All’anti italiana Eva Klotz 946mila euro di pensione
«Il Sud Tirolo non è Italia»: questa
frase è stata per oltre 50 anni lo slogan politico di Eva Klotz, la «pasionaria»
altoatesina che chiede il distacco della provincia di Bolzano da Roma. Ma lo
Stato italiano ha pochi giorni fa omaggiato Eva Klotz di un «bonus» di ben
946.175 euro, pari alla pensione maturata per la sua attività di consigliere
provinciale e regionale del Trentino Alto Adige. La cifra è frutto del calcolo
della pensione da politico alla luce della nuova legge votata dalla regione
autonomista e che taglia del 20% circa un precedente vitalizio; che la
consigliera autonomista e altri suoi colleghi si erano impegnati a restituire in
seguito a una feroce polemica esplosa a proposito dei privilegi per chi sedeva
nell’assemblea regionale di Trento. Ciò che era uscito dalla porta, insomma, è
rientrato dalla proverbiale finestra. Eva Klotz non è l’unica ad aver intascato
il vitalizio d’oro dovuto dalla nuova legge: con lei anche il trentino Marco
Benedetti porta a casa 483.500 euro.Il Trentino Alto Adige ha da anni maturato
un regime pensionistico per i suoi politici di manica, per così dire, larga.
Fino al 2014 la legge consentiva a consiglieri regionali e provinciali (a Trento
e Bolzano le due cariche coincidono) di incassare la pensione non mensilmente ma
in un colpo solo l’intera spettanza, calcolando la cifra sull’aspettativa di
vita. Solo che su questa aspettativa era in precedenza piuttosto «abbondante»
dando luogo a liquidazioni che in alcuni casi avevano superato il milione di
euro. Nel 2014 era esploso lo scandalo delle «pensioni d’oro» del Trentino, era
stata avviata anche un’inchiesta della procura che aveva indotto l’assemblea
regionale a rivedere i calcoli. L’ente era riuscito anche a strappare un
provvedimento in base al quale avrebbe potuto pignorare i beni degli ex
consiglieri che si rifiutavano di restituire il «maltolto». Alcuni politici, tra
questi la Klotz, avevano accettato di restituire la somma, in attesa di maturare
nuovamente i diritti alla pensione alla luce di una nuova legge regionale nel
frattempo varata.La nuova legge è entrata in vigore, ha previsto un taglio del
trattamento ma ha mantenuto invariata la possibilità per i politici di incassare
quanto maturato mensilmente o «una tantum», in una volta sola. La «pasionaria»
altoatesina è tra coloro che hanno tagliato il traguardo della quiescenza nelle
scorse settimane e ha optato per il «tutto in una volta sola». Calcoli alla mano
per lei la cifra è stata di 946mila euro e spiccioli. L’ammontare è stato
confermato nei giorni scorsi dalla presidente dal consiglio regionale Chiara
Avanzo che ha risposto a una interrogazione in materia. La Klotz, del resto,
aveva cominciato la su attività politica nel 1976, entrando poi in consiglio
comunale a Bolzano quattro anni più tardi e venendo eletta ininterrottamente per
tutte le tornate elettorali successive.Il nome di Eva Klotz è una vera e propria
bandiera per le comunità germanofone dell’Alto Adige. Nata nel 1953 in val
Passiria, Eva è figlia di Georg Klotz, protagonista a partire dagli anni ‘50 di
attentati terroristici in chiave anti italiana. la figlia ne era divenuta
l’erede politica aderendo in un primo momento alla Sud Tiroler Volkspartei (Svp)
di Silvius Magnago ma abbandonando poi questa formazione, ritenuta troppo
conciliante con il governo di Roma. La Klotz aveva in seguito formato il
movimento Sud Tiroler Freiheit. Tra le iniziative per cui la nuova sigla si è
resa celebre c’è la collocazione in tutti i valichi di frontiera tra Italia e
Austria di cartelli con la scritta «Sud Tiroler ist nicht Italien!» («l’Alto
Adige non è Italia»). Nel 2007 Eva aveva scritto una letter alla rai chiedendo
che non fossero definiti «italiani» gli atleti altoatesini che partecipavano a
Olimpiadi o campionati del mondo con i colori dell’Italia. Il 17 novembre ha
rassegnato le dimissioni dal consiglio provinciale di Bolzano.
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