Nella foto l'ad di Fiat Sergio Marchionne (LaPresse)Nella foto l'ad di Fiat Sergio Marchionne (LaPresse)
Con gli attuali livelli di mercato, «c'e' almeno uno stabilimento extra in Italia». Lo ha detto Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, al termine della presentazione della 500L a Torino.
«Fino a quando non riusciremo a trovare un accordo per mantenere un livello di tranquillità industriale e usare i nostri assett per esportare in America, diventa molto molto difficile guardare agli stabilimentri italiani come risposta al mercato europeo. Se si guarda alla domanda, c'e' almeno uno stabilimento extra in Italia, bisognerebbe tagliarne uno», ha spiegato il manager del Lingotto.

«Se riusciamo a esportare verso l'America, ovviamente il problema scompare» ha aggiunto, anche se Marchionne è apparso molto cauto per quanto riguarda una ripresa del mercato dell'auto in Europa. «Nei prossimi 24 -36 mesi la situazione non credo si modificherà» ha detto.

«A Pomigliano non abbiamo fatto alcuna discriminazione, abbiamo assunto 20 lavoratori che nel 2010 erano iscritti alla Fiom» ha precisato sulla sentenza del Tribunale di Roma che obbliga il Lingotto ad assumere 145 lavoratori iscritti alla Fiom. «Domani presenteremo appello», ha aggiunto Marchionne.
E ancora: «Confermeremo gli investimenti in Italia in base alle condizioni di mercato. Le stime per quest'anno sono di 1,4 milioni di unità, una cifra mai così bassa dal 1979. Se avremo qualcosa da dire su Mirafiori la diremo».
Interpellato poi sui tempi di formalizzazione dell'intesa con Sberbank per la produzione di auto in Russia, il manager ha aggiunto: «Ci stiamo lavorando, speriamo entro la fine dell'anno, il problema e' tecnico piu' che di sostanza».

Quanto a Fiat acquisterà il 100% della quota Chrysler ancora detenuta dal fondo Veba «al momento giusto, quando si creeranno le condizioni». «Il 2016 probabilmente è un po' tardi», ha aggiunto sulla possibilità che si arrivi alla data ultima fissata dall'accordo con Veba.