mercoledì 3 febbraio 2016

Primarie Usa, in Iowa Cruz batte Trump. Clinton, vittoria di misura

Primarie Usa, in Iowa Cruz batte Trump. Clinton, vittoria di misura
DEMOCRATICI/Hillary Clinton
La Casa Bianca la conosce bene e da tempo sogna di tornarci. Hillary Clinton, consorte di Bill, presidente degli Stati Uniti dal 1992 al 2000 entrato nella storia per lo scandalo sessuale extra coniugale, tentò la corsa alla presidenza nelle primarie democratiche del 2008. Anche allora, come oggi, era data per favorita all'inizio delle consultazioni. Ma venne poi battuta da Obama. Bionda 68enne avvocato e docente di diritto penale, è stata senatrice dello Stato di New York e capo della diplomazia di Washington, oltre ad aver fatto parte dei consigli di amministrazione di grandi multinazionali come Walmart e Lafarge. (foto Ansa)
DEMOCRATICI/Bernie Sanders
Ha 74 anni ma vanta i supporter più giovani della campagna elettorale. Forse grazie al suo essere un outsider in questa corsa alle primarie democratiche. Ha sempre ribadito la sua indipendenza dalla nomenklatura di Washington, aspetto che potrebbe garantirgli un vantaggio su Hillary Clinton. Le sue posizioni sono decisamente di sinistra, ispirate al progressismo social-democratico nordeuropeo: tasse sui redditi alti, assicurazioni sanitarie per tutti, lotta al cambiamento climatico, una finanza più regolata, permessi di paternità e maternità sono i suoi cavalli di battaglia. (foto Ansa)
DEMOCRATICI/Martin O'Malley
Tra i tre democratici O'Malley è il meno papabile per la vittoria delle primarie: nei sondaggi è schiacciato dalla Clinton e da Sanders. Ma è anche considerato il più liberal moderato per la sua apertura sulle questioni sociali. Ex governatore del Maryland, classe 1963, mentre era in carica è sua la legge che consente di fornire sussidi universitari ad alcuni migranti senza documenti, così come quella che legalizza i matrimoni omosessuali. Avvocato, è un convinto difensore del ddl contro le armi e strenuo oppositore della pena di morte: tra i suoi punti in campagna elettorale spunta anche l'abolizione della massima pena. (foto Afp)
REPUBBLICANI/Jeb Bush
Il nome la dice lunga sulle sue origini e sulle sue aspirazioni. Figlio di George Bush e fratello di George W. Bush, rispettivamente 41esimo e 43esimo presidente degli Stati Uniti, l'aria repubblicana l'ha respirata in famiglia fin da bambino. Governatore della Florida 1999 al 2007, parla spagnolo fluente e ha più volte tentato di ammiccare all'elettorato latinos. Assieme a Trump, Cruz, Rubio e Carson è tra i repubblicani più papabili per l'elezione a candidato repubblicano. (foto Olycom)
REPUBBLICANI/Ben Carson
L'ex neurochirurgo di 64 anni e icona del Tea Party, è l'unico afroamericano in corsa per la Casa Bianca. Profondamente religioso e autore di best seller, è stato oppositore incallito alla riforma della Sanità di Obama. "Molti mi hanno detto che dovrei correre per la presidenza anche se non sono un politico", disse nel maggio scorso quando a Detroit annunciò la sua candidatura. Ora, secondo gli ultimi sondaggi tallona Rubio e sarebbe davanti a Jeb Bush. (Foto Afp)
REPUBBLICANI/Ted Cruz
Conservatore texano di origini italiane piace ai tea party per le sue posizioni nettamente a destra: è favorevole alla pena di morte, contrario all'aborto, al matrimonio o anche solo alle unioni civili per i gay. Ma forse è troppo a destra per vincere al momento delle elezioni. Il 45enne professore di legge è un ex funzionario dello Stato con la bandiera ad una stella, ha rappresentato il Texas presso la Corte suprema di Washington, quindi è stato dirigente alla Federal trade commission. Nel suo curriculum vanta inoltre due anni da vice ministro della Giustizia, sotto George Bush figlio. Sta dando filo da torcere al capolista Donald Trump. (foto lapresse)
REPUBBLICANI/Marco Rubio
