mercoledì 6 febbraio 2013

Elezioni politiche: 1994 - 2012, una storia lunga vent'anni


Elezioni politiche: 1994 - 2012, una storia lunga vent'anni

Il count down è iniziato. L’orologio della politica batte colpi costanti e a frequenze sempre più alte. Ogni tanto poi sembra bloccarsi sulle solite ore: le tasse, i comunisti e le toghe rosse. Vi sembra un film andato in onda già troppe volte? Non è così, state tranquilli e non cambiate canale. Le elezioni del 24 e 25 febbraio, infatti, impongono ormai scadenze ravvicinate. Presentati i simboli delle liste, ormai pronto l’elenco dei candidati, sta per partire anche la serie dei comizi in giro per la Penisola. La campagna elettorale, invece, anche se non ufficialmente, è già iniziata da quasi un mese. I contendenti, Bersani, Monti e Berlusconi in primis, si affrontano sui mass media con tutte le polemiche, i contrasti e le accuse personali del caso. A farla da padrona, per il momento, è la televisione. Una pratica consolidata in tutte le precedenti competizioni politiche nazionali dell’era moderna. Ma, su questo fronte, le elezioni 2013 presentano una novità. L’uso sempre più diffuso dei social network, con Twitter in testa, da parte dei leader dei partiti. E non si tratta solo di Beppe Grillo e del suo Movimento 5 Stelle, ma anche dell’apparentemente ingessato e inappuntabile Mario Monti.
Ma cosa ci aspetta in queste tre settimane che manca all’apertura delle urne? La risposta non può che essere parziale e poco esaustiva. Su chi potrà esultare la sera del 25 febbraio, poi, l’incertezza è ancora più forte, anche se la sinistra di Bersani sembra avere i favori del pronostico. In questi giorni gli esperti e i protagonisti della politica si stanno lanciando in previsioni più o meno condivisibili. E non mancano i riferimenti alle precedenti campagne elettorali, che hanno sempre riservato qualche piccolo o grande colpo di scena. Nel gioco dei corsi e ricorsi si è cimentato anche Romano Prodi. Dalle pagine del “Corriere della Sera” l’ex premier, oggi inviato speciale dell’Onu nel Sahel, vede delle infelici analogie tra le elezioni del 2013 e quelle del 2006. Sette anni fa Prodi con la sua Unione partiva nettamente in vantaggio sul suo avversario storico, Silvio Berlusconi, ma alla fine prevalse con una maggioranza risicata al Senato. E le similitudini con il 2006 potrebbero ripetersi “anche in vista di un possibile accordo con i montiani” afferma l’ex presidente della Commissione europea. Se si guarda ancora più indietro le assonanze e i contrasti sono riscontrabili anche tra le altre tornate elettorale. Almeno a partire dalle politiche del 1994, quelle che hanno segnato l’entrata in scena di Silvio Berlusconi.
1994. Viene considerato l’anno d’inizio della Seconda Repubblica, quella della fine dei partiti storici. L’inchiesta Mani Pulite aveva portato una ventata di novità, poi rivelatesi solo apparenti. Il Psi, il Psdi e il Pli erano scomparsi, il Pci era divenuto Pds, la Dc si era trasformata in Partito Popolare Italiano e l’Msi aveva assunto il più accettabile nome di Alleanza Nazionale. Si andò a votare con un nuovo sistema elettorale, la legge Mattarella, che prevedeva il 75 per cento assegnato con l’uninominale maggioritario a turno unico e il 25 per cento con il proporzionale e uno sbarramento al 4 per cento. Anche nel 2013 come allora si parla di distacco della politica dai problemi reali dell’Italia e di cittadini ormai disinteressati al mondo dei governanti. E oggi come allora c’è un personaggio che si pone come l’uomo del cambiamento, colui che è fuori dai giochi di potere e può risolvere i problemi del Paese. Avete indovinato…quell’uomo è Silvio Berlusconi. Vi scappa un sorriso se confrontate l’imprenditore che nel ’94, dopo aver fatto nascere Forza Italia, vinse promettendo un milione di posti di lavoro e l’attempato signore di 76 anni che adesso ha la pretesa di presentarsi ancora agli italiani con le stimmate dell’homo novus dopo aver governato a lungo negli ultimi 20 anni? Forse non avete tutti i torti. In ogni caso il Cavaliere, oggi come allora, domina la scena ed è di nuovo “sceso in campo” con tanto di polemica nei confronti di Monti che, invece, ha affermato di “salire in politica”. Non tutti, però, vedono analogie tra il 1994 e il 2013. Ecco cosa ha detto pochi giorni fa Achille Occhetto, che 18 anni, in veste di segretario dei Ds, fu sconfitto da Berlusconi: “La novità non è più Berlusconi, esiste invece un centro che riappare piuttosto che uno che perdeva anche le mutande come allora”.

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Foto: tutte le promesse non mantenute negli anni da Berlusconi



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