Mafia Capitale II, blitz: altri 44 arresti. "Me dai... facciamo 1 euro a migrante". Renzi: "Chi ruba in galera"
Le indagini confermano la "centralità, nelle complessive
dinamiche dell'organizzazione mafiosa diretta da Massimo Carminati, di
Salvatore Buzzi"
INTERCETTAZIONI: "ME DAI UN EURO A MIGRANTE"
INTERCETTAZIONI: "ME DAI UN EURO A MIGRANTE"
Mafia Capitale, i volti
Ancora una volta, l'ex terrorista dei Nar Massimo Carminati e il presidente della cooperativa '29 giugno' Salvatore Buzzi risultano i pezzi da novanta dell'ordinanza di custodia cautelare del gip Flavia Costantini. La novità è che sono stati chiamati in causa esponenti delle istituzioni, di destra e di sinistra (al Comune a alla Regione Lazio), risultati a libro paga dell'organizzazione di stampo mafioso che a Roma faceva affari di ogni tipo (business degli immigrati 'in primis') e si aggiudicava i migliori appalti (tra i quali punti verde e piste ciclabili).
LE INTERCETTAZIONI FINITE NELL'ORDINANZA: IL TARIFFARIO E LE MUCCHE DA MUNGERE
ARRESTI ECCELLENTI - In carcere sono finiti, tra gli altri, Luca Gramazio, ex consigliere capogruppo Pdl (poi Fi) in consiglio comunale e poi in Regione: è ritenuto il 'volto istituzionale' di Mafia Capitale per aver messo le sue cariche al servizio del sodalizio criminoso con cui avrebbe elaborato "le strategie di penetrazione nella pubblica amministrazione". In cambio avrebe ricevuto 98mila euro in contanti in tre tranche, 15mila di bonifico per il finanziamento al suo comitato, l'assunzione di 10 persone, cui veniva garantito uno stipendio.
Ci sono poi Mirko Coratti, ex presidente del consiglio comunale in quota Pd, dimessosi a dicembre dopo la prima ondata di arresti e il suo capo segreteria, Franco Figurelli. Per i pm, avrebbero ricevuto la promessa di 150mila euro, la somma di 10mila e l'assunzione di una persona segnalata da Coratti in cambio di una serie di favori da fare alle cooperative di Buzzi. In cella anche Daniele Ozzimo, ex assessore pd alla Casa, Angelo Scozzafava, ex capo del quinto dipartimento Promozione dei Servizi Sociali e della salute di Roma, e Pierpaolo Pedetti, anche lui eletto consigliere comunale nel 2013 con il Pd, presidente della Commissione Patrimonio.
Ai domiciliari Giordano Tredicine, consigliere comunale e vicecoordinatore regionale di Forza Italia, il costruttore Daniele Pulcini, e l'ex presidente del Municipio X Andrea Tassone. In prigione è finito, invece, Massimo Caprari, capogruppo di Centro Democratico, che per sé avrebbe preteso 1000 euro al mese e l'assunzione di un conoscente.
LA COOP PERQUISITA - Nell'indagine è risultata coinvolta tutta la dirigenza della cooperativa 'La Cascina', vicina al mondo cattolico, impegnata nella gestione dei profughi e oggetto di una perquisizione da parte dei carabinieri: in manette i dirigenti Domenico Cammissa, Salvatore Menolascina, Carmelo Parabita (tutti ai domiciliari) e Francesco Ferrara (in carcere).
I manager de 'La Cascina' (perquisita stamane dai Ros - LE FOTO) erano "partecipi degli accordi corruttivi con Luca Odevaine" e hanno commesso "plurimi episodi di corruzione e turbativa d'asta" dal 2011 al 2014, mostrando così una "spiccata attitudine a delinquere" per ottenere vantaggi economici, secondo l'accusa del Gip di Roma. Secondo il Gip, Odevaine avrebbe ricevuto dai quattro "la promessa di una retribuzione di 10.000 euro mensili, aumentata a euro 20.000 mensili dopo l'aggiudicazione del bando di gara del 7 aprile 2014, per la vendita della sua funzione e per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio in violazione dei doveri d'imparzialità della pubblica amministrazione".
Nello specifico, Odevaine avrebbe tra l'altro orientato le scelte del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull'accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, in modo da creare creare le condizioni per l'assegnazione dei flussi di immigrati alle strutture gestite dal gruppo La Cascina. Avrebbe inoltre fatto pressioni finalizzate a far aprire i centri per immigrati in luoghi graditi alla cooperativa e concordato con i manager il contenuto degli stessi bandi di gara, che venivano poi predisposti in modo da garantire l'attribuzione di un punteggio elevato alla stessa La Cascina.
ACQUISIZIONE DOCUMENTI ALLA MANUTENCOOP, NEL BOLOGNESE
ALEMANNO E BUZZI - Per le elezioni al parlamento europeo del maggio 2014, Gianni Alemanno, chiese l'appoggio a Salvatore Buzzi. Quest'ultimo si sarebbe mosso per ottenere il sostegno alla candidatura anche con gli uomini della cosca 'ndranghetista dei Mancuso di Limbadi: emerge dall'ordinanza di custodia in carcere dove vengono descritti i rapporti e "cointeressenze di natura economico/criminali tra Mafia Capitale e la cosca calabrese".