Nato e cresciuto in Florida il 44enne è figlio di immigrati cubani. Sulle sue umili origini ha puntato spesso per far breccia nel cuore degli americani. Nel 2011 grazie anche all'appoggio del Tea party, ottiene l'impressionante vittoria del seggio al Senato Usa, battendo sia il candidato indipendente Charlie Crist che il rivale democratico Kendrick Meek. Da quando è stato eletto con il sostegno del Tea party, però, sembra essersi spostato su posizioni conservatrici più moderate. (foto Afp)
REPUBBLICANI/Donald Trump
E' il candidato più seguito e discusso dai media per le sue gaffes, il suo maschilismo e le sue frasi razziste. Ha fondato una campagna elettorale sulla battaglia contro l'immigrazione, dicendo di voler impedire ai musulmani l'ingresso negli Stati Uniti. Ha offeso più volte Hillary Clinton, ha definito i migranti del Messico 'stupratori' . Ma nonostante tutto oggi guarda dall'alto al basso tutti i pretendenti alla nomination repubblicana. Il magnate imprenditore, secondo Forbes, è il 314esimo uomo più ricco del mondo, con un patrimonio stimato in 2,9 miliardi di dollari. Secondo il Washington Post il suo patrimonio sarebbe oggi di 9 miliardi di dollari. (foto Ansa)
REPUBBLICANI/Chris Christie
Il governatore del New Jersey ha un fisico imponete e origini siciliane per parte di madre. Lo stato che lo ha eletto è molto popolato e fu meta di immigrazione italiana. Coinvolto in due scandali, il Bridgegate e il Sandygate, ne è rimasto illeso: dal 2010 è ancora in sella a uno Stato importante. (foto Olycom)
REPUBBLICANI/Carly Fiorina
Unica donna candidata tra i repubblicani, è la risposta del partito conservatore a Hillary Clinton. Conosciuta più come manager che come politica, è stata una delle donne più potenti delle industrie americane. Nel suo curriculum vanta un master in Business Administration e incarichi presso le multinazionali informatiche Lucent e Hewett-Packard. Nel 2008 fu consigliera di Jhon McCain, repubblicano sconfitto da Obama. (foto Olycom)
REPUBBLICANI/Jim Gilmore
Avvocato classe 1949, Gilmore nel 2008 ha tentato la corsa alla Casa Bianca, senza fortuna. Ora ritenta ma è considerato, purtroppo per lui, il peggior candidato repubblicano di sempre. Ha lavorato nell'esercito americano occupandosi di contro-spionaggio ed è favorevole al secondo emendamento della Costituzione, che dà il diritto ad avere un'arma. (foto Afp)
REPUBBLICANI/Mike Huckabee
Huckabee non è nuovo alle primarie repubblicane. Il pastore battista e governatore dell'Arkansas per 10 anni, dal 1996 al 2007, nel 2008 si candidò e vinse la prima consultazione, proprio quella dell'Iowa, con grande stupore di tutti. Più tardi, però, fu superato per numero di delegati da John McCain che divenne il candidato del partito. E' considerato vicino a Donald Trump, tanto da aver partecipato a un suo evento. Mossa che potrebbe preludere ad un ticket per la Casa Bianca. (foto Afp)
REPUBBLICANI/Jhon Kasich
E' il governatore in carica dell'Ohio, stato chiave per la corsa alla Casa Bianca, tanto che gli esperti dicono: "Chi vince qui vince gli Usa". Ex deputato della Camera e sostenitore di una serie di misure contro l'aborto, riconosce le conseguenze del cambiamento climatico come un vero problema, a differenza degli altri repubblicani. Ma è contrario a limitare le emissioni delle industrie inquinanti. Ha origini croate. (foto Afp)
REPUBBLICANI/Rand Paul
Il senatore per lo stato del Kentucky è figlio d'arte. Suo padre, Ron Paul, è un deputato repubblicano de Texas, che faceva capolino fino a pochi anni fa in tutti i confronti politici senza però ottenere grandi risultati. Oculista 53enne, il candidato repubblicano ha portato avanti la sua campagna elettorale al motto di "sconfiggere la macchina burocratica di Washington, liberare il sogno americano". (foto Olycom)
REPUBBLICANI/Rick Santorum
Anche per lui non è la prima sfida per le primarie presidenziali: si candidò nel 2012 per poi ritirarsi nell'aprile di quell'anno dopo aver raccolto 4 milioni di voti. Si schierò con Mitt Romney che vinse le primarie. Già senatore della Pennysilvania (dal 1995 al 2007), è famoso per essere cattolico devoto e rigoroso: è contrario al matrimonio omosessuale e all'uso dei contraccettivi. (foto Olycom)

Nessun commento:

Posta un commento