OMICIDIO PICCOLINO, UN ARRESTO
di Redazione
Svolta nelle indagini sull’omicidio di Mario Piccolino: fermato il presunto assassino dell'avvocato e blogger di 71 anni.
Nel primo pomeriggio, la Polizia ha dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto disposto dalla Procura della Repubblica di Roma nei confronti di Michele Rossi, cinquantanovenne originario di Cellole, in provincia di Caserta. Una vecchia causa civile per una casa nel tufo a Ventotene sarebbe, secondo gli inquirenti, il movente del delitto.
L'omicidio
Ricordiamo che l’avvocato e blogger di 71 anni era stato ucciso nel suo studio-abitazione di via della Conca a Formia lo scorso 29 maggio. Quel venerdì pomeriggio intorno alle 17 il killer si era presentato alla porta spacciandosi per un cliente del legale poi freddato con un colpo di pistola alla fronte.
Le indagini
L’operazione di oggi arriva al termine di mirate indagini delle Squadre Mobili di Latina e di Roma in collaborazione col Commissariato di Formia, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e condotte anche alla luce dell’impegno della vittima che gestiva il sito ferviate.it attraverso cui denunciava il malaffare e le infiltrazioni della criminalità organizzata nel territorio di Formia e del sud pontino.
La testimonianza e la videosorveglianza
Indagini che in poco più di due settimane hanno permesso di arrivare al presunto autore dell’omicidio; elementi utili sono arrivati dalla descrizione, seppur sommaria, del killer fatta dall’ingegnere presente all’interno dello studio al momento dell’omicidio.
Proprio grazie alla descrizione e alle immagini delle telecamere di videosorveglianza di esercizi commerciali nei pressi di via della Conca è stato così possibile individuare un uomo compatibile con le caratteristiche fisiche segnalate. Altri fotogrammi di ulteriori sistemi di videosorveglianza vicino al parcheggio dello studio di Piccolino e lungo il percorso tra Formia e Minturno, hanno poi consentito di pedinare elettronicamente lo stesso individuo visto infine salire a bordo di un pick up del quale è poi stata rilevata la targa.
Individuo poi riconosciuto da parte del testimone, in occasione di individuazione fotografica delegata dall’autorità giudiziaria.
Il movente
Attraverso lo studio dei fascicoli conservati dalla vittima nel suo studio, è stato poi possibile arrivare al motivo per il quale Rossi avrebbe ucciso il noto avvocato formiano: grazie all’analisi delle carte è emerso come la vittima in passato avesse avuto un acceso contenzioso proprio con Rossi, avendo rappresentato un privato in una procedura civilistica contro il cinquantanovenne e relativa ad una causa per il possesso di una grotta, in realtà un’abitazione scavata nel tufo, a Ventotene.
“Mentre la causa era ancora in corso - si legge in una nota della Questura - Rossi aveva posto la grotta in comunicazione con un appartamento contiguo, già di sua proprietà, procedendo a lavori di ristrutturazione, evidenziando sicurezza su come sarebbe stata definita la lite giudiziaria”.
Vicenda civile che si era conclusa nel 2003 con la sentenza della Cassazione che reintegrava gli assistiti dell’avvocato Piccolino nel possesso della grotta. “La circostanza fin qui evidenziata - prosegue la nota - si pone come ragionevole movente dell’omicidio in considerazione anche del fatto che la causa non si è svolta seguendo i normali schemi, ma è stata caratterizzata da una situazione di pesante attrito culminata in una denuncia penale che ha determinato un forte livore del Rossi nei confronti del Piccolino”. Una vicenda che l’avvocato-blogger aveva poi ripreso con un pungente articolo sul suo blog.
In queste ore la Polizia è ancora impegnata nell’esecuzione di perquisizioni.
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mercoledì 17 giugno 2015
OMICIDIO PICCOLINO, UN ARRESTO
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