sabato 7 luglio 2012

Istat, crolla il potere dìacquisto


Il potere di acquisto delle famiglie, tenuto conto dell'inflazione, è diminuito nel primo trimestre del 2012 dell'1% rispetto al trimestre precedente e del 2% rispetto al primo trimestre del 2011. Lo comunica l'Istat. Nel primo trimestre del 2012 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, misurata al netto della stagionalità, è stata pari al 9,2%, risultando invariata rispetto al trimestre precedente e in aumento (+0,4 punti percentuali) nei confronti del primo trimestre del 2011. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, mentre è aumentato dello 0,9% rispetto al corrispondente periodo del 2011.
Il tasso di investimento delle famiglie - Nel primo trimestre del 2012 il tasso di investimento delle famiglie consumatrici (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi, che comprendono esclusivamente gli acquisti di abitazioni, e il reddito disponibile lordo) è stato pari al 6,7%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,4 punti rispetto al primo trimestre del 2011. Gli investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici hanno subito una consistente contrazione, diminuendo del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 4,6% nei confronti del primo trimestre del 2011.
Dal 2008 calo del 12% - Il nuovo ribasso del potere d'acquisto delle famiglie rende "ancora più drammatico il bilancio complessivo dal 2008" a oggi. E' quanto rilevano Federconsumatori e Adusbef, commentando gli ultimi dati Istat e sottolineando che così "la caduta complessiva della capacità d'acquisto a partire dall'inizio della crisi ammonterà a fine anno al -11,8%". Per le due associazioni, a tutela del consumatore si tratta di "una perdita gravissima, che non potrà che avere ricadute disastrose sui consumi e sulla produzione". Ecco che, aggiungono, "risultano addirittura ottimistiche le prime stime effettuate dall'Osservatorio Nazionale Federconsumatori, sulla base dell'analisi del proprio campione relativamente alle previsione sull'andamento dei consumi nel 2012. Se prima si stimava una caduta del -3,2%, il consuntivo del 2012 rischia di attestarsi ad oltre il -5%". 
Il profitto delle società finanziarie - Nel primo trimestre del 2012 la quota di profitto delle società non finanziarie (misurata dal rapporto tra il risultato lordo di gestione e il valore aggiunto lordo ai prezzi base) è scesa al 38,8%, con una diminuzione di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Tale caduta è determinata da una flessione del risultato lordo di gestione (-4,1%) maggiore di quella del valore aggiunto (-1,8%). In termini tendenziali, il tasso di profitto è diminuito di 1,3 punti percentuali, per effetto di una contrazione del 5,3% del risultato lordo di gestione, più ampia della contestuale riduzione del valore aggiunto (-2,1%).
Il tasso di investimento delle società finanziarie - Nel primo trimestre del 2012 il tasso di investimento delle società non finanziarie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi ed il valore aggiunto lordo ai prezzi base) è stato pari al 21,6%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2011. Gli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie hanno segnato una flessione del 2,8% in termini congiunturali e del 7,4% rispetto al corrispondente trimestre del 2011.

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