IL MONDO DIVERSO DEL PRESIDIO DI VEGLIE
di Tina Minerva
In questi giorni a Veglie (Lecce) è attivo un presidio fisso 24 ore su 24 grazie al quale le operazioni di taglio ed eradicazione degli ulivi previste sono state rimandate.
Oltre ai proprietari dei terreni che ci danno un grande sostegno, sono presenti molti di noi, a turno. Il clima è meraviglioso. Ci sono anziani che ci stanno insegnando tanto e ci guardano con i loro occhi grandi e ci ringraziano; bambini e bambine che giocano a pallone nei campi e si rincorrono sotto gli ulivi fino all’imbrunire e le persone del luogo che portano cibo e bevande calde.
Ci confrontiamo, ci scambiamo informazioni, anche sulle diverse esperienze agricole.
Certo abbiamo bisogno del sostegno di tutti e di tutte, dunque venite, perchè i tempi previsti per le operazioni potrebbero essere lunghi e noi siamo decisi a restare. Abbiamo anche pubblicato le mappe di tutte le aree nelle quali ci sono sentinelle e presidi. In piazza Sant’Oronzo a Lecce eravamo moltissimi (leggi “Il popolo degli ulivi”), adesso occorre che quelle stesse persone siano con noi a presidiare tutti comuni dove devono eradicare.
Dobbiamo resistere affinché i nostri alberi vengano curati e non eliminati, con l’aiuto di tutti noi, perchè non è la battaglia di alcune centinaia di persone, ma di tutti quelli che amano questa terra. Un grazie di cuore ai proprietari di Veglie che ci hanno adottati come fossimo figli loro.
Gli ulivi restano la nostra foresta. L’unico polmone verde di questa terra a tutti nota come Salento; l’unico filtro di un’aria già satura di veleni che vengono dai cementifici, dalle centrali a carbone, dalle acciaierie. Senza di loro, questa terra priva di corsi d’acqua superficiali, sarebbe già un deserto.
Gli ulivi sono la nostra storia, i nostri avi, nella loro linfa scorre il sudore dei nostri nonni, le fatiche per coltivarli, l’amore che ce li ha tramandati. Dai loro frutti scorre la nostra economia, il condimento principale della dieta mediterranea. Vogliono eradicarne 30.000 e al contempo, farci perire sotto fuoco chimico con le promesse di miseri risarcimenti. Quanto vale la vita dei vostri figli e delle persone che amate? La svenderete o sarete pronti a lottare contro i giganti per permettergli un’esistenza dignitosa? Non lasciamoci calpestare.
Senza gli ulivi non siamo niente. Ogni ulivo estirpato non potrà più essere ripiantumato, così come le querce, i lecci, le acacie, gli oleandri,i mandorli, gli albicocchi, i peschi, i ciliegi... Se ci avveleniamo, nessuno vorrà avere rapporti con questo territorio e noi, in men che non si dica, avremo la sanità completamente al collasso, saremo noi stessi mutazioni genetiche vaganti. La storia del Salento non è divisibile, asportabile, eradicabile nelle sue peculiari caratteristiche. Il disseccamento ci ha aperto gli occhi su un disamore che ha portato al malanno. Il Salento non è un territorio che può essere preso e manipolato a proprio piacimento. Per decenni lo abbiamo permesso svendendo ed abbandonando; le terre, per molti, erano solo un peso da non voler gestire, ma da monetizzare al peggior prezzo, immediato e facile... Ognuno di noi ritorni a curare ed a difendere ogni pezzettino di terra, così come si lotterebbe per la vita dei propri figli e delle persone che amiamo. Tutta la provincia di Lecce è considerata zona infetta, dunque nessuno si senta escluso nel suo orticello felice, perchè se verrà applicata la determina dirigenziale, non esisterà quell’orticello. Sentiamoci per una volta figli di questo territorio e fratelli.
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