Ue "attenta ai suoi conti" boccia l'Iva, grana per Renzi da 728 milioni, che assicura: "Non aumenterà benzina"
Bruxelles ha
bocciato la norma sull'Iva denominata "reverse charge", quella che sposta dal
fornitore all'acquirente l'onore del versamento dell'Iva nell'industria e nella
grande distribuzione. E' un no caro, perché provoca un buco nei coti pubblici
di 728 milioni. E qualche dubbio il governo italiano che ciò potesse accadere
l'aveva anche dopo che i "penalizzati" avevano fatto ricorso proprio alla
Commissione europea contro questa misura. Così nella legge di Stabilita' e'
scritto che qualora la norma non avesse avuto il via libera della Ue, pur di
rispettare i saldi contabili, il governo avrebbe aumentato le tasse sui
carburanti. Ma prima il ministro dell'economia Padoan poi Renzi in persona hanno
assicurato che la la "clausola di salvaguardia" non scatterà e che la benzina
non sarà aumentata. Ma i problemi non finiscono qui, perché c'e' un altra norma
al vaglio degli uffici europei ed e' quella relativa allo "split payment".
Riguarda sempre l'Iva. Solo che in questo caso, lo Stato non la paga al
fornitore di servizi alla Pubblica amministrazione e la versa direttamente
all'Erario. In questo caso, se anch'essa dovesse venire bocciata, il mancato
gettito sarebbe di 988 milioni, che si andrebbero ad aggiungere ai 728. Queste
misure, che lasciono perplessa Bruxelles, rientrano tra gli oltre 4 miliardi di
gettito aggiuntivo che il governo ha stimato di incassare quest'anno alla voce
"lotta all'evasione". Con un pericolare, molto rilevante. L'Iva e' l'imposta
sulla quale viene calcolato il contributo nazionale di ogni stato all'Europa. Ne
consegue che ogni intervento in materia rischia di intaccare le entrate di
Bruxelles. Apriti cielo...
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