lunedì 11 febbraio 2013

LA MAFIA IN PROVINCIA DI LATINA C’È, STRATEGIE PER COMBATTERLA


LA MAFIA IN PROVINCIA DI LATINA C’È, STRATEGIE PER COMBATTERLA
di Adriano Pagano
La criminalità organizzata resta una delle piaghe sociali ed economiche più stringenti dell'intero comprensorio del sud pontino. A ribadirlo ieri nel corso di un convegno intitolato «Mafie: come contrastarle, il ruolo dei cittadini onesti», svoltosi presso l'Appia Grand Hotel di Formia, sono intervenuti tra le più importanti personalità del mondo della magistratura, dell'associazionismo e delle forze dell'ordine. Erano infatti presenti all'incontro i pubblici ministeri John Woodcock e Giovanni Conso della DDA di Napoli, il presidente dell'associazione Cittadini contro le mafie Antonio Turri, il presidente dell'Associazione antimafia Caponnetto Elvio Di Cesare, la giornalista della rivista specializzata La voce delle voci Rita Pennarola e il comandante provinciale della Guardia di Finanza Paolo Calenda. In sala erano inoltre presenti anche i tre maggiori referenti delle forze dell'ordine del territorio, il vicequestore della polizia Paolo Di Francia e i maggiori di Finanza e Carabinieri Luigi Brioschi e Pasquale Saccone. Un'occasione che Di Cesare non ha sprecato per rivendicare con forza una nuova stagione di lotta ad una criminalità che si è ormai «istituzionalizzata nei colletti bianchi dei professionisti. La dobbiamo smettere con le lenzuolate di un'antimafia del giorno prima - ha proseguito - perché è arrivato il momento di operare con maggiore efficacia e seguire l'esempio della Campania dove al contrasto alla criminalità sono delegate anche le Procure ordinarie oltre a quella antimafia. Perché la Provincia di Latina, e quindi il sud pontino, come riportato da Carmine Schiavone nel verbale di un interrogatorio degli anni ‘90 dove ricorda la presenza di un esercito di affiliati che operano nell'intero territorio pontino, è in mano alla criminalità. È arrivato il momento di fare antimafia, per una nuova sensibilità sia sul piano istituzionale che politico esortando la magistratura e le forze dell'ordine a fare di più». L'esempio lampante per sollecitare questa nuova fase operativa è stato fatto da Di Cesare relativamente al porto di Gaeta dove «la camorra - ha detto - sta facendo investimenti sospetti. La popolazione deve collaborare». Ha rincarato la dose poi Turri riferendo di gravi responsabilità istituzionali e giudiziarie in alcune inchieste sui casalesi e sui loro loschi affari nella provincia di Latina relativamente allo smaltimento di rifiuti tossici. Gravi carenze contro le quali si è detto sorpreso e indignato. Ma la lotta alla criminalità come ricordato infine dai due PM, va combattuta in particolar modo con l'affidamento alla magistratura di nuovi strumenti operativi nell'ambito delle indagini. Un fenomeno camorristico definito liquido, perché infiltrato nella politica e nell'imprenditoria come spesso accaduto tra Formia, Gaeta e Minturno e come accertato da numerose inchieste negli ultimi anni. Nel corso dell'incontro, infine, è stata invocata a gran voce dal pubblico la presenza del sindaco di Formia Michele Forte, anche se l'organizzazione ha fatto presente di aver inoltrato l'invito.

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