martedì 26 marzo 2013


COMPRAVENDITE IMMOBILIARI
Crollo vertiginoso: -25,1%    

piano-casaLATINA – Non accenna a frenare il crollo delle compravendite immobiliari, anzi il trend negativo evidenziato nel primo semestre del 2012 addirittura accelera nella seconda metà dell’anno. «Per le compravendite ad uso residenziale, segmento che con 119.673 transazioni registrate nel II trimestre 2012 rappresenta il 46% circa dell’intero mercato – spiega Santino Nardi, presidente provinciale Fiaip Latina citando il rapporto Istat su dati dell’Agenzia del Territorio –, il calo tendenziale registrato nelle aree metropolitane come Roma (-21,8%) è più contenuto di quello di centri minori come il nostro (-25,1%). Anche per le compravendite ad uso economico il calo è più evidente negli archivi aventi sede in provincia (-27,0%) rispetto a quello che si osserva nelle grandi città (-21,0%).»
La spesa per acquisto di abitazioni è stata pari a quasi 39 miliardi di euro: il mercato ha perso quindi oltre dieci miliardi rispetto allo stesso lasso temporale 2011. Quali le cause? «In primo luogo le difficoltà legate al periodo di crisi economica – spiega Nardi –: allarmanti ed eloquenti i dati economici diffusi dall’ISTAT, in particolare la variazione negativa del PIL del -2,6%, peggiore del già negativo (-1,4%) saldo registrato nell’analogo periodo 2011. Il tasso di disoccupazione, incrementato di ben tre punti percentuali passando dal 7,6% al 10,7%; l’indicatore della fiducia delle famiglie, ridotto ulteriormente arrivando ad 86 nell’agosto 2012; la produzione industriale in netto calo: -7%.» Oltre questi aspetti oltremodo noti, insiste Nardi, un ulteriore, duplice aspetto a bloccare il mercato: da un lato la difficoltà di accesso al credito (i mutui nel 2012 si sono ridotti del 50% secondo l’Istat; sino al 70, rilanciano gli operatori Fiaip). Col tasso d’interesse sui prestiti alle famiglie per acquisto di abitazioni salito costantemente, passando dal 4,14% di marzo 2011 al 4,90% di marzo 2012 (fonte Bollettino statistico – Banca d’Italia), è fisiologico che le famiglie tendano a rinviare gli acquisti relativi ai beni durevoli e, a maggior ragione, quelli delle abitazioni che richiedono un impegno finanziario di lungo termine.
«A questo si aggiunga la resistenza dei venditori – prosegue Nardi – i quali, non volendo depauperare il proprio bene immobile non sono disposti a cedere sul prezzo desiderato; d’altro canto, le attuali condizioni di mercato suscitano nei potenziali acquirenti l’attesa di un ulteriore calo; in tali condizioni l’inevitabile effetto è la diminuzione dei volumi scambiati e la rigidità dei prezzi.»
L’introduzione dell’IMU, ciliegina su una torta davvero amara, ha gravato ulteriormente sulla decisione dell’acquisto di abitazioni.
Più che auspicare ulteriori cali o impegnarsi in previsioni allarmistiche, sostiene il Presidente Nardi, per uscire dalla crisi appare necessario individuare proposte realizzabili per sostenere il settore e sfruttare le potenzialità di traino del comparto immobiliare sull’intera economia. «Tra queste, ad esempio la riattivazione del circuito finanziario per l’acquisto delle abitazioni, anche attraverso un fondo di garanzia dello Stato per l’erogazione dei mutui alle famiglie; un alleggerimento del carico fiscale sulla realizzazione e sull’acquisto di abitazioni, soprattutto per quelle a più elevate prestazioni energetiche.»
Previsioni per il 2013? Termometro ancora orientato verso il meno, secondo Fiaip; che pronostica un nuovo calo di circa 12/15 punti percentuali in termini di compravendite a buon fine. Dal 2014 il mattone dovrebbe tornare a fiorire.
«Proprio oggi, in ultima analisi, è il miglior momento per acquistare – conclude Nardi -: i prezzi diminuiti e l’elevato potere negoziale rispetto al prezzo di vendita in mano all’acquirente (sino al 15-20% della richiesta originale), sono da considerarsi un margine normalizzatore dei valori immobiliari. La parabola discendente si stima tuttavia in arresto al termine del 2013/14 e, nel momento in cui la prospettiva del mercato cambierà passando da negativa a positiva, il venditore non sarà più disposto a ribassare i prezzi in fase di negoziazione sui livelli attuali.»

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