gestione dei rifiuti per conto degli enti locali. Dietro questa sigla c’è
lo stesso amministratore finito nei guai e ora sotto processo per la vicenda
della truffa ai danni del Comune di Minturno sempre legata ai rifiuti. Si chiama
Vittorio Ciummo ed è tra le 14 persone denunciate dalla Guardia di Finanza per
frode in pubblica fornitura e truffa ai danni dello Stato in relazione al
contestato danno erariale per 7 milioni di euro. Anche la CIC non è nuova a
problemi di tipo giudiziario ed è uno dei motivi della trasformazione in Eco
Ego. A dicembre del 2009 Vittorio Ciummo viene arrestato una prima volta per lo
scandalo dei rifiuti a Minturno, ne seguirà un altro di provvedimento uguale,
esattamente due anni più tardi e sempre per il reiterato comportamento che ha
integrato il reato di truffa nella stessa città. Ma prima ancora Vittorio Ciummo
era stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver pilotato l’appalto dei
rifiuti a Ponza in concorso con il sindaco dell’epoca (oggi denunciato per aver
pagato servizi non effettuati da CIC) Pompeo Porzio e con il vicesindaco Gaetano
Feola. La CIC si aggiudicò quell’appalto pur non avendo presentato certificati
regolari relativi agli adempimenti fiscali e previdenziali. Su questo «episodio»
avvenuto nel 2006 l’amministrazione di Minturno non ebbe nulla da dire, o forse
ci fu una svista o più semplicemente, come viene contestato nel processo in
corso davanti al Tribunale di Gaeta, fece finta di non vedere e affidò il
servizio a Ciummo, concedendogli anche aumenti per la differenziata che, invece,
non veniva eseguita. Eppure il 2006 fu un anno terribile per la CIC. Allora la
società risultava di proprietà di un altro imprenditore di Cassino, Franco
Muscio, ma aveva gravissimi problemi e non riusciva a pagare i contributi INPS
ai dipendenti né il Fisco, ma vinse comunque l’appalto sull’isola di Ponza.
Negli stessi mesi a Minturno fiutano il pericolo e rescindono il contratto con
la CIC, lasciando un periodo di prorogatio fino al 2008, anno in cui arriva il
nuovo affidamento ad Eco Ego, ossia alla figlia legittima della CIC poiché ha lo
stesso consiglio di amministrazione. Cioè il Comune di Minturno ha, di fatto,
aspettato che la CIC si desse una ripulita. Però la CIC in quel periodo voleva
fare qualcosa per attenuare i suoi problemi con l’INPS e scelse un paio di
consulenti di Fondi, Masimo Anastasio Di Fazio e Riccardo Izzi, entrambi due
anni dopo finiranno indagati nella super inchiesta Damasco che ha travolto il
Comune di Fondi per accertato condizionamento esterno di tipo mafioso. Fu un
momentaccio per tutti quel 2006: Di Fazio mentre era consulente della CIC subì
anche alcuni attentati ma ovviamente non è stato mai provato alcun collegamento.
Eppure proprio Di Fazio in un verbale sit (sommarie informazioni) fece cenno
alla consulenza quasi a sottolineare la coincidenza o forse lo fece per
depistare visto che, come accerterà la DDA un anno dopo, aveva anche altri
«problemi». Ad ogni buon conto la consulenza di Anastasio Di Fazio per la CIC
non va bene perché in cassa non ci sono soldi, anche se la CIC aveva in essere
circa 60 gestioni in altrettanti Comuni tra il basso Lazio e l’alto casertano.
Per la CIC sembra finita. Subisce anche un attentato al deposito di Cassino, due
camion vengono distrutti da un rogo doloso nel 2008. Quello stesso anno nasce
Eco Ego e inizia a lavorare a Minturno, una città in cui si ipotizza che già nel
2007 siano stati portati rifiuti dalla Campania e abbandonati in un deposito
comunale. Ma su questo non sono mai state trovate prove concrete. E forse è solo
una storia di rifiuti rimandata a domani. O dopodomani.
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