LA FABBRICA DEI PERMESSI FALSI
Immigrazione illegale, avvocato in manette
Undici custodie cautelari e 9 indagati a Latina
LATINA - Un giovane avvocato di Latina
era al vertice di un’organizzazione che favoriva l’ingresso di cittadini
extracomunitari in Italia. Sono in tutto undici le persone arrestate
questa mattina nel capoluogo in un’operazione della Squadra Mobile della
Questura.
Secondo gli investigatori, il
professionista A. V. che ha 37 anni, in cambio di cospicue somme di
danaro, ha fatto entrare illegalmente nel territorio nazionale
centinaia di cittadini stranieri in prevalenza indiani, fornendo loro
documentazione falsa per assunzioni fittizie e finti ricongiungimenti
familiari. Un giro da alcune centinaia di migliaia di euro, nel quale è
coinvolto anche un poliziotto sospeso dal servizio.
I dettagli sull’operazione dalla voce
del dirigente della squadra Mobile Sebastiano Bartolotta al microfono di
Antonio Bertizzolo ASCOLTA
L’indagine, coordinata dal sostituto
Daria Monsurrò della Procura della Repubblica di Latina, è nata dalla
denuncia presentata in Questura a febbraio del 2012 da un’ impiegata
dello Sportello Unico per l’Immigrazione di Latina, per segnalare la
falsità di un nulla-osta rilasciato ad un cittadino indiano. Le
successive intercettazioni telefoniche e ambientali hanno consentito di
ricostruire il giro che aveva la sua base operativa nello studio legale
dell’ avvocato. Il compenso per il professionista variava a seconda del
documento falso fornito da 1000 a 7000 euro: la prima tranche veniva
versata in India ad un intermediario locale e la seconda all’ottenimento
del nulla osta che veniva spedito o consegnato a mano da un corriere.
“L’avvocato - ha spiegato Bartolotta –
aveva creato una struttura ben organizzata in cui i singoli componenti
svolgevano mansioni predeterminate e concatenate per il perseguimento di
un unico scopo. I datori di lavoro compiacenti richiedevano
fittiziamente manodopera in cambio di un corrispettivo pari a 3000 euro
per ogni pratica a buon fine; una ragioniera si occupava della
falsificazione di tutti i documenti necessari al rilascio del nulla osta
dietro un corrispettivo pari a circa 200 euro per straniero; due
dipendenti dello Sportello Unico per l’Immigrazione erano stati corrotti
con somme di denaro per agevolare l’iter burocratico necessario al
rilascio del nulla osta; alcuni intermediari indiani erano addetti al
reclutamento di stranieri nel Paese di origine. Un consolidato
meccanismo fraudolento che ha permesso all’organizzazione di far entrare
sul territorio nazionale innumerevoli cittadini extracomunitari, per un
giro di affari quantificabile in centinaia di migliaia di euro”.
Indagati nella stessa inchiesta nove
persone, tra italiani e stranieri, le cui posizioni sono al vaglio della
Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.
Nessun commento:
Posta un commento