L'ultimo messaggio di Napolitano: "Sto per lasciare, sento l'affaticamento, ho fatto del mio meglio". Poi invita ad aver fiducia: "Con le riforme l'Italia ce la farà"
"Sto per lasciare, perchè non posso sottovalutare i segni
dell'affaticamento. In questi otto anni ho fatto del mio meglio ma il percorso
delle riforme ora è avviato e il Parlamento può affrontare serenamente la nomina
del mio successore. E sono convinto che il paese ce la farà a superare la crisi,
a patto che ciascuno faccia la sua parte, sviluppando senso di responsabilità e
senso della nazione". E anche a patto che venga "bonificato il sottosuolo marcio
della società", cioè la piaga della corruzione (con un esplicito riferimento
all'inchiesta di Roma su Mafia capitale) che spesso trova "complici in alto".
Così Giorgio Napolitano nell'ultimo messaggio di fine anno, il nono da quando è
stato eletto al Quirinale, un discorso in cui il capo dello stato si è rivolto
familiarmente a tutti gli italiani sintetizzando in una ventina di minuti a reti
unificate cosa ha potuto e dovuto fare dal 2006 ad oggi, nel primo settennato e
nei due anni del secondo ("Ho fatto del mio meglio") per accompagnare,
consigliare e in buona sostanza anche indirizzare e guidare un paese in un
periodo difficile non solo per la congiuntura economica internazionale. E cosa,
secondo lui, devono fare il Paese e gli italiani tutti, dal primo all'ultimo,
per risollevarsi. Un quadro della situazione economica non positivo, soprattutto
per la disoccupazione giovanile, ma permeato di una grande fiducia nelle
possibilità di ripresa: "Mettiamocela tutta con passione, combattività e spirito
di sacrificio. Ciascuno faccia la sua parte al meglio". Napolitano non ha
specificato quando lascerà il Colle, cosa che farà a metà mese appena Renzi
concluderà il semestre di presidenza italiana della Ue, ma ha invitato gli
italiani a non ritenere straordinaria la sua uscita dal Quirinale peraltro
annunciata come ravvicinata nel tempo già al momento della sua seconda elezione.
Ma lasciare il Colle in anticipo, ha precisato il capo dello Stato, è ipotesi
prevista dalla Costituzione e poi le condizioni in base alle quali aveva
accettato il secondo incarico due anni fa si stanno realizzando, le riforme
appunto, istituzionali e costituzionali, incanalate in un percorso che non deve
essere interrotto, per cui il Parlamento non deve sentirsi condizionato dalla
sua decisione che è assolutamente personale e può procedere "serenamente" alla
nomina del successore. Tutte le forze politiche, ad eccezione di Grillo e della
Lega, hanno reso omaggio al capo dello stato che sta per lasciare il Colle.
Renzi ha parlato al telefono con Napolitano e poi ha twittato "Nove anni di
autorevolezza" e lanciato l'hashtag #GrazieGiorgio. Salvini invece ha definito
"da bocciare" il messaggio del capo dello Stato. Grillo, nel suo contro-discorso
diffuso via web sul suo blog, ha detto: "Forse il 2015 ci porterà dei risultati
straordinari! Può darsi che l'ebetino si toglierà di mezzo,
magari con le Olimpiadi allenandosi con i 100 metri ostacoli quando sarà
rincorso dalla popolazione. Forse avremo una grande soddisfazione perché per
raggiunti limiti di età Napolitano, che ha condiviso (e anche leggermente
sponsorizzato) questo sfacelo, si toglierà da questa posizione molto precaria
che ha oggi come Presidente della Repubblica".
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