SEZZE,
UN COMITATO CIVICO PER LA SANITÀ
di
Elisa Fiore
La
Primavera dei diritti in difesa del San Carlo di Sezze è esplosa nel cuore dei
setini. Ieri mattina puntuali alle 10,30 un gruppo di donne accompagnate da
nuovi sostenitori del costituendo comitato civico Le Virgole ha distribuito
caramelle e volantini, dato un assaggio di quello che nel prossimo incontro, che
si terrà martedì pomeriggio alle 17 all’interno del Centro Sociale Ubaldo
Calabresi, saranno le iniziative che il comitato metterà in campo per chiedere
al presidente Nicola Zingaretti di riaprire al più presto un confronto diretto
con la cittadinanza di Sezze per dare risposte concrete ai 100.000 utenti di
questo bacino distrettuale. In gioco la sanità pubblica territoriale che non ha
e non può avere colori politici. «È con questo slogan che intendiamo
contraddistinguerci», ha spiegato alle telecamere, ai giornalisti ed ai
cittadini intervenuti Anna Maria Lafavia, che assieme a Maria Carla Cerroni e
Paola Di Veroli hanno dato vita a questo movimento partito dal basso.
«Non
chiediamo di rappresentarci politicamente di chi siano le responsabilità, perché
qui nessuno è esente – chiarisce Lafavia – ma vogliamo, anzi pretendiamo di non
continuare ad affossare il distretto dei Monti Lepini utilizzando e sperperando
i soldi pubblici. Al presidente Zingaretti che ha tenuto per sé la delicata
delega alla Salute, chiediamo di venire qui per rendersi conto di cosa stiamo
parlando e quali opportunità stiamo perdendo per non aver dato corso agli
impegni che le istituzioni regionali hanno assunto da 15 anni, ma disatteso, con
questo territorio. Non ci interessano le guerre fratricide tra i politici
provinciali e locali – ha spiegato Anna Maria Lafavia – chiediamo che i nostri
anziani possano essere curati da Maenza a Bassiano dentro un ospedale di
distretto che sulla carta c’è ma che nei fatti non esiste. Chiediamo di dare
dignità al punto di primo intervento e rafforzare questo presidio ospedaliero
che ha un bacino di 100.000 utenti del servizio sanitario territoriale: è stato
smantellato il day hospital geriatrico per i pazienti più bisognosi e per la
cura dell’Alzheimer, il day surgery chirurgico, sta morendo per mancanza di un
anestesista, gli ambulatori distrettuali funzionano per tre ore alla settimana
per un solo giorno. La gente arriva qui e non sa nemmeno se il servizio e la
prestazione richiesta gli verrà erogata perché non c’è nessuno che avvisa i
pazienti in caso di assenza di medici o personale addetto a specifiche funzioni.
Non c’è nessuno che controlla, che verifica, che impone rigore e disciplina,
siamo all’anarchia. E per qualcuno, all’autodisciplina. Agli undici ambulatori,
mancano i servizi di oncologia, neurologia, ematologia, epatologia. Mentre 5.000
mq di ospedale vengono riscaldati e puliti ogni giorno dell’anno, alla faccia
dei senza tetto dei senza casa e dei cittadini lasciati senza cure dal sistema
sanitario nazione. A chi fa comodo tutto questo?»
Al
termine della protesta pacifica l’attore setino Orazio Mercuri ha messo in scena
un monologo scritto a quattro mani, per raccontare il disagio degli anziani
costretti a subire i paradossi giuridici e organizzativi di un sistema sanitario
incapace di dare risposte concrete anche sui bisogni minimi. Il monologo
«Articolo 32. Potersi mantenere in salute è un diritto» cliccabile su Youtube
tornerà ad essere messo in scena martedì alle 17 in apertura dei lavori del
comitato: «Chiunque volesse dare suggerimenti e aderire spontaneamente alla
nostra iniziativa che aperta a tutti e libera da ogni gabbia politica – ha
dichiarato Maria Carla Cerroni – può mandarci una mail al nostro indirizzo di
posta elettronica levirgole@libero.it, in vista delle
iniziative che porteremo in campo a partire dalla prossima settimana».
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