Pedofilia, le vittime chiedono 10 milioni di euro a don Ruggero
La richiesta di risarcimento danni arriva dopo la condanna definitiva a 11 anni di carcere per 7 episodi di abusi su minori
La richiesta di risarcimento danni arriva dopo la condanna definitiva a 11 anni di carcere per 7 episodi di abusi su minori
Le vittime presentano il conto al prete pedofilo: dieci milioni di euro.
Dopo l'epilogo del processo penale, con l’esecuzione della condanna definitiva a 11 anni di carcere, per don Ruggero Conti si
apre un nuovo capitolo. Le famiglie delle 7 vittime degli episodi di
pedofilia accertati a Roma tra il 1998 e il 2008, quando era parroco
alla Natività di Maria Santissima di Selva Candida, chiedono il
risarcimento dei danni.
Per la comunità, costituita da famiglie a medio e basso reddito, Don Ruggero era una garanzia: chi non poteva permettersi una baby sitter lasciava i figli a casa sua o in oratorio. Il prete fu scoperto anche grazie alla denuncia di un altro sacerdote, il suo vice. Nel corso del processo vennero alla luce pure presunti abusi consumati a Legnano, nel Milanese, dove Conti, negli anni Ottanta insegnava educazione sessuale alle scuole medie Bonvesin de La Riva ed era educatore all’oratorio San Magno. Tutti però erano oramai caduti in prescrizione.
In sede civile, il processo per il risarcimento dei danni era già stato avviato nel 2011, ma poi era stato congelato in attesa della sentenza penale. Nel caso di sentenza di assoluzione non si sarebbe più parlato né di vittime né di risarcimenti. La condanna di primo grado, a 15 anni e 4 mesi di reclusione, decisa dal tribunale di Roma nel marzo 2011, fu ridotta nel 2013 dalla Corte di Appello a 14 anni e 2 mesi, perché nel frattempo uno degli episodi contestati era prescritto.
Nel marzo 2015 il ricorso presentato dalla difesa fu giudicato inammissibile dalla Corte di Cassazione, e due settimane fa i carabinieri hanno eseguito la sentenza ormai diventata definitiva.
Ruggero Conti, sospeso a divinis dall’esercizio del sacerdozio fin dal 2011, dovrà scontare in carcere un totale di 11 anni, 10 mesi e 19 giorni di reclusione, grazie a un ulteriore sconto di pena dovuto alla prescrizione.
Ora che la colpevolezza dell’ex sacerdote è stata accertata, gli avvocati, che durante il processo penale si erano costituiti parte civile, hanno chiesto al tribunale civile di "scongelare" il procedimento avviato per chiedere il risarcimento danni che in totale hanno quantificato in dieci milioni di euro. Richiesta che fino a questo momento è rimasta inascoltata tanto dai difensori dell'imputato quanto dalla Chiesa. Nei prossimi giorni sarà fissata la data della prima udienza che riaprirà il processo.
Per la comunità, costituita da famiglie a medio e basso reddito, Don Ruggero era una garanzia: chi non poteva permettersi una baby sitter lasciava i figli a casa sua o in oratorio. Il prete fu scoperto anche grazie alla denuncia di un altro sacerdote, il suo vice. Nel corso del processo vennero alla luce pure presunti abusi consumati a Legnano, nel Milanese, dove Conti, negli anni Ottanta insegnava educazione sessuale alle scuole medie Bonvesin de La Riva ed era educatore all’oratorio San Magno. Tutti però erano oramai caduti in prescrizione.
In sede civile, il processo per il risarcimento dei danni era già stato avviato nel 2011, ma poi era stato congelato in attesa della sentenza penale. Nel caso di sentenza di assoluzione non si sarebbe più parlato né di vittime né di risarcimenti. La condanna di primo grado, a 15 anni e 4 mesi di reclusione, decisa dal tribunale di Roma nel marzo 2011, fu ridotta nel 2013 dalla Corte di Appello a 14 anni e 2 mesi, perché nel frattempo uno degli episodi contestati era prescritto.
Nel marzo 2015 il ricorso presentato dalla difesa fu giudicato inammissibile dalla Corte di Cassazione, e due settimane fa i carabinieri hanno eseguito la sentenza ormai diventata definitiva.
Ruggero Conti, sospeso a divinis dall’esercizio del sacerdozio fin dal 2011, dovrà scontare in carcere un totale di 11 anni, 10 mesi e 19 giorni di reclusione, grazie a un ulteriore sconto di pena dovuto alla prescrizione.
Ora che la colpevolezza dell’ex sacerdote è stata accertata, gli avvocati, che durante il processo penale si erano costituiti parte civile, hanno chiesto al tribunale civile di "scongelare" il procedimento avviato per chiedere il risarcimento danni che in totale hanno quantificato in dieci milioni di euro. Richiesta che fino a questo momento è rimasta inascoltata tanto dai difensori dell'imputato quanto dalla Chiesa. Nei prossimi giorni sarà fissata la data della prima udienza che riaprirà il processo.
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