OPERAZIONE
"BAD BROTHERS"
di
Marco Panista
Un'operazione
importante quella condotta dalle forze dell'ordine e dalla magistratura
denominata “Bad Brothers” contro il radicamento delle mafie e dei loro interessi
economici in provincia di Latina. Al loro operato vanno i nostri complimenti e
il nostro sostegno!
Nella
provincia di Latina sono radicati da anni clan mafiosi interessati a mettere le
loro mani sul nostro territorio e in particolare sulle nostre aree protette.
I
dati del dossier ecomafia 2013 di Legambiente fotografano perfettamente la
situazione e alcuni fatti più recenti raccontano, da soli, il sistema mafioso
vigente, radicato, violento e non sempre adeguatamente contrastato da una classe
politica adeguata a questo compito.
Il
sequestro di un ingente patrimonio ai danni del clan Mallardo, che ha riguardato
anche la provincia di Latina e nello specifico il sud pontino (Terracina e
Fondi), per un totale di oltre 65 milioni di euro, è un colpo durissimo
assestato dalla forze dell'ordine e dalla magistratura, alle quali vanno i
nostri complimenti per l'operazione condotta, al sistema mafioso, di connivenze
e coperture che nel corso degli anni si è formato e rinsaldato in questa
provincia. A quanto risulta, il core business criminale ha riguardato ancora una
volta, in prevalenza, il settore delle costruzioni, vera miniera d'oro per le
mafie, attraverso il quale riciclare ingenti somme di denaro da reinvestire in
attività lecite con prestanome apparentemente privi di collegamenti con i clan
camorristici. Uno stratagemma ormai classico che nonostante alcune importanti
operazioni della magistratura, continua a caratterizzare l'azione delle mafie in
provincia di Latina.
Questa
provincia ospita da tempo clan appartenenti a diverse organizzazioni mafiose che
hanno saputo non solo costruire un network mafioso che tiene insieme le diverse
attività criminali in cui essi sono impegnati (ciclo illegale dei rifiuti, ciclo
illegale del cemento, agromafie, racket, estorsioni, traffico di droga, tratta
di esseri umani, ecc) ma anche dar vita ad una sorta di joint venture mafiosa,
una sorta di cupola pontina che gestisce in equilibrio con tutte le sue
componenti e con la criminalità locale, i vari settori d'affari di cui sono
incontrastati monopolisti, realizzando affari milionari attraverso anche un
capillare controllo del territorio pontino, in particolare quello
meridionale.
Non
lo afferma solo Legambiente. La stessa Relazione 2012 della Procura Nazionale
Antimafia afferma “l'azione di contrasto che è stata svolta anche nell'ultimo
anno è risultata efficace e importante, ma nello stesso tempo ha evidenziato
quanto il fenomeno sia radicato....tutte le tradizionali organizzazioni mafiose
sono presenti nel territorio, con il chiaro intento di riciclare i proventi
criminali e di reimpiegarli in attività imprenditoriali, confondendo così il
flusso di denaro che proviene da delitto con i guadagni derivanti dalle attività
imprenditoriali”.
Lo
stesso arresto per associazione a delinquere e porto abusivo di armi di Giovanni
Castiello, presunto affiliato al clan Moccia, avvenuto il 18 giugno scorso,
mentre si trovava nel residence “Lido Azzurro” sulla Migliara 148, a pochi passi
dal mare, è l'ennesima dimostrazione di come questa provincia sia considerata
una sorta di “buen retiro” per numerosi mafiosi, i quali non solo vi conducono
sotto il sole e sulle spiagge pontine la loro latitanza “segreta” ma continuano
spesso a gestire i loro affari e a farne di nuovi con una disinvoltura spesso
sconcertante.
D'altro
canto sono numerosi i mafiosi che come Castiello hanno scientemente deciso di
dimorare nella nostra provincia. Si ricordano esponenti di spicco del clan
Sacco, Cennamo e Licciardi ad esempio, il pregiudicato Corrado Sperandeo, di 54
anni, ritenuto il capo dell'omonimo clan attivo nel beneventano, come anche il
caso, probabilmente più noto, di Gaetano Marino, boss “scissionista”
frequentatore abituale delle spiagge di Terracina, ucciso da alcuni killer di
mafia il 23 agosto dello scorso anno. L'elenco può essere molto più lungo.
Gli
stessi attentati incendiari che si susseguono e preoccupano per la loro
disinvoltura. Si ricorda, ad esempio, il recente incendio doloso della gelateria
di San Felice Circeo, Il Gelatone, e di varie automobili alle quali è stato
appiccato il fuoco di notte, indicando una volontà criminale finalizzata
all'intimidazione. In passato numerose autovetture e attività commerciali sono
andate a fuoco per mano criminale a Sabaudia, come anche gravi sono stati gli
attentati incendiari accaduti nel Parco Nazionale del Circeo.
