Enrico Letta "Lascio il Parlamento, non la politica e il Pd". E Renzi? "Con lui rapporti sereni"
Enrico Letta,
49 anni, lascia il parlamento, non la politica o il Pd, partito che ha
contribuito a fondare. L'ex-presidente del Consiglio ha scelto la tribuna di
Fazio a 'Che tempo che fa' per dare l'annuncio. Non prenderà nessuna pensione da
ex-parlamentare e dal primo settembre prossimo andrà a Prigi a dirigere la
scuola di Affari internazionali. "Dal primo settembre mi dimetto dal Parlamento.
Voglio vivere del mio lavoro come ho vissuto per un pò di anni della politica"
ha detto l'ex-premier che, incaricato da Napolitano subito dopo la sua
rielezione, è stato sulla poltrona di palazzo Chigi succedendo a Mario Monti
dall'aprile 2013 al febbraio 2014, cioè fino a quando, 'sfiduciato'
repentinamente della direzione del suo partito, non è stato costretto a lasciare
il posto a Matteo Renzi. E' storia oltre che aneddoto politico la freddezza con
cui ha partecipato allo scambio della campanella con il suo rivale e collega di
partito nella sede del governo nel momento dell'addio. Non ha neanche guardato
in faccia il suo successore, confermando cio' che già si sapeva e cioè di non
aver per nulla gradito nè di dover lasciare la guida del governo dopo soli dieci
mesi nè il modo. Stasera comunque ha evitato di polemizzare con Renzi, ha detto
anzi che con il premier i rapporti sono sereni. "Non mi dimetto dalla politica
ma dal Parlamento. Ho informato il presidente della Repubblica" ha spiegato. E
il capo del governo? "Del mio futuro impegno - dice - non ne ho ancora parlato
con il Presidente del Consiglio. Ne parleremo, siamo sereni nei nostri
rapporti". Letta non lascerà neanche il Pd: "No, penso che il mio impegno di
fondatore dei democratici è quello di chi ci crede penso che sia stato un grande
disegno che in tanti abbiamo realizzato". E quanto a possibili scissioni spera
che non ci siano: "Sarebbe un errore da parte di tutti, e anche da parte di chi
lo dirige, il Pd, se la favorisse". Sulle elezioni Letta la pensa così: "Questa
legislatura, anche per le riforme fatte, ha bisogno di oltre un anno. Penso che
si voterà nel 2018". Nel suo futuro quindi un libro che uscirà martedì, una
scuola di 'politiche' che vuole aprire a Roma e da settembre la guida della
scuola di affari internazionali a Sciences Po a Parigi. "Il lavoro è un punto di
partenza, è importantissimo avere un mestiere, mi hanno proposto di fare una
cosa che farò per un pò di tempo: sarò rettore della scuola di affari
internazionali di Sciences Po di Parigi, mi piace, penso sarà interessante e
utile".
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