COPERTURE
DI ETERNIT NEI LIDI DI SAN FELICE CIRCEO, L’INTERVENTO DI LEGAMBIENTE
di
Federico Domenichelli
Eternit
a copertura delle cabine di alcuni stabilimenti balneari di San Felice Circeo,
il paradosso del «mare d'inverno». Mentre c'è chi cerca di ottenere i permessi
per adeguare le strutture al periodo invernale, c'è anche chi continua ad
utilizzare come copertura di alcune cabine delle lastre di fibrocemento. Di
certo non un ottimo presupposto su cui fondare quella «destagionalizzazione» di
cui molti parlano da anni. Tempo fa, alcuni balneari hanno annunciato, poco dopo
la fine della stagione, di voler provare ad attuare realmente il «mare
d'inverno» dopo le false partenze degli scorsi anni. Bar aperti a turnazione,
elioterapia, luoghi per lo sport, strutture adeguate per offrire simili servizi
e utilizzo di materiali eco-compatibili. Ecco, di sicuro non è possibile
inserire l'eternit in quest'ultima categoria. È del 27 marzo 1992 la legge
contenente le norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto, la quale
ha vietato, a partire dal marzo 1993, la produzione, l'importazione,
l'esportazione e la commercializzazione di amianto e prodotti contenenti questo
materiale. Eppure ad oggi, nonostante sia passato così tanto tempo, ancora viene
usato. In questi anni, poi, vi sono state anche diverse sentenze storiche, come
quella del febbraio del 2012 che ha condannato i vertici di un'azienda che
trattava tali materiali a 16 anni di carcere per «disastro ambientale doloso
permanente», oltre che per omissione volontaria di cautele antinfortunistiche
nei confronti dei dipendenti, molti dei quali morti a causa di tumore. A San
Felice Circeo, tuttavia, alcuni stabilimenti hanno ancora strutture rivestite da
eternit. Sui possibili rischi, è stato interpellato il presidente del Circolo
Larus Legambiente Marco Omizzolo. «Il rischio – ci spiega – dipende dalla
qualità della lastra. Se integra, non ci sono problemi. Se però c'è un solo foro
o uno spigolo rotto, e in passato le lastre venivano spesso inchiodate o
bullonate, allora sì che è possibile che le microfibre di amianto vengano
trasportate dall'aria, con tutti i problemi che ne conseguono. In questo caso,
poi, trattandosi di lastre posizionate sugli arenili, il materiale è di sicuro
più sollecitato anche a causa della salsedine, con rischi maggiori».
Un
paradosso, insomma, quello di voler adeguare le strutture per «fare turismo»
anche d'inverno e parlare di materiali eco-compatibili, quando invece ci si
trova a fare i conti con l'eternit, in disuso da oltre vent'anni.
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