PRATICHE
SCORRETTE NELLE BOLLETTE DELL’ACQUA, L’ANTITRUST MULTA ACEA, GORI, CITL E
PUBLISERVIZI
di
Lorenzo Brenna
“Pratiche
commerciali scorrette nella fatturazione dei consumi
di acqua”, questa, in estrema sintesi, l’accusa che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
ha rivolto ai gestori di servizi idrici ACEA, Gori, CITL e Publiservizi.
Le
imputazioni sono numerose, tra queste la mancata lettura periodica dei
contatori, la mancata acquisizione delle autoletture, il mancato rispetto della
periodicità della fatturazione, la richiesta di pagamento dell’acqua non
consumata effettivamente, le minacce di distacco forzato dell’utenza al primo
insoluto e gravi carenze nella gestione dei reclami, che “hanno ostacolato
l’esercizio dei diritti contrattuali dei consumatori – sostiene l’Antitrust –
condizionandoli attraverso la minaccia del distacco della fornitura in pendenza
del reclamo o dell’istanza e costringendoli così al pagamento in forza
dell’essenzialità del servizio idrico integrato”.
L’Antitrust,
dopo aver accertato tutti questi disservizi in seguito a numerose segnalazioni
di consumatori e associazioni di consumatori, ha multato per 2 milioni di euro
complessivi le aziende coinvolte. L’Antitrust ha sanzionato ACEA per 1,5 milioni
totali, riconoscendo come attenuanti le misure proposte per il miglioramento del
servizio, Gori per 250.000 euro, CITL per 160.000 euro e Publiservizi per
100.000 euro.
L’Authority,
presieduta da Giovanni Pitruzzella, ha definito le pratiche adottate da queste
società “di carattere aggressivo, perché finiscono per condizionare il
consumatore e spingono per ottenere il pagamento di importi non corrispondenti
ai consumi oppure dovuti, ma con tempi e modi diversi. Tutto questo da parte di
imprese che hanno un’importante leva commerciale, come la minaccia di
interrompere il servizio”.
ACEA
ha dichiarato che farà ricorso al TAR, evidenziando come le imputazioni “siano
relative a circa 250 pratiche commerciali, emanate nel corso di tre anni – si
legge in un comunicato dell’azienda – una percentuale infinitesimale rispetto ai
600.000 utenti e 3,5 milioni di abitanti serviti da ACEA Ato 2″. Le società
coinvolte dovranno comunicare all’Antitrust le modifiche apportate per rimediare
ai disservizi accertati nel corso delle istruttorie.
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