Gratta e vinci e giochi, ecco perché non si vince mai
Scritto da Filippo Panza | Yahoo! Notizie – mer 30 gen 2013
La passione degli italiani per il gioco d’azzardo
ha radici molto solide. Magari non siamo ancora come gli inglesi,
capaci di scommettere perfino sull’esistenza del mostro di Loch Ness o
della vita su Marte, ma sfidare la fortuna è una delle nostre peculiarità. E lo dimostrano i numeri. L’Italia è il mercato del gioco d’azzardo più ampio d’Europa,
in termini di spesa pro-capite, e il terzo del mondo, alle spalle di
Singapore e Australia. Il fatturato di questo settore, che è la terza industria del Paese, è passato, secondo i dati dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, dai 14,3 miliardi del 2000 agli 80 miliardi del 2011.
A questi bisogna aggiungere i miliardi di euro, 14 in base ai calcoli
di NetBetCasino.it e LivePartners, provenienti dai giochi sul web. E lo
Stato naturalmente sorride. Solo nel 2012 grazie al gioco d’azzardo sono
entrati nelle sue casse 8,5 miliardi di euro di tasse.
L’altra faccia della medaglia è il calice amaro di chi ha dipendenza da gioco. Nel nostro Paese sarebbero circa 800mila persone a soffrire di questa patologia.
Una cifra probabilmente destinata a crescere. In tempi di crisi,
infatti, l’azzardo è sempre più visto come la strada più breve per
risolvere i proprio problemi economici e ritrovare la felicità. Anche
per questo stanno nascendo iniziative, per sensibilizzare soprattutto i
giovani, i disoccupati e i pensionati, le categorie più a rischio, ad un
approccio più consapevole al gioco. Sociologi e psicologi, ma anche
matematici, cercano di illustrare quali sono i metodi e le ragioni,
anche scientifiche, per non cadere in un vizio, che può distruggere la
vita di un individuo e della sua famiglia. Spesso senza nemmeno uscire
di casa.Ma quali sono i giochi d’azzardo più diffusi in Italia? E le reali probabilità di vincere? Al primo posto c’è sicuramente il Gratta e vinci. I tagliandini della fortuna, con la superficie nascosta da una parte argentata o dorata da grattare nella speranza della combinazione vincente, sono una vera forza della natura. Nato nel 1994 come lotteria istantanea e rinnovato dieci anni dopo, il Gratta e vinci ha incassato 9,3 miliardi e distribuito premi per 6,4 miliardi soltanto nel 2012 . I tagliandini, che costano da un euro fino ai 20 del Maxi Miliardario, si trovano ormai in centinaia di migliaia di bar, tabacchi, edicole e autogrill di tutta la Penisola. Ad ingolosire gli italiani sono le differenti vincite, che vanno dal recupero dell’importo minimo speso fino a 5 milioni di euro. In mezzo c’è la disperazione degli illusi. Molti di essi, probabilmente, non sanno che su circa 30 milioni di biglietti stampati, 11 milioni sono quelli vincenti. Di questi, però, il 90 per cento concede il tempo di un sorriso da 5-10 euro. Mentre la probabilità di conquistare 500mila euro è di 1 su 6 milioni.
Vincere facile, per parafrasare lo slogan televisivo che accompagna gli spot dei Gratta e vinci, insomma, è un’espressione con poche basi matematiche. Da un lato, infatti, i Monopoli di Stato affermano che la probabilità di vincita delle lotterie nazionali ad estrazione istantanea, appunto i cosiddetti “Gratta e Vinci”, è di 1 su 3,60. L’ente pubblico aggiunge anche che il valore complessivo medio della restituzione in vincite è pari al 73 per cento circa dell’incasso. Dall’altro, però, la realtà è piuttosto diversa. Recentemente la rivista “Il Salvagente” ha pubblicato le probabilità di vittoria totali, quelle per ogni categoria di premi e le probabilità di pareggio (ossia quelle di vincere un premio equivalente alla somma pagata) di 15 gratta e vinci. Ebbene le prime sono piuttosto basse. Si oscilla dal 18,32 per cento di probabilità di vittoria di Colpo Vincente, che ha un prezzo di 10 euro a biglietto all’8,30 per cento di Oroscopo, che costa 2 euro ogni tagliando. Anche le percentuali di restituzione ai giocatori di quanto investito sono sensibilmente basse: dall’85, 06 per cento del Maxi Miliardario al 63, 36 dell’Oroscopo. Peraltro questi dati non comprendono solo i premi che gli acquirenti si mettono in tasca, ma anche il cosiddetto pareggio. Quest’ultima eventualità è la più frequente. Non si tratta di una vera vincita visto che il giocatore normalmente reinveste subito il premio uguale alla spessa appena effettuata per comprare un altro biglietto. E spesso finisce per perdere tutto.
Continua a leggere: a pagina due le probabilotà di vincita negli altri giochi
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