FORUM
ACQUA: PER UNA PRESA DI PAROLA DAL BASSO E DENTRO LA SOCIETÀ
Nel
pieno di una profonda crisi economica e sociale, le recenti elezioni politiche
ci consegnano un quadro di forte sommovimento, instabilità e relativa
incertezza.
Un
elemento tuttavia emerge con nitida chiarezza: il popolo italiano ha
pesantemente bocciato il governo Monti e le politiche di austerità che, durante
un anno di governo “tecnico”, hanno terremotato socialmente il Paese, peraltro
senza ottenere neppure l’obiettivo dichiarato di ridurre il debito pubblico.
Così
come si evidenzia una domanda forte di rinnovamento della democrazia e delle sue
forme, in un quadro di pressoché totale assenza di riflessione sulla crisi della
rappresentanza e sul venire avanti di nuove forme partecipative espresse dalle
molte vertenze da tempo aperte nel Paese, nel mondo del lavoro e nelle
conflittualità territoriali per la riappropriazione sociale dei beni comuni.
La
sconfitta della coalizione di centrodestra, ma anche di quella di
centrosinistra, nonché l’irruzione nel quadro istituzionale del Movimento 5
Stelle, ci consegnano un quadro complesso, gravido di possibili involuzioni ma
anche di nuove potenzialità.
In
questa situazione, l’atteggiamento peggiore che i movimenti attivi nel Paese
possono assumere è quello di stare alla finestra ed attendere il succedersi
degli eventi.
Sia
perché gli eventi continuano ad operare e i vincoli monetaristi europei – Fiscal
Compact e pareggio di bilancio/Patto di Stabilità e Crescita 2012-2014 –
approvati dal precedente Parlamento, sono attivi e renderanno perpetue le
politiche di austerità.
Sia
perché sarebbe sbagliato pensare che l’unico campo di gioco sia quello
istituzionale, con tutti i rischi di ripiegamento politicista che ciò
comporterebbe.
Serve
invece uno scatto della società e una forte presa di parola da parte di tutti i
movimenti che, dentro i territori e a livello nazionale, da sempre rivendicano
un’altra uscita dalla crisi, a partire dalla riappropriazione dell’acqua, dei
beni comuni e della ricchezza sociale per costruire un altro modello produttivo,
ecologicamente e socialmente orientato. In questo senso, a nostro avviso,
diviene urgente promuovere una nuova cultura dei beni comuni soprattutto a
partire dalle nuove generazioni.
È
sulla base di questa impellente necessità che il Forum Italiano dei Movimenti
per l’Acqua intende avviare una forte iniziativa sociale e di interlocuzione con
la politica affinché il voto referendario espresso dalla maggioranza assoluta
del popolo italiano sia democraticamente rispettato e compiutamente
realizzato.
In
questo senso, riteniamo che le prime azioni che il nuovo Parlamento dovrà
compiere siano:
-
l’immediata ripresentazione ed approvazione della legge d’iniziativa popolare
per la ripubblicizzazione dell’acqua e del servizio idrico integrato, presentata
nel 2007 con oltre 400.000 firme, ed oggi legittimata dal voto referendario di
oltre 27 milioni di cittadini;
-
l’immediata censura del nuovo metodo tariffario e della stessa Autorità per
l’Energia Elettrica e il Gas, in quanto l'azione dell'Authority e
conseguentemente il provvedimento adottato si pongono in diretto contrasto con
l’esito referendario, per cui chiediamo l'immediato ritiro della delibera e
delle competenze attribuite all'Autorità stessa;
-
la ridiscussione del ruolo di Cassa Depositi e Prestiti, da restituire
all’originaria funzione pubblica, affinché metta a disposizione le risorse per
l’effettiva realizzazione del processo di ripubblicizzazione dell’acqua e del
servizio idrico integrato;
-
non dare corso ad alcun tentativo di assoggettamento al patto di stabilità delle
aziende speciali e “in house” e porre in essere un provvedimento volto
all’esclusione dal patto di stabilità di tutti gli investimenti finalizzati alla
realizzazione dei servizi essenziali alla comunità e riconducibili alle
categorie dei beni comuni e del welfare locale;
Come
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua intendiamo a brevissimo attivare un
percorso di relazione tra tutti i movimenti e le autonomie sociali attive sui
beni comuni, precarietà, diritti e lavoro al fine di produrre su alcuni
obiettivi condivisi un percorso collettivo, capace di dare un segnale forte
dentro la società e indicazioni precise su quali siano le direzioni che l’intero
quadro istituzionale deve intraprendere.
Così
come intendiamo interloquire con le forze politiche, a partire da quelle che
hanno sostenuto i Sì ai referendum, su tali indicazioni.
Perché
se è grande il disordine sotto il cielo, una forte iniziativa dei movimenti dal
basso diventa necessaria per attraversarlo e segnare un punto netto di
avanzamento sociale per la riappropriazione dei beni comuni.
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