lunedì 8 febbraio 2016

L'EUROPA SI CALA LE BRAGHE PER TENERSI LA GRAN BRETAGNA

Brexit, Donald Tusk presenta la bozza Ue: David Cameron: "Progressi sostanzali"

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TUSK CAMERON


Toni solenni, di ispirazione letteraria, per dare la misura della delicatezza della situazione. Nel commentare la bozza di intesa tra Gran Bretagna e Unione Europea per dare maggiori concessioni a Londra e allontanare lo spettro della Brexit il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk cita addirittura Amleto: "Stare o non stare insieme, questo è il problema", ha scritto su Twitter. Concessioni che arrivano proprio Bruxelles mantiene una linea dura con l'Italia che chiede maggiore flessibilità di bilancio e un ruolo maggiore nelle decisioni dell'Unione.
Toni che vengono ribaditi anche oggi da Manfred Weber, presidente dei deputati europei del Ppe: "La Commissione europea negli ultimi anni ha dato massima flessibilità. Ma ora anche i commissari socialisti, penso a Moscovici, constatano che non ci sono più ulteriori margini per maggiore flessibilità. Sarebbe auspicabile da parte di tutti prendere coscienza dello stato dei fatti. Juncker ieri ha inviato una lettera a Renzi per ricordargli gli obblighi europei: spero che sia arrivata a destinazione".
Il testo diffuso oggi da Tusk a prima vista sembra venire in contro molto alle richieste inglesi. Londra, si spiega nel testo, "non è obbligata a una integrazione politica maggiore", e per "rinforzare il rispetto della sussidiarietà", gli Stati membri potranno "interrompere la presa in esame di una proposta legislativa europea se un certo numero di Parlamenti nazionali si oppone". Un testo accolto positivamente dal premier inglese David Cameron: "Il documento sulla rinegoziazione Ue mostra un reale progresso in tutte le quattro aree in cui il Regno Unito ha proposto modifiche, ma c'è ancora lavoro da fare", ha detto Cameron.
Come ricorda il Sole 24 Ore, poco più di due mesi fa Londra aveva reso esplicite nero su bianco le proprie richieste.
La possibilità di chiamarsi fuori dalla clausola dei Trattati che prevede la partecipazione a un'Unione «sempre più stretta»; il formale riconoscimento che il mercato unico è multivalutario; la rivendicazione di un maggiore ruolo dei parlamenti nazionali; la sospensione di quattro anni prima del pieno accesso ai benefici dello stato sociale per un cittadino non inglese.
I dettagli.. Per il momento il documento diffuso oggi è solo un punto di partenza. La bozza dovrà essere approvata dal vertice europeo del 18 e 19 febbraio ma contiene alcune importanti concessioni. La Gran Bretagna potrà chiedere un "Freno d'emergenza" sui benefici previdenziali ai lavoratori Ue nei primi quattro anni di permanenza nel Paese, ma dovrà chiedere il permesso degli altri stati membri per metterlo in atto. Non si tratterà di un'esclusione tout court come chiesto da Londra, ma di una limitazione "graduale", che "terrà conto del crescente legame del lavoratore con il mercato del lavoro dello stato membro ospitante". Il freno d'emergenza potrà essere chiesto da tutti gli stati membri, ma andrà approvato dall'intero consiglio Ue, anche a maggioranza qualificata. Il testo della proposta di Tusk non esplicita per quanto a lungo il freno d'emergenza potrà essere in vigore.
Il documento prevede inoltre che gli stati membri possano prendere iniziative più decise contro l'immigrazione illegale, impedendo i matrimoni fasulli e le richieste di asilo fraudolente, mentre sono previste ulteriori iniziative contro i cittadini che rappresentano una grave minaccia alla sicurezza.
Secondo il testo diffuso da Bruxelles il denaro dei contribuenti britannici non potrà mai essere usato per sostenere l'Eurozona e e la sorveglianza sulla istituzioni finanziarie dei paesi fuori dall'Eurozona resta una questione nazionale. C'è poi un impegno chiaro a lungo termine per aumentare la competitività e prendere iniziative concrete per migliorare il contesto regolatorio e ridurre il fardello burocratico. Infine la sovranità: il "cartellino rosso", in base al quale i parlamenti nazionali che rappresentano più del 55% dei voti del consiglio Ue potranno porre il veto sulle leggi europee, e l'esplicitazione che la formulazione "un'unione più stretta" non può essere usata per giustificare una maggiore integrazione politica.
La freddezza degli euroscettici inglesi. Giudizi pesantemente negativi sulla bozza Tusk, dopo i primi commenti favorevoli di Downing Street, sono arrivati dal fronte euroscettico britannico.
Nello stesso Partito Conservatore del premier David Cameron si fa sentire il popolare sindaco di Londra, Boris Johnson, secondo il quale Londra deve puntare a ottenere "molto, molto di più". Mentre Matthew Elliott, direttore della campagna Vote Leave in vista del referendum sulla Brexit, bolla come un contentino destinato a restare sulla carta anche il diritto di veto sulla legislazione europea - 'venduto' da ambienti vicini a Cameron come una delle maggiori conquiste negoziali - che verrebbe accordato ai parlamento nazionali (ma con un quorum minimo del 55% di tutte le assemblee elettive dei 28 Paesi Ue, secondo quanto filtrato a Londra) con il passaggio dall'attuale sistema del 'cartellino giallo' al 'cartellino rosso'. Ancor più duro Nigel Farage, leader anti-Ue dell'Ukip, secondo il quale presentare "il cartellino rosso come una sorta di vittoria" per la sovranità britannica "è ridicolo".
Dubbi pure dal leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, che ha chiesto e ottenuto che il governo risponda in parlamento degli sviluppi del negoziato con Bruxelles. Mentre secondo gli indipendentisti scozzesi (filo-Ue) dello Snp, la partita giocata da Cameron è "un'occasione perduta".

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