mercoledì 17 giugno 2015

“GUERRA” BIOLOGICA PER SALVARE I CASTAGNETI DI LENOLA DALLA MINACCIA CINESE

“GUERRA” BIOLOGICA PER SALVARE I CASTAGNETI DI LENOLA DALLA MINACCIA CINESE
di Mirko Macaro
Una “guerra biologica” in difesa dei castagneti di Lenola. Da almeno un paio d’anni la sopravvivenza di uno dei polmoni verdi del paese, che si estende per decine d’ettari fino ai confini con Pastena, è infatti seriamente rischio a causa di una microscopica minaccia giunta dall’estremo oriente ed estesasi in buona parte d’Italia: il Cinipide del castagno, una sorta di parassita proveniente dalla Cina che per nocività e velocità d’aggressione è il nemico numero uno di quel tipo di pianta, compromessa nello sviluppo e nella fruttificazione.
Cosa fare per arginare l’infestazione? L’unica contromisura valida, ad oggi, è una: immettere in loco il peggior nemico del Cinipide, ovvero il “Torymus sinensis”, che va ghiotto delle larve dell’altro insetto. “Una lotta rispettosa della salute umana e dell’ecosistema”, ha spiegato l’assessore all’Ambiente Carlo Pietrosanto a margine dei primi “lanci” del rimedio biologico, avvenuti nei giorni scorsi.
A finanziarli, la Direzione Agricoltura e Sviluppo Rurale, Servizio fitosanitario della Regione, su input dello stesso Assessorato all’Ambiente lenolense, deciso a preservare fino in fondo quell’area di gran pregio naturalistico. “A partire dal 2005 nel Lazio si è avuta l’infestazione del Cinipide attraverso materiale vivaistico proveniente dal Piemonte”, ha spiegato Pietrosanto. “I primi focolai nel Viterbese ed a Formia sono stati oggetto di uno scrupoloso lavoro di taglio delle piante infestate, prescritto obbligatoriamente dal Servizio fitosanitario regionale”. Peccato che tagli, estirpazioni, trattamenti chimici e quant’altro negli anni si siano rivelati inefficaci. Da qui, la necessità della lotta biologica: “Da ricerche effettuate dall’Università della Tuscia – ha continuato l’assessore – sono state evidenziate la presenza e l’utile ruolo, anche nel Lazio, di numerose specie di antagonisti naturali del Cinipide. Tra questi, almeno 12 specie di parassitoidi, insetti le cui larve si alimentano su quelle del Cinipide uccidendole. Con i lanci effettuati, il Torymus sinensis procede a colonizzare il territorio espandendosi nei castagneti similmente al Cinipide, e seguendone l’infestazione. In seguito, sarà cura del Comune monitorare i siti interessati e verificare con le strutture regionali i risultati dei lanci e dell’attività di moltiplicazione del Torymus sinesis”.

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