Si
ricordano anche, come da dossier Ecomafia, vari sequestri a partire
dall'operazione Belvedere con il sequestro a Sabaudia, oltre che in numerose
altre città, di 14 appartamenti e 4 terreni, condotta dai finanzieri del GICO di
Napoli, unitamente allo SCICO di Roma e al Nucleo Polizia Tributaria di Caserta,
per un totale di circa 800 milioni di euro. Il titolare di questo immenso
patrimonio risulta l'imprenditore campano Angelo Simeoni, detto Bastone, per
beni riconducibili ai gruppi camorristici Zagaria, Mallardo, Bidognetti,
Nuvoletta e Polverino. Emblematico anche il caso di Cuono Lettiero, condannato a
tre anni di reclusione per tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose
ai danni di un’azienda di Sonnino che stava costruendo una superstrada. I fatti
contestati risalgono a metà degli anni Novanta quando era venuta alla luce una
storia di estorsioni firmate dal clan che aveva concentrato la propria
attenzione anche nel territorio pontino, o ancora le confische, eseguite dalla
DIA di Roma nel sud pontino, a carico dei beni riconducibili a Giuseppe
D'Alterio, 56 anni detto O' Marocchino, ed ai figli Luigi, Melissa e Armando. La
famiglia, molto vicina al clan dei Casalesi, disponeva di un patrimonio di due
milioni di euro consistenti in 2 società di trasporto e relativi beni
strumentali, immobili e mobili registrati, 4 fabbricati, 1 terreno, 26 veicoli,
17 rapporti finanziari. Il tutto tra Fondi, Formia, Sperlonga, Sezze e Latina. I
quattro famigliari vennero già arrestati nel 2010 nell'ambito dell'operazione
della DIA di Napoli denominata “Sud pontino” con cui vennero eseguite 68
ordinanza di custodia cautelare a carico di vertici e sodali di un sistema
cammoristico-mafioso che controllava il sistema dei trasporti nel comparto
dell'ortofrutta. La famiglia D'Alterio era titolare della ditta di trasporti
Lazialfrigo controllata dalla ditta Paganese Trasporti & Co., monopolista
per i Casalesi del movimento su gomma da e per i mercati ortofrutticoli di
Fondi, Aversa, Parete, Trentola Ducenta e Giugliano e da questi mercati verso il
sud Italia ed in particolare verso i mercati siciliani di Palermo, Catania,
Vittoria, Gela e Marsala. Capitolo a parte meriterebbe la vicenda nota del
mancato scioglimento dell'amministrazione del Comune di Fondi e le operazioni
condotte dalla magistratura per debellare, addirittura, il traffico di armi con
al vertice della relativa organizzazione i famigliari di esponenti di spicco del
clan dei Casalesi e della Mafia di Corleone. Infine, il sequestro eseguito a
carico degli eredi di Danilo Sbarra, imprenditore romano già condannato per
usura e riciclaggio, di 2 terreni a Sabaudia ed un terreno a Latina, 7 unità
immobiliari a Sabaudia, varie autovetture, quote societarie di 7 società
operanti nel Lazio e conti correnti per un valore totale di stima pari a
26.118.725 euro. Tutto questo, nel dettaglio, è contenuto nel dossier Ecomafia
2013, i cui dati parlano chiaro.
Nel
corso degli anni i settori di interesse delle mafie in provincia di Latina si
sono allargati e per certi aspetti intensificati. Nel 2012 (dati dossier
Ecomafia 2013), la provincia pontina ha conseguito il nono posto nella
classifica delle province italiane con il maggior numero di reati ambientali,
con 744 infrazioni accertate, ossia il 2,2% del totale nazionale.
Nel
Lazio, invece, nel 2012 sono state accertate 2.800 infrazioni, ossia l’8,2% del
totale nazionale, pari a 7,7 illegalità al giorno, con un aumento di 463
infrazioni accertate rispetto al 2011. Aumentano anche le persone denunciate che
passano a 2.045 (rispetto alle 1.982 dello scorso anno), mentre calano di poco
le persone arrestate che sono 6 nel 2012 (rispetto ai 10 dello scorso anno).
Latina
svolge un ruolo fondamentale nell’ambito della regione essendo la provincia con
il litorale più esteso e con numerose zone sottoposte a tutela ambientale, a
partire dal Parco Nazionale del Circeo e dai parchi regionali che dovrebbero
costituire un motore di sviluppo economico e sociale straordinario, da anni
invece obiettivo di interessi anche mafiosi e di amministrazioni non sempre
all'altezza.
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