Nuova epidemia di cancro, è allarme per quello della gola e della bocca
E' causato dal papillomavirus umano (HPV), lo stesso virus a trasmissione sessuale e che gli esperti stimano infetti già il 90 per cento della popolazione adulta
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Il mondo deve prepararsi ad affrontare una nuova emergenza sanitaria. Secondo un team di ricercatori della Dalhousie Medical School sarebbe in atto una vera e propria epidemia di cancro. Nello specifico, evidenziano i medici, si tratta di un cancro aggressivo che colpisce la gola e la bocca. Questi tumori, hanno spiegato gli scienziati, è causato dal papillomavirus umano (HPV), lo stesso a trasmissione sessuale che porta al cancro cervicale e che colpisce soprattutto gli uomini. A detta degli esperti il problema non è da sottovalutare. I ricercatori stimano che il virus HPV abbia ormai infettato il 90 per cento della popolazione adulta. Normalmente le persone eliminano spontaneamente il virus entro 18 mesi dall’esposizione, ma in diversi casi, sempre più numerosi, porta allo sviluppo del cancro. Ora gli scienziati della Dalhousie Medical School stanno cercando di comprendere come trattare e curare i tumori HPV-correlati, più che quadruplicati negli ultimi dieci anni.
Aumento dei casi fino al 2030 - “Si prevede che i tassi dei tumori orofaringei HPV-positivi - ha osservato il professor Matthew Rigby, della Division of Otolaryngology in Dalhousie Medical School’s Department of Surgery e chirurgo presso il QEII Health Sciences Centre - possano salire almeno fino al 2030, prima di stabilizzarsi e ridursi grazie al fatto che sempre più persone si vaccinano contro il virus”. Il cancro orale HPV-positivo tende a svilupparsi alla base della lingua, tonsille, palato molle o sulla parte posteriore della gola, un’area nota come orofaringe. Questo rende complicato identificarli tempestivamente. A differenza del cancro al collo dell’utero, inoltre, per i tumori alla gola non esiste un test di screening. “Il primo sintomo evidente ma tardivo - spiega il dottor Rigby - lo si nota quando ci si rade: un nodulo al collo. A quello stadio il tumore si è già diffuso, colpendo i linfonodi”. Ad oggi il professor Rigby è uno dei pochi chirurghi del Canada e di tutto il Nord America con competenze specifiche nella rimozione di questi tumori attraverso l’ausilio di un raggio laser.
In Canada una tecnica laser unica al mondo - “Molti centri - commenta il ricercatore - usano il laser per asportare tumori orofaringei, ma noi siamo l’unico centro in Canada che sta usando la chirurgia laser per rimuovere anche masse tumorali di grandi dimensioni, sia alla base della lingua che in altre aree dell’orofaringe. Sarebbe impossibile utilizzare un bisturi in queste zone, passando attraverso la bocca, ma possiamo arrivarci in tutta sicurezza con il laser. La sutura che il raggio laser produce sul taglio di un tessuto, riduce sostanzialmente il sanguinamento e accelera il processo di guarigione. E, contrariamente alle procedure che ci impongono di dividere la mascella e spostarla per accedere al tumore, il recupero post-operatorio è molto più veloce, con meno complicazioni e problemi a lungo termine”. In assenza dell’opzione della laser-chirurgia, i pazienti con tumori avanzati a gola e bocca sono di solito trattati con radioterapia e chemioterapia. I tumori orofaringei HPV-correlati rispondono molto bene a questi trattamenti, ma la loro tossicità può causare nei pazienti problemi a lungo termine di deglutizione, degustazione, masticare e anche nel parlare. La chemio può anche danneggiare i reni, l’udito e i nervi delle mani e dei piedi. Rigby e colleghi raccomandano sempre la chirurgia laser come il primo passo nel trattamento. “Il nostro obiettivo - spiega - è quello di curare questi tumori preservando le funzioni importanti”.
La ricerca non si ferma - Parallelamente al lavoro del dottor Rigby, al Dalhousie, i colleghi James Fawcett e Martin Bullock lavorano senza sosta nel tentativo di scoprire come l’HPV provoca la crescita dei tumori. “Stiamo osservando le vie molecolari che portano da un’infezione da HPV al cancro orofaringeo - conclude il professor Robert Hart, sostenitore di “Manuary”, campagna di raccolta fondi per la ricerca sui tumori -. Intendiamo identificare tutte le proteine coinvolte e capire come il tumore si diffonde e diventa aggressivo. Da queste importanti informazioni potremo comprendere come trattare questo infido male”.
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