UN
UOMO PER UN ALBERO: DA SABATO È LEGGE
di
Andrea Spinelli
È
entrata in vigore sabato scorso la nuova legge che obbliga i Comuni sopra i
15.000 abitanti a piantare un albero per ogni bambino registrato all’anagrafe o
adottato: la norma, specificatamente la legge
n.10 del 14 gennaio 2013, riprende in realtà un vecchio “obbligo” introdotto
in Italia con la legge Cossiga-Andreotti n. 113 del 29 gennaio 1992.
Quella
legge, in verità molto poco applicata fatto salvo per qualche ente locale
“sperimentatore” (come se piantare un albero fosse un esperimento, quando il
vero esperimento per l’essere umano è vivere in megalopoli dall’aria
irrespirabile) punta ad incentivare gli spazi verdi urbani: la vera novità della
nuova normativa rispetto alla precedente sono alcune modifiche sostanziali per
assicurarne l’effettiva applicazione e rispetto.
La
storia, per quanto mi riguarda, affonda le radici nel lontano 1953: in
quell’anno mio nonno piantò una prima palma in seguito alla nascita della figlia
primogenita, mia zia, per poi piantarne nel terreno altre due, alla nascita
degli altri due suoi figli, tra cui mia madre.
Quelle
palme sono rimaste piantate nello stesso terreno per più di 50 anni, fino a
quando il maledetto punteruolo rosso non ha deciso di devastarne l’interno,
mortificando il ricordo che si era oramai radicato in una terra che è anche il
mio sangue.
L’obbligo
introdotto dalla nuova legge non riguarderà tutti i comuni d’Italia ma solo
i comuni superiori ai 15.000 abitanti, e non interesserà solo le nascite ma
anche le adozioni: per ogni nuovo uomo ci dovrà essere un albero nuovo, che
dovrà essere piantato (a norma di legge) entro sei mesi e non più entro
l’anno.
Secondo l’Ispra (Istituto superiore per
la protezione e la ricerca ambientale) questo dovrebbe, il condizionale è
d’obbligo, contrastare la perdita di quegli 8 mq al secondo di aree verdi in
Italia, nonostante il tasso di natalità in Italia non sia esattamente
altissimo.
A
vigilare sul rispetto della normativa sarà il nuovo Comitato per lo sviluppo del
verde pubblico istituito presso il Ministero dell’Ambiente: saranno i Comuni a
dover comunicare i dati sulle piantumazioni, fornendo anche informazioni
relative al tipo di albero scelto e il luogo in cui questo è stato piantato,
provvedendo anche ad un censimento annuale delle piantumazioni ed informando il
Comitato al Ministero, che dal canto suo monitorerà l’intera attività.
In
base alla nuova normativa inoltre il 21 novembre prossimo, e via via ogni 21
novembre, si festeggerà la Giornata nazionale dell’albero: “per perseguire,
attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo,
l’attuazione del protocollo di Kyoto”.
La
legge 10/2013 introduce nuove disposizioni sulla tutela
degli alberi monumentali: i Comuni italiani dovranno censire e monitorare
gli alberi presenti nei loro confini, istituendo un vero e proprio catasto e
sanzionando chiunque danneggi tali piante monumentali con ammende da 5.000 a
100.000 euro.
“La
legge si propone di realizzare due operazioni: da un lato, una mappatura
completa del patrimonio arboreo italiano, in particolare degli alberi
monumentali, per capire qual è la situazione del verde dentro i centri urbani di
tutto il Paese e realizzare un’efficace azione di manutenzione; dall’altro di
realizzare una grande operazione salva-verde in città che coinvolga le scuole,
le istituzioni e le imprese”, ha spiegato ad Unomattina Massimiliano Atelli,
capo Ufficio Legislativo del Ministero dell’Ambiente.
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