giovedì 4 giugno 2015

LA QUESTIONE "SCIITI-SUNNITI"

LA QUESTIONE "SCIITI-SUNNITI"
di Massimo Mazzucco
Detto in modo grossolano, il contrasto che esiste fra sciiti e sunniti nel mondo islamico è un po' l'equivalente del contrasto fra cattolici e protestanti all'interno della chiesa cristiana.
Con una differenza però: lo scisma fra cattolici e protestanti avvenne 500 anni fa, dopo 1.500 anni dalla comparsa del loro Profeta sulla terra, mentre lo scisma fra sciiti e sunniti avvenne immediatamente dopo la morte di Maometto, il Profeta della regione islamica. La disputa infatti nacque proprio nel momento di decidere chi fosse il legittimo successore di Maometto, che morì senza lasciare figli maschi: a contendersi l'eredità del Profeta furono da una parte il Califfo Yazid, che diede origine al ceppo religioso sunnita, e dall'altra l'Imam Husayn ibn ‘Al, che diede origine al ceppo sciita (ancora oggi i sunniti hanno come massima figura il califfo, mentre gli sciiti hanno l'imam).
Esattamente come cattolici e protestanti, sciiti e sunniti hanno trascorso i secoli alternando periodi di rivalità sanguinarie a periodi di convivenza più o meno pacifica.
Oggi il mondo musulmano è costituito dall'85% circa di sunniti e dal 15% di sciiti, che sono però quasi tutti raggruppati fra Iran e Iraq. Abbiamo quindi due nazioni, Iran e Iraq, a maggioranza sciita, all'interno di un mondo islamico a forte predominanza sunnita. L'altra grande potenza che fa da contraltare all'Iran sciita, naturalmente è l'Arabia Saudita (che è sunnita).
Le differenze fra le due denominazioni vanno dalle più semplici regole rituali (ad esempio, gli sciiti pregano poggiando la fronte direttamente sul terreno, i sunniti sul tappeto della preghiera) a più profonde questioni di tipo teologico (ad esempio, gli sciiti attribuiscono all'imam un ruolo di guida spirituale, mentre per i sunniti il califfo è molto più semplicemente un leader della comunità). Ma a noi tutto questo interessa poco. È molto più interessante vedere quali siano le conseguenze a livello politico dello storico conflitto fra le due denominazioni.
La maggioranza religiosa infatti non determina necessariamente anche un predominio politico all'interno della stessa nazione. Ad esempio, l'Iraq a maggioranza sciita è stato governato per oltre trent'anni da Saddam Hussein, che era sunnita. Viceversa, la Siria a maggioranza sunnita è stata governata per oltre 40 anni da Hafez al Assad (e ora dal figlio Bashar), ambedue appartenenti alla sub-denominazione sciita degli alawiti.
Ma è proprio facendo leva su questi squilibri interiori che i nostri amici americani - maestri da sempre nel mettere i gruppi etnici o religiosi gli uni contro gli altri, per trarne un vantaggio personale - hanno giocato molte delle loro partite in Medio Oriente.
Ad esempio, in Iraq si sono alleati con gli sciiti per rovesciare Saddam Hussein (sunnita, in minoranza etnica), mentre in Siria hanno fatto esattamente l'opposto: prima hanno finanziato la Free Syrian Army (sunnita) e oggi finanziano (tramite l'Arabia Saudita) il califfato dell'ISIS (sempre sunnita) per cercare di liberarsi di Assad (sciita-alawita). Curiosamente i "pragmatici" americani - che il pudore non sanno nemmeno cosa sia - non hanno avuto alcun problema a finanziare militarmente la Siria, per ottenere il loro appoggio contro Saddam durante la prima guerra del Golfo. Ma oggi la Siria dà fastidio, e quindi Assad va tolto di mezzo, anche a costo di finanziare contro di lui i "tagliagole" dell'ISIS (la cosa curiosa è che favorendo la cacciata dei sunniti di Saddam dai ruoli di potere, gli americani hanno creato un vero e proprio esercito di iracheni "insoddisfatti", che ora sono confluiti più che volentieri fra le file dell'ISIS).
Insomma, in estrema sintesi: i musulmani pregano, si combattono e si ammazzano fra di loro per questioni che risalgono ad oltre mille anni fa. E gli americani (con i loro alleati) fingono di stare a guardare, mentre di nascosto li aizzano e li armano, gli uni contro gli altri, portando avanti la propria agenda geopolitica di predominio territoriale.

P.S. - Questa dissertazione è tutt'altro che esaustiva, e vuole solo dare un accenno superficiale a quella che è una situazione mille volte più complessa ed intricata. Serve se non altro a individuare alcuni punti di riferimento da cui partire per cercare di comprendere gli avvenimenti odierni. Ogni contributo da parte di utenti più esperti di me sarà il benvenuto.

Nessun commento:

Posta un commento