"Mai avremmo pensato di vincere": il trionfo degli Stadio, "noi innamorati della musica"
Quattro premi per la storica band che si prende una rivalsa "sulla nostra storia piena di errori e di successi"
“Mai e poi mai avremmo pensato di vincere il Festival di Sanremo. Davvero, ve lo giuro”. È commosso Gaetano Curreri quando abbraccia il premio e i compagni degli Stadio alla fine di questa avventura sanremese in cui portano a casa quattro premi e la sensazione finalmente di aver fatto pace con quel dannato palco che ben due volte li aveva condannati all'ultimo posto. Ma d’altra parte “Un giorno mi dirai", dialogo emozionante e vero tra un padre e un figlio, ha davvero colpito il cuore di tutti. "Abbiamo vinto e ce lo siamo meritati", ha poi detto Gaetano Curreri in sala stampa dove è giunto insieme con la seconda classificata, la ventenne Francesca Michielin e con Giovanni Caccamo e Deborah Iuratoarrivati al terzo posto.
Si chiude così un'edizione da record, con ascolti stellari (come non accadeva dai tempi di Bonolis) e con un gradimento altissimo, anche presso i più giovani, come ha spesso sottolineato lo stesso Carlo Conti. L'ultima serata porta in scena le emozioni con Renato Zero che rispolvera il suo mito e fa cantare tutto l’Ariston. Ma anche le risate con Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni, "i miei fratelli", come li chiama l'amico di una vita Carlo Conti. Una serata cominciata con lo spettacolo di Roberto Bolle che danza sulle note dei Queen, potenza e grazia assoluta. E poi musica, tantissima musica. Il Sanremo del Conti bis schiera fino alla fine tutti i colori promessi da quel mosaico iniziale. C’è perfino la rediviva Cristina D’Avena, sul palco dell’Ariston a furor di social, capace di far ritornare tutti un po’ bambini al suono del “Valzer del moscerino”. E per la prima volta in questo Festival c’è anche Virginia Raffaele, autentica rivelazione, senza nessuna maschera da indossare sul viso. Bellissima, elegante ma anche un po' impacciata, forse nel sentirsi per una volta davvero "nuda".
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Ma naturalmente la grande protagonista è la gara (seguita in diretta live da Tiscali.it) che dopo il ripescaggio di Irene Fornaciari, l’esibizione di tutti e 16 i campioni in gara (preceduta da un videomessaggio di un tifoso eccellente, da Fiorello per la Michielin a Ficarra e Picone per Lorenzo Fragola e a JAx per Noemi, …) e la finalissima a tre, tra gli Stadio, la coppia Giovanni Caccamo e Deborah Iurato e ha eletto appunto gli Stadio.
Il premio della critica intitolato a Mia Martini invece è andato a Patty Pravo e alla sua “Cieli immensi”. che arriva nella sala stampa dell’Ariston per ringraziare i giornalisti che glielo hanno tributato e per dedicare il premio agli Stadio, che fanno davvero l’en plein. Visto che, dopo aver vinto il premio delle cover con “La sera dei miracoli” di Lucio Dalla, vincono anche quello per la miglior musica e quello della sala stampa Lucio Dalla.
Miglior testo ad “Amen”, la canzone di Francesco Gabbani già vincitrice delle Nuove Proposte e del premio della sala stampa web e radio Lucio Dalla.
Nell’ultima serata del Festival è arrivata anche un assaggio di satira politica, con una battuta all’indirizzo del premier Renzi pronunciata dai due toscanacci amici di Carlo Conti, Pieraccioni e Panariello. Lo spunto è la proposta di reunion che i due attori fanno all'amico Carlo, mostrando un vecchio poster di uno spettacolo del '94: "Dai Carlo, esci un po' fuori da questi studi, altrimenti se non vieni c'è la fila di gente che vuole venire". E' già pronto Renzi: "È di Firenze come te, nun sa 'na parola d'inglese come te, vuol fare sempre tutto lui come te, sta sempre in televisione come te", spiega Panariello. "Ma l'avete interpellato Renzi?", chiede Conti. E Panariello: "Ma perché lui c'ha interpellato a noi italiani per fa' il presidente del Consiglio?".
Oltre 40 minuti l’intervento di Renato Zero, come sempre generosissimo col pubblico: diretto dal maestro Renato Serio infila un medley perfetto e commovente di suoi successi come “Favola mia”, “Più su”, “Amico”, “Nei giardini che nessuno sa”, “Cercami”, “il cielo” e “I migliori anni”. Poi parla, in quel suo modo variopinto e originale, e racconta la sua nuova vita in cui Renato Zero si è messo un po’ in disparte per lasciare spazio a Renato Fiacchini: “Pensate vado perfino al supermercato, cosa che per me per anni è stata impossibile visto che dovevo uscire di casa nascosto dentro un furgone per sfuggire ai miei sorcini appostati sotto casa”.
In scena anche Beppe Fiorello che canta Modugno con “Amara Terra mia”.Sul palco accanto a Carlo Conti, lo splendore di Madalina Ghenea e di Gabriel Garko, belli, impacciati fino alla fine e simpatici. Sipario.
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