MORIA
DI DELFINI NEL MEDITERRANEO, SI AGGRAVA IL BILANCIO: 42 RITROVAMENTI SULLE COSTE
ITALIANE
di
Andrea Spinelli
Ve
ne abbiamo parlato giusto
ieri della moria di delfini che dai primi dell’anno sta facendo ritrovare
decine di carcasse spiaggiatesi sulle coste tirreniche italiane dalla Toscana in
giù.
Ieri
vi abbiamo parlato di 34 ritrovamenti ma oggi, secondo il Ministero
dell’Ambiente, il bilancio si è aggravato, e non di poco: “Si aggrava in queste
ore il bilancio dei delfini morti nel Tirreno dopo le recenti segnalazioni da
parte della rete scientifica di monitoraggio predisposta dal Ministero
dell’Ambiente. Sono 8 i nuovi spiaggiamenti di carcasse di delfino nella varietà
stenella striata (stenella coeruleoalba)”, si legge in un comunicato
del Ministero; numeri che farebbero balzare in alto, a 42 esemplari totali,
il brutto bilancio di morte dei mammiferi marini.
Lo
stesso Ministero dell’Ambiente parla di mortalità anomala, confermando l’ipotesi
del batterio photobacterium damselae, che può causare sindrome emolitica e
lesioni ulcerative, come causa infettiva più probabile dei decessi dei
mammiferi.
I
nuovi ritrovamenti, secondo il Ministero, si sono verificati:
in
3 casi fra Campania e Calabria (segnalati dall’istituto zooprofilattico del
mezzogiorno, Sezione di Salerno) a:
-
Sapri (SA) cod. 4 (pessimo stato di conservazione);
-
Napoli cod. 2 (discreto stato di conservazione);
-
Castelvolturno (CE) cod. 4 (pessimo stato di conservazione).
2
casi in Sicilia (segnalati dall’istituo zooprofilattico della Sicilia, sezione
Palermo-Caltanissetta-Messina):
-
Patti (ME) cod. 3 (mediocre stato di conservazione);
-
Scicli (RG) cod. (al momento ignoto).
2
casi nel Lazio (segnalati da IZS Toscana e Lazio) a:
-
Fondi (LT) cod. 2 (discreto stato di conservazione);
-
Tarquinia (VT) cod. 4 (pessimo stato di conservazione).
E
di 1 caso in Toscana (segnalato da IZS Toscana e Lazio, sezione di Grosseto)
a:
-
Orbetello, Feniglia (GR) cod. (non ancora attribuito).
Tutti,
dunque, sulle coste tirreniche dello Stivale, così come i loro sfortunati amici
spiaggiatisi nelle ultime settimane: a fronte di una media storica di 4
esemplari di stentelle l’anno morte in circostanze simili, è evidente che una
misura dieci volte superiore non può che far preoccupare gli esperti che stanno
studiando il fenomeno.
Per
queste morti
anomale, tutte verificatesi tra Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia
e Sardegna, sembra che si possa escludere qualsiasi correlazione con attività
umane (anche dolose, come sversamenti di petrolio o di sostanze inquinanti,
ricerche geosismiche o esercitazioni militari).
Per
questo motivo “nelle prossime settimane i ricercatori approfondiranno
l’eventuale presenza di virus e l’eventuale fioritura di alghe anomale. Il
Ministero dell’Ambiente sta monitorando da vicino la situazione grazie alla rete
scientifica appositamente voluta e finanziata dal dicastero: Università di
Pavia, Università di Padova, ASL, Istituti Zooprofilattici e ARPAT. Inoltre il
Ministero dell’Ambiente ha allertato il Reparto ambientale marino (Capitanerie
di Porto e Guardia Costiera).
Al
Ministero sono inoltre in attesa del confronto tra i dati meteo-marini degli
ultimi mesi e eventuali spiaggiamenti avvenuti in Francia e Spagna, al fine di
avere un quadro della situazione più completo.
Nessun commento:
Posta un commento