Le indagini confermano la "centralità, nelle complessive dinamiche dell'organizzazione mafiosa diretta da Massimo Carminati, di Salvatore Buzzi", già coinvolto nella prima fase dell'inchiesta e ritenuto "riferimento di una rete di cooperative sociali che si sono assicurate, nel tempo, mediante pratiche corruttive e rapporti collusivi, numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate".
BINDI PREOCCUPATA - "Gli ultimi sviluppi delle indagini su Mafia capitale mettono a nudo la preoccupante profondità dei condizionamenti che l'organizzazione mafiosa guidata da Carminati esercitava su più fronti e a più livelli di responsabilità politica e amministrativa", sottolinea Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia. "Il quadro di corruzione e malaffare, con il suo corollario di tangenti, favori illeciti e scambio politico elettorale - ricorda Bindi - interessa appalti rilevanti che vanno dalla gestione dell'emergenza immigrati alla sanità alla raccolta differenziata e a una molteplicità di servizi pubblici e mostra una gravissima subalternità di esponenti delle istituzioni locali agli interessi criminali. E' merito della Procura distrettuale antimafia di Roma e dei Ros, che ringraziamo per la serietà e la professionalità con cui fanno il loro dovere, aver scoperchiato questo diffuso sistema illegale e l'esistenza di un'organizzazione di tipo mafioso, originale e originaria, pericolosa e aggressiva". "Quanto sta emergendo - conclude la presidente dell' antimafia - interpella la politica sulla sua capacità di prevenire e colpire, prima della magistratura, le pratiche corruttive che piegano le istituzioni agli interessi personali e mortificano l'etica pubblica".
SALVINI ALL'ATTACCO - "Mafia Capitale, altri 44 arresti per il business degli immigrati. Fermare subito le partenze e gli sbarchi, bloccare subito tutti gli appalti! Altro che buoni, accoglienti e solidali... sono ladri! Renzi e Alfano spargono clandestini negli alberghi di mezza Italia, capito chi ci guadagna?", scrive Matteo Salvini su Facebook...
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IL SINDACO MARINO - "Sono estremamente orgoglioso e felice del lavoro del procuratore Pignatone che, dal suo punto di vista e per la sua area di lavoro, sta svolgendo lo stesso tipo di compito che noi stiamo facendo dal punto di vista amministrativo", dice il sindaco di Roma Ignazio Marino.
Quanto alla richiesta di sue dimissioni, il sindaco respinge: "Continuiamo in questo modo, la linea amministrativa che abbiamo assunto in questi due anni di governo sta dimostrando che veramente stiamo cambiando tutto". "Sono soddisfatto del grande cambiamento e della legalità contabile che abbiamo portato nella nostra città", ha aggiunto Marino, parlando di "un cambiamento epocale".
M5S - Caustico Grillo sul suo blog: "Altre 44 persone sono state arrestate per Mafia Capitale. L'accusa è di aver contribuito a creare un business sui flussi migratori e i campi di accoglienza. Tra gli arresti ci sono diversi esponenti del Partito Democratico e di altre forze politiche, salvo il M5S, che ne esce ancora una volta pulito"
CANTONE - Dopo i nuovi arresti di Mafia Capitale, il sindaco di Roma Ignazio Marino deve fare un passo indietro? "Questo non spetta assolutamente a me dirlo". Così il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, ha risposto ai giornalisti a margine di un convegno alla Camera. Sull'ipotesi di scioglimento del Comune di Roma, ha ricordato che "c'è una commissione (prefettizia, di accesso agli atti, ndr) che sta lavorando ed è anche venuta da noi, e noi abbiamo dato massima collaborazione e disponibilità. Non so che cosa farà - ha proseguito - i termini sono brevi, lo dirà il Prefetto". Cantone ha anche aggiunto che la nuova ondata di arresti "è il secondo segnale di una vicenda molto grave che riguarda settori sensibili nei quali ci sono grossi interessi sociali che sono stati sottovalutati sotto il profilo dei rischi di inquinamento sui quali bisogna mantenere molto alto il livello di attenzione". Il presidente dell'Autorità nazionale Anticorruzione si è però sbilanciato sul commissariamento dell'appalto del Cara di Mineo: "Non ho ancora avuto tempo di leggere l'ordinanza che ho chiesto alla Procura ma ci sono dei fatti che giustificheranno nostri interventi con i commissariamenti". "Ora vedremo quali sono gli appalti, certamente quello del Cara di Mineo (centro di accoglienza per i richiedenti asilo, ndr) che sarà oggetto di attenzione ed eventuale commissariamento". E proprio al Cara di Mineo sono state effettuate perquisizioni da parte dei carabinieri del Ros.
RENZI - "Chi ha sbagliato pagherà". Così ha commentato il premier Renzi: "Un Paese solido è quello che combatte la corruzione con grande decisione e grande forza, come stiamo facendo in Italia, mandando chi ruba in galera". "Ovviamente con la presunzione di innocenza, ma quando arriverà la sentenza definitiva è giusto che chi ha violato la regole del gioco paghi tutto, fino in fondo e fino all'ultimo centesimo", ha aggiunto.
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