"Dice tante parole ma non e' di parola", criticano Renzi. Minoranza Pd contro doppio incarico e per rivedere Italicum, un "boomerang"
L'uomo forte, quello che finora aveva vinto sempre per Ko, rientra
nella normalità politica, quella fatta si successi, sconfitte ed anche qualche
battuta d'arresto. Ma si sa un pugile e' imbattibile fino a quando non sente il
sapore della sconfitta fino a quando ritiene che nessuno possa batterlo. Ora
Renzi e' amareggiato, anche perché non e' poi che abbia perso una guerra, c'e'
stata si' una battuta d'arresto, che lo deve fare riflettere ma non ha ancora
conosciuto l'onta di andare al tappeto. Ed e' sotto l'artiglierà del nemico ma
anche del "fuoco amico". Forse la maggiore causa dell'andamento di di queste
elezioni. Pensare che il centrodestra fosse morto in Italia era un errore
madornale, così come il pensare a Grillo come ad un meteora. Sono molto le
battute che si sprecano nel Transatlantico di Montecitorio, tra aneddoti vecchi
e nuovi. Con accenni di gossip, qualche pettegolezzo di vari del tipo di quelli
che si sentono nei bar, e giudizi sommari rivolti allo "sconfitto". "Dice tante
parole, ma non e' di parola". Non c'e' nulla di peggio per chi sia impegnato in
qualche cosa d'importante che affibbiargli una fama di "fanfarone ed
inconcludente". Anzi una ce n'e' ed e' stata spesso usata in passato in politica
contro i nemici, finendo per attecchire anche sugli amici. Ma questo non e' il
caso di Renzi. Di portare iella. Invece alcuni gli rinfacciano la scelta della
Mogherini, ritenuta bella e simpatica ma "inadeguata" al ruolo. "Non si nota,
non si sente, e' ininfluente", un commento. Dove suonano invece tamburi di
guerra e' al Nazareno, quartier generale del Pd. Non sono passate nemmeno 24 ore
dal terremoto elettorale, che arrivano i primi dubbi sulla gestione Renzi. Sono
in molti ad interrogarsi sulla efficacia del doppio incarico, quello di premier
ed insieme di segretario del Pd. E c'e' il bersaniano Zoggia che spiega: "Se
Pierluigi fosse andato a palazzo Chigi, avrebbe immediatamente lasciato la
giuda del Nazareno. Il partito ha bisogno di un'attenzione fortissima, il che
non vuol dire indebolire il premier, ma ricostruire una forte presenza sul
partito". La minoranza vorrebbe anche rivedere l'Italicum, la nuova legge
elettorale, peraltro già approvata in via definitiva. C'e' la paura, visto come
sono andati i ballottaggi, dell'effetto boomerang. Vale a dire che una legge
elettorale costruita su misura per vincere porti invece alla sconfitta. E non
sarebbe la prima volta.
Nessun commento:
Posta un